Economia
Il Canada si arrende a Trump: la tassa sui giganti tech svanisce nel nulla
In un drammatico colpo di scena, il Canada ritira la sua tassa sui servizi digitali poche ore prima che entrasse in vigore, cedendo alle pressioni di Donald Trump. Una resa che ha del surreale, con Ottawa che “cala le braghe” e ammette la sconfitta. Analisi e retroscena di una umiliante capitolazione.

In un colpo di scena degno di un thriller politico, il Canada ha deciso di “calare le braghe” e di arrendersi a Donald Trump. Poche ore prima che entrasse in vigore, la tanto discussa tassa sui servizi digitali – una mossa audace che avrebbe dovuto colpire i giganti tecnologici statunitensi come Meta, Netflix e Amazon – è stata brutalmente accantonata. È una resa senza condizioni, una capitolazione in piena regola che ha lasciato tutti a bocca aperta.
La scena è stata quasi teatrale: poche ore prima della scadenza del 30 giugno, la tassa del 3% è svanita nel nulla. Il motivo? Semplice, la minaccia di Donald Trump che l’aveva definita un “attacco diretto e sfrontato” e aveva minacciato di far saltare i negoziati commerciali. E Ottawa, con un atto di sottomissione quasi umiliante, ha ceduto.
“Ritirare la tassa sui servizi digitali permetterà ai negoziati per un nuovo rapporto economico e di sicurezza con gli Stati Uniti di fare progressi vitali”, ha dichiarato il ministro delle finanze canadese François-Philippe Champagne. Una dichiarazione che suona come una resa, con il Canada che rinuncia a 7,2 miliardi di dollari canadesi (5,3 miliardi di dollari USA) di entrate previste in cinque anni, pur di non irritare il vicino ingombrante.
La mossa arriva dopo mesi di tensioni e una vera e propria “guerra fredda” commerciale. A dicembre 2023, la previsione di entrate era stata accolta come un colpo maestro per le casse dello Stato. Ora, la stessa mossa è diventata un’imbarazzante ritirata.
“Fino a quando non elimineranno certe tasse, sì,” aveva dichiarato Trump a Fox News, commentando le trattative. “La gente non se ne rende conto, ma il Canada è molto sgradevole con cui trattare.” E a quanto pare, la sua minaccia ha funzionato, come un fulmine a ciel sereno.
A dire il vero, la tassa non era vista di buon occhio neanche da tutti in Canada. Il presidente del Business Council of Canada, Goldy Hyder, aveva messo in guardia sul rischio di “minare le relazioni economiche con il partner commerciale più importante”. Parole che oggi, con la resa del governo, assumono un sapore quasi profetico.
Insomma, la saga della tassa digitale canadese si conclude con una drammatica sconfitta per Ottawa, che ha preferito rinunciare a un’importante fonte di entrate pur di mantenere la pace con il suo vicino più potente e imprevedibile. E la narrazione è chiara: quando Trump decide di usare il pugno duro, c’è chi preferisce arrendersi piuttosto che rischiare di combattere.
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