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Europa

“Se Madrid interviene in Catalogna sarà un macello”: come NON gestire una richiesta di maggiore autonomia

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Tranne pochissime eccezioni ormai non mi fido più dei media italiani, ventriloqui del potere, schiavi del dominus sia esso italiano o EUropeo. In tale contesto ho cercato in rete un riferimento di stampa che condensasse in poche parole la cupa realtà catalana e guarda caso ho trovato il miglior commento da un inviato in loco della RSI, Radio Televisione Svizzera Italiana, che ha saputo magistralmente tradurre la gravità del momento.

Non commento, vi lascio l’immagine dell’articolo ed il LINK al sito.

La verità sulle ragioni di questo rinato irredentismo catalano la scopriremo col tempo, certamente l’aspetto economico e la crisi da risolvere a tutti i costi per impulso europeo hanno avuto un peso enorme, crisi che ha picchiato duro soprattutto a Barcellona dove i giovani davvero non possono permettersi di vivere in loco – Barcellona, un luogo con costi europei e stipendi spagnoli, per via del business d’importazione e dei turisti -. Dunque, almeno per i catalani la disperazione della gente ha trovato la valvola di sfogo nell’indipendentismo, altre regioni autonome non riunite da una lingua comune – lasciando da parte i paesi baschi che grazie a 35 anni di guerra hanno ottenuto da Madrid la possibilità di tenersi le loro tasse, ndr – semplicemente devono continuare a subire la deflazione salariale euroimposta. E tacere.

Ecco, forse questa è una chiave di lettura corretta ed anze estendibile ad altre realtà, forse il disagio catalano che – ripeto – ha una matrice puramente economica e di perduto benessere, è una sensazione comune a tutti i paesi eurodeboli (che condividono varie miserie, alcuni singoli si stanno ribellando per mera sopravvivenza, mi riferisco ai giovani, che nel caso con gli stipendi spagnoli in un luogo pieno di turisti europei non possono neanche lontanamente pensare di avere un futuro onorevole, semplicemente non se lo possono permettere). Forse i catalani hanno avuto la fortuna o sfortuna, vedremo, di avere la possibilità di giocare la carta dell’indipendentismo per sfogare le loro repressioni e la loro deflazione salariale, avendo cercato senza successo  di ottenere più soldi da Madrid. Il problema è che la stretta austerità europea non permette sconti a nessuno e quindi era prevedibile che si sarebbe arrivati al muro contro muro, visto anche che Madrid NON ha soldi da restituire a Barcellona sebbene il residuo fiscale catalano sia di oltre 11 mld EUR annui.

Ora che succederà? Tutti parlano dell’applicazione dell’art. 155 ma così facendo perdono il punto saliente. Infatti bisogna concentrarsi sulla procedura. Visto che da buon Stato la Spagna non prevede la possibilità di indipendizzarsi l’unica strada è quella sistemica: un giudice analizza il caso, inquadra il reato, emette il provvedimento coercitivo e manda la polizia o la guardia civil ad eseguirlo. E qui iniziano i problemi: le forze dell’ordine spagnole dovrebbero dunque arrestare i leaders catalani a Barcellona, ossia in un territorio nemico. In tale caso, che farà la scorta dei leaders visto che è costituita dai Mossos d’Esquadra?

Ci sarà una difesa (catalani) ed un attacco (castillani), con le armi? E con una differenza sostanziale rispetto ai paesi baschi, inclusa la pericolosità del momento: al contrario dell’ETA basca, dove tutte learmi detenute in loco da chi non fosse poliziotto erano illegali, in Catalogna esiste dalla nascita della Repubblica una forza di difesa della Catalogna piuttosto che un corpo di polizia catalano, ben armato, addestrato, di fatto indipendente da polizia e guardia civil (ossia avulso dall’esercito spagnolo). Leggasi, i catalani hanno già le armi, bisognerà vedere che uso ne faranno.

Secondo chi scrive all’inizio si tratterà di capire chi spara per primo. Temo che Madrid cercherà di forzare il blocco e sono certo che i catalani si “faranno sparare“, ma in mondovisione. Il passo successivo sarà quello di invocare la difesa, armata, all’invasione. Da lì in avanti è terra di nessuno.

Se poi dovesse anche intervenire la Eurogendfor, la polizia europea, la cosa sarebbe ancora più complessa, apparendo se volete come un’invasione multinazionale della Catalogna (…).

Finirà con muro contro muro? Temo di si. Finirà del sangue? Idem, temo di sì. Si potrà raggiungere un obiettivo ragionato e soprattutto mediato? No, le tensioni dureranno 30 anni se si inzierà a versare del sangue per le strade. E cosa succederebbe se i baschi dell’ETA si risvegliassero magari a fronte di un eccidio militare spagnolo in Catalogna? E’ possibile? Certo che è possibile. Se succedesse la Spagna sarebbe finita.

Il rischio infatti è di vedere la fine dello Stato spagnolo, strutturalmente debole per non aver depurato le tossine franchiste dal sistema, anzi per non averlo deliberatamente voluto fare. Ossia le elites attuali in molti casi sono le stesse del 1927. Quasi un diritto divino a comandare verrebbe da dire…. A maggior  ragione oggi che dette elites globali purtroppo al potere hanno commesso errori enormi nel post crisi suprime (…), affossando interi paesi, forse in modo non completamente involontario (…).

Forse il problema sta proprio lì. Chiaramente il sistema globalista mondiale, con l’EU al centro, si è appoggiato in Spagna come in Italia, Grecia, Portogallo alle elites locali storiche per indirizzare il paese secondo i propri desiderata eurocentrici, mi riferisco agli indirizzi EU. Forse il problema è proprio l’asimmetria di interessi tra elites locali ed europee rispetto al restante 99,9% della popolazione, che oltre tutto si sta impoverendo a vista d’occhio….

Vedremo. Viene da dire che la fine della Spagna – o la sua perpetrazione violenta – anticiperà anche questa volta una  maggiore catastrofe sul continente europeo. Come nel 1937 o giù di lì.

MD


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