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Politica

Camerun: l’ottimista Paul Biya rieletto a 92 anni per l’ottavo mandato presidenziale tra le proteste

A 92 anni, Paul Biya vince l’ottavo mandato in Camerun tra proteste e accuse di brogli. Governerà fino al 2032, ma la stabilità del Paese è a rischio con 4 morti a Douala.

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Il Consiglio Costituzionale del Camerun ha ufficializzato quello che molti già si aspettavano: Paul Biya, all’età di 92 anni, è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali. Con il 53,66% dei voti, il leader più anziano del mondo si assicura così l’ottavo mandato consecutivo.

Biya, al potere ininterrottamente dal lontano 1982, potrà ora, almeno sulla carta, governare la nazione centrafricana fino al 2032, cioè per altri sette anni. All’eventuale termine di questo mandato, avrebbe quasi 100 anni. Un record di longevità politica che fa impallidire qualsiasi paragone.

Tuttavia, questa “vittoria” non è stata né scontata né pacifica. Il principale rivale, l’ex ministro Issa Tchiroma Bakary, si è fermato secondo i dati ufficiali al 35,2%. Bakary, però, non ci sta: già due giorni dopo il voto del 12 ottobre, aveva rivendicato la vittoria citando i dati raccolti dal suo partito, affermazioni liquidate da Biya come irrilevanti.

L’annuncio dei risultati arriva in un clima a dir poco incandescente. La stabilità del Camerun, nazione di quasi 30 milioni di abitanti, sembra essere appesa a un filo. La gestione del dissenso da parte del regime di Biya è stata, come da tradizione, muscolare:

  • Proteste represse: Il giorno prima dell’annuncio, quattro manifestanti sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco a Douala, la capitale economica del Paese.
  • Arresti di massa: Oltre 100 persone sono state arrestate durante le proteste che hanno infiammato diverse città, incluse Garoua e Maroua nel nord.
  • Tensione pre-voto: La decisione di Biya di ricandidarsi, dopo oltre 40 anni al potere (letteralmente metà della sua vita), aveva già acceso la miccia dell’opposizione e di una vasta fascia di popolazione giovane che non ha mai conosciuto altro leader.

Il Ministro dell’Amministrazione Territoriale, Paul Atanga Nji, ha confermato gli arresti, sostenendo che il governo avesse sventato “comploti violenti”.

Il Camerun si assicura così altri sette anni di “stabilità” sotto la guida ferrea di Biya. Una stabilità pagata però a caro prezzo, con tensioni sociali crescenti e un’opposizione che, seppur sconfitta nei numeri ufficiali, dimostra di avere un seguito tutt’altro che trascurabile (oltre un terzo del Paese). Resta da vedere come questa leadership, la più anziana del pianeta, gestirà le evidenti fratture interne e le sfide economiche di una nazione giovane e sempre più inquieta.

Domande e Risposte

Chi è Paul Biya e da quanto tempo governa? Paul Biya, 92 anni, è il Presidente del Camerun e attualmente il leader più anziano del mondo. È al potere ininterrottamente dal 1982. Con questa rielezione per l’ottavo mandato, la sua presidenza è destinata a continuare, potenzialmente fino al 2032. La sua lunghissima permanenza al potere è una delle principali cause di tensione politica nel Paese.

Le elezioni si sono svolte pacificamente? No, il clima è stato molto teso. Il principale sfidante, Issa Tchiroma Bakary, aveva rivendicato la vittoria prima dei risultati ufficiali, contestando l’esito. L’annuncio della vittoria di Biya è stato preceduto da violente proteste, in particolare a Douala, la capitale economica. Le forze di sicurezza hanno represso le manifestazioni, causando la morte di almeno quattro persone e l’arresto di oltre cento manifestanti.

Cosa significa questo risultato per il futuro del Camerun? Questa rielezione conferma la continuità della leadership di Biya, ma evidenzia anche una profonda frattura nel Paese. Da un lato, Biya rappresenta la “stabilità” per i suoi sostenitori. Dall’altro, un’ampia fetta della popolazione, specialmente i giovani e l’opposizione (che ha raccolto un significativo 35%), chiede un cambiamento. Il governo dovrà gestire questa crescente instabilità interna e le sfide economiche in un contesto di forte malcontento sociale.

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