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Ci siamo: a suon di ultimatum siamo all’accordo BREXIT

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Ormai ci siamo e ci si attende l’annuncio ufficiale da Downing Street: l’annuncio è quasi pronto, ormai si attende un annuncio ufficiale, anche se alcuni dettagli sono ancora da mettere a punto.

Entrambe le parti hanno fatto concessioni:

  • l’Unione ha rinunciato alla possibilità di porre dazi punitivi in modo unilaterale nel caso ritenga che vi siano delle violazioni presunte nelle norme sugli aiuti di stato o di omogeneità di standard o dello stato di diritto.
  • il Regno Unito, pur affermando la sua completa sovranità sui mari nazionali, ha accettato un periodo di transizione nel quale la sua pesca verrà limitata da quote.

Queste sono solo parti degli accordi che sono in dirittura d’arrivo. Come abbiamo scritto Johnson ha messo in pre-allarme il parlamento britannico per l’approvazione il 30 dicembre, mentre quello dell’Unione non si riunirà, ufficialmente, prima del 11 gennaio, a potrebbe decidere una riunione la settimana precedente. L’accordo poi dovrà essere approvato da tutti i parlamenti nazionali e problemi potrebbero venire dai due belgi (Vallonia e Fiandre hanno due parlamenti separati…), da quello dei Paesi Bassi, da quello Francese ed anche dall’est, per le limitazioni all’emigrazione nel Regno Unito.

Alla fine per raggiungere un accordo è stato necessario porre degli ultimatum alla Commissione. Senza questa tattica Barnier avrebbe portato avanti la trattativa in eterno. Solo il timore di un hard Brexit e del blocco delle esportazioni e della pesca a scapito del Regno Unito hanno portato a più miti condizioni. Comunque sono possibili dei problemi comunque negli scambi commerciali fra le due parti per l’organizzazione degli scambi informativi secondo i nuovi accordi, in quanto tutto il flusso di dati dovrà essere riorganizzato e questo potrebbe prendere alcune settimane.

L’accordo Brexit mostrerà la strada da seguire a tutti quei paesi che vorranno, in futuro, lasciare l’Unione.


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