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Cerasa, ovvero essere dalla parte del Duce, invece che della democrazia…..

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Ora non è necessario capire qualcosa di macroeconomia per vivere, come non è necessario conoscere la storia, normalmente basta un po’ di economia spicciola ed un pelo di memoria, oltre che al savoir faire. Se però vuole essere il direttore del giornale che si pone, in teoria, come una sorta di guida, o specchio morale, del governo, un po’ di entrambe dovrebbe saperle, e non sarebbe male se avesse anche un pelo di senso civico o dello stato.

Purtroppo invece il Foglio, Claudio Cerasa, non ha nè grossa conoscenza della Storia, nè dalla Macroeconomia, ma ha sempre voglia di parlare a sproposito.

Certo, sarebbe bello vedere Cerasa (e la Repubblica) godere di meno per un fatto negativo, ma perfettamente secondario e prevedibile, ma dobbiamo accontentarci di un po’ di demagogia spicciola. Vorremmo ricordargli però che ha preso due topiche storiche.

In Italia chi si affacciava al balcone difendeva, con il sangue e con i denti, la famosa “Quota 90” cioè il cambio fisso verso la Sterlina degli anni venti. Il Duce  ne fece non una questione di logica economica ma di “Onore”  avere il cambio peggato con la sterlina, esattamente come tutti questi giornalisti parlano di Euro esattamente senza capirne nulla. Al contrario il democratico Regno Unito ascoltò Keynes e lascio il collegamento diretto fra Sterlina ed oro.

Mntre il Duce seguì, negli anni venti l’austerità, la democrazia, negli anni 30 , seguì una politica monetaria espansiva, in modo chiaro, esemplare, limpido. Il Regno Unito salvò così la propria industria ed anche la democrazia stessa, quella grazie alla quale il buon Cerasa può dire le sue stupidaggini.

Quindi il “Demagogo” seguì il cambio fisso, e il Democratico gli interessi nazionali. Cerasa, naturalmente, sarebbe stato dalla parte del Duce, come oggi è dalla parte dell’Euro, cioè dalla parte del demagogo più forte, o che paga meglio. La ringraziamo, dott. Cerasa.

 


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