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Energia

La Cina accelera sulla fusione nucleare: nasce la compagnia nazionale per l’energia del futuro

La Cina lancia ufficialmente un colosso statale per la fusione nucleare. Con un maxi-investimento, Pechino punta a guidare la corsa all’energia pulita del futuro, nonostante le sfide tecnologiche a lungo termine.

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La Cina ha ufficialmente lanciato una nuova compagnia nazionale dedicata all’energia da fusione, sostenuta da investimenti di primo piano da parte delle principali aziende statali del settore nucleare ed energetico. Questa mossa rappresenta un passo strategico fondamentale verso la commercializzazione dell’energia da fusione, da tempo considerata il “santo graal” delle fonti pulite.

China Fusion Energy, una controllata al 100% della China National Nuclear Corp. (CNNC), ha tenuto la sua cerimonia di inaugurazione a Shanghai, con l’obiettivo di guidare lo sviluppo della tecnologia della fusione nucleare controllabile come parte del piano energetico a lungo termine del Paese.

Un consorzio di giganti statali

La nuova entità ha attratto un consorzio di investitori influenti. Oltre alla capofila CNNC, figurano China National Nuclear Power, Kunlun Capital (società di investimento di PetroChina), un’azienda statale per la fusione fondata dal Shanghai Future Industries Fund, il National Green Development Fund, Zhejiang Zheneng Electric Power e una società specializzata nella fusione con sede nel Sichuan.

Centrale nucleare cinese convenzionale

Il gruppo investirà complessivamente circa 11,5 miliardi di yuan ($1,6 miliardi), portando il capitale sociale dell’azienda a 15 miliardi di yuan. Anche dopo l’aumento di capitale, CNNC manterrà una quota di controllo del 50,35%. Kunlun Capital diventerà il secondo maggiore azionista con una quota del 20%, mentre China National Nuclear Power deterrà il 6,65%.

La promessa della fusione nucleare

L’energia da fusione, che replica il processo energetico del sole fondendo isotopi di idrogeno, è vista come la fonte di energia pulita definitiva grazie al suo combustibile quasi illimitato e all’assenza di emissioni di carbonio. A differenza degli attuali reattori a fissione, la fusione combina nuclei atomici leggeri per rilasciare energia, senza produrre scorie radioattive a lunga vita.

Sebbene nessun Paese abbia ancora raggiunto la commercializzazione di questa tecnologia, gli ambiziosi obiettivi climatici della Cina hanno dato un forte impulso al settore. Recenti scoperte scientifiche hanno mostrato risultati promettenti, come quelle del progetto “sole artificiale” cinese, China Circulation-3, che ha stabilito nuovi record nazionali raggiungendo una corrente di plasma di $1 \text{ milione di ampere}$ e mantenendo temperature ioniche di $100 \text{ milioni di gradi Celsius}$. Questi sono parametri chiave per ottenere una fusione sostenuta.

Una strategia a tre fasi con ostacoli significativi

La nuova compagnia, guidata da Liu Ye, segretario del Southwestern Institute of Physics della CNNC, seguirà un piano di sviluppo articolato in tre fasi: si passerà dai reattori sperimentali agli impianti dimostrativi e, infine, alle centrali commerciali su larga scala.

Il governo cinese ha intensificato il suo sostegno, con l’Amministrazione Nazionale dell’Energia che ha promesso di rafforzare la ricerca e lo sviluppo nel nucleare di quarta generazione, nei piccoli reattori modulari e, appunto, nella fusione.

Tuttavia, nonostante il sostegno politico e i cospicui investimenti, gli stessi operatori del settore invitano alla cautela. Sia China National Nuclear Power che Zhejiang Zheneng Electric Power hanno avvertito gli investitori che la commercializzazione su larga scala rimane probabilmente a decenni di distanza. Le barriere tecniche elevate, i lunghi cicli di sviluppo e il significativo rischio di insuccesso rendono questa una scommessa a lunghissimo termine, sebbene dalle potenzialità rivoluzionarie per il futuro energetico globale.


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