Economia
Il Sogno cinese è finito: la Joint Venture GAC Stellantis porta i libri in tribunale
Il fallimento di GAC-FCA (Stellantis) e la chiusura dello stabilimento VW a Nanchino segnano la fine dell’era d’oro per le auto europee in Cina. Analisi del crollo inesorabile.

Il mercato cinese, un tempo promessa di ricchezza per le case automobilistiche europee, si è rivelato una crudele illusione. Quella che doveva essere la gallina dalle uova d’oro si sta trasformando in un incubo, e la bancarotta di GAC-FCA (Stellantis) arriva in un momento doppiamente simbolico: mentre il fallimento di Stellantis in Cina si consuma, un altro gigante, Volkswagen, chiude il suo storico stabilimento di Nanchino. È la prova definitiva che l’era d’oro è finita.
Il crollo di GAC-FCA: una storia di declino inesorabile
Tre anni dopo aver annunciato il ritiro dal mercato cinese, GAC Fiat Chrysler Automobiles (GAC-FCA) è ufficialmente crollata sotto il peso dei suoi debiti. L’8 luglio, la joint venture ha dichiarato la propria incapacità di riorganizzarsi, portando l’amministratore a presentare istanza di fallimento presso il Tribunale Intermedio del Popolo di Changsha, nella provincia di Hunan. Una mossa drammatica, sostenuta dai creditori, che segna la fine di un’agonia.
La storia di GAC-FCA inizia il 9 marzo 2010, quando nasce GAC Fiat, una joint venture paritetica (50:50) tra GAC Group e Stellantis Group (allora Fiat Chrysler Automobiles), con un investimento totale di circa 17 miliardi di yuan. Inizialmente, la produzione si concentrava sui modelli Fiat come Freemont e Bravo. Nel giugno 2012, lo stabilimento di Changsha fu completato, e il primo modello localizzato, la Fiat Viaggio, riuscì a vendere 9.104 unità nel suo anno d’esordio.
Il 2015 avrebbe dovuto essere l’anno della svolta. L’azienda si ribattezzò GAC-FCA e spostò il focus sul marchio Jeep. Nell’ottobre dello stesso anno, il primo SUV localizzato, la Jeep Cherokee, venne lanciato e conquistò rapidamente il mercato.
Nel 2016, le vendite di GAC-FCA raggiunsero 146.400 unità, un aumento impressionante del 270,84% su base annua. Nel 2017, le vendite salirono ulteriormente a 205.200 unità, con un incremento del 57% su base annua, rendendola la joint venture automobilistica in più rapida crescita in Cina in quel momento. Era l’apice, prima della caduta.
La drammatica inversione di rotta
Dopo il 2018, le vendite di GAC-FCA iniziarono un declino precipitoso e inarrestabile. Le vendite crollarono a 125.100 unità quell’anno, con una diminuzione del 38,99% su base annua. La spirale discendente continuò nel 2019. Nel 2020, le vendite si ridussero ulteriormente a 73.900 unità, e nel 2021, precipitarono a un misero 20.100 unità. Era chiaro che qualcosa di profondo era cambiato.
Di fronte al continuo calo delle vendite, GAC-FCA tentò una disperata manovra di salvataggio. Entrambi gli azionisti, Stellantis Group e GAC Group, iniettarono rispettivamente 1 miliardo di yuan e 3 miliardi di yuan tra agosto 2020 e luglio 2021, per un totale di 4 miliardi di yuan destinati a un piano di rivitalizzazione. Purtroppo, queste iniezioni di capitale non riuscirono a invertire la disastrosa situazione finanziaria.
La fine irrevocabile di un’alleanza
La partnership si è definitivamente sciolta nel 2022 a causa di disaccordi fondamentali e insanabili. Nel gennaio di quell’anno, Stellantis Group annunciò unilateralmente l’intenzione di aumentare la propria quota nella joint venture dal 50% al 75%. Un piano immediatamente e pubblicamente smentito da GAC Group, che dichiarò la mossa non autorizzata. Questa disputa sulle quote capitale ha segnato il colpo di grazia.
Nel luglio 2022, GAC Group e Stellantis Group annunciarono la risoluzione negoziata della joint venture GAC-FCA, segnando la fine di un’impresa in declino dalla sua vetta di vendite del 2017 a causa di gravi errori strategici. Nell’ottobre dello stesso anno, il sito web ufficiale di Stellantis annunciò l’istanza di fallimento di GAC-FCA a causa delle perdite. Da allora, il marchio Jeep in Cina ha mantenuto solo il business dei veicoli importati, con la cessazione di ogni produzione localizzata. Ora il fallimento di quello che restava segna la parola fina a un’avventura che mostra l’illusione degli investimenti occidentali in Cina.
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