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Cieli chiusi sul Venezuela: l’allarme FAA svuota lo spazio aereo. Non solo le big, fuggono tutti

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Basta un’occhiata all’immagine di copertina per capire che qualcosa non va. Quello che vedete non è un errore del radar o un blackout di FlightRadar24: è un vuoto pneumatico nei cieli sopra il Venezuela. Mentre il traffico aereo ferve ai Caraibi, in Colombia e in Guyana, sopra Caracas regna un silenzio spettrale.

La notizia non è tanto che le compagnie americane non volino lì (quello è storia vecchia, dal 2019), ma che ora tutti gli altri stanno scappando a gambe levate. L’effetto domino è partito da un NOTAM (Notice to Air Missions) della FAA statunitense, e la reazione è stata immediata e, per certi versi, brutale per l’economia già asfittica del paese.

L’Allarme della FAA: “Situazione Potenzialmente Pericolosa”

La Federal Aviation Administration (FAA) non ci è andata leggera. Venerdì ha diramato un avviso urgente per la regione di informazioni di volo (FIR) di Maiquetía. La motivazione? Una “situazione potenzialmente pericolosa”.

Non si parla di meteo, ma di piombo. L’agenzia americana ha citato esplicitamente:

  • Un peggioramento delle condizioni di sicurezza.
  • Un’intensificazione delle attività militari nella regione (leggi: navi da guerra e marines che convergono verso sud).
  • Rischi per i velivoli a tutte le quote, non solo in fase di atterraggio o decollo, ma anche durante il semplice sorvolo.

In pratica, la FAA ha affermato: “Se volate lì, lo fate a vostro rischio e pericolo”. E le assicurazioni, si sa, odiano il rischio. Questo ha liberato i cieli sopra il Venezuela, che ora non presentano praticamente nessun volo, neanche quelli regionali, come mostra Flightradar24:

Cieli sopra il Venezuela, da Flightradar24

La Grande Fuga: Chi ha cancellato i voli

La risposta delle compagnie aeree internazionali non si è fatta attendere. Nessuno vuole rischiare di trovarsi nel mezzo di un’esercitazione militare o, peggio, di un incidente diplomatico ad alta quota. Ecco chi ha già tirato i remi in barca nelle ultime 24 ore:

  • TAP Air Portugal: Ha cancellato i voli di sabato e martedì, dichiarando apertamente che “le condizioni di sicurezza non sono garantite”.
  • Iberia (Spagna): Stop ai voli a tempo indeterminato a partire da lunedì. Madrid valuterà “quando riprendere”, il che in gergo diplomatico significa “non presto”.
  • Gol (Brasile) & Avianca (Colombia): Anche i vicini di casa chiudono la porta. Voli sospesi.
  • Caribbean Airlines & Latam (Cile): Secondo Bloomberg, anche loro hanno deciso di evitare lo spazio aereo venezuelano.

Non si tratta solo dei grandi vettori internazionali. Il blocco sta colpendo anche le compagnie locali e i voli privati, isolando di fatto il Paese dal resto del mondo per via aerea.

Il contesto geopolitico: La “Pressione Massima”

Perché ora? Il tempismo non è casuale. L’amministrazione Trump (nel pieno del suo mandato in questo 2025) ha deciso di alzare nuovamente il tiro contro i cartelli della droga venezuelani e, di riflesso, contro il governo di Caracas.

Le notizie parlano di un buildup militare nei Caraibi che non si vedeva da anni: bombardieri, Marines e navi da guerra stanno convergendo nell’area. La retorica è quella della “pressione massima”. Come spesso accade, l’aviazione civile è il canarino nella miniera: quando i militari iniziano a muoversi seriamente, i Boeing e gli Airbus girano al largo.

Per il Venezuela, già economicamente in ginocchio, questo è il colpo di grazia logistico. Se le merci non viaggiano e le persone non si spostano, l’economia (o quel che ne resta) si ferma.

Domande e Risposte

Perché le compagnie non americane obbediscono alla FAA? Non si tratta di obbedienza politica, ma di pragmatismo assicurativo e tecnico. La FAA è l’ente di riferimento globale per la sicurezza aerea. Se emette un avviso di “situazione pericolosa” (NOTAM), le assicurazioni dei velivoli potrebbero non coprire eventuali danni in quella zona. Inoltre, molte compagnie aeree hanno partnership (codeshare) con vettori USA o volano verso gli Stati Uniti, rendendo politicamente ed economicamente suicida ignorare gli avvisi di Washington.

Cosa rischiano concretamente gli aerei civili? Il rischio principale non è necessariamente essere abbattuti intenzionalmente, ma finire nel mezzo di operazioni militari non coordinate o subire errori di identificazione (il tragico caso dell’MH17 in Ucraina o del volo PS752 in Iran insegna). La FAA avverte di rischi a “tutte le quote”, il che implica la possibile presenza di sistemi di difesa aerea attivi o attività di aviazione militare aggressiva che potrebbero non rispettare le procedure civili standard.

Questo blocco durerà a lungo? Dipende interamente dall’evoluzione geopolitica. Iberia ha parlato di sospensione “a tempo indeterminato”, il che non promette nulla di buono. Finché la presenza militare USA rimarrà elevata e la tensione con Caracas resterà a livelli di guardia, è improbabile che le compagnie aeree commerciali, che operano con margini ridotti e avversione al rischio, riaprano le rotte. Potrebbe trattarsi di settimane o mesi.

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