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Cambio strategico: gli USA aiuteranno l’Uzbekistan a estrarre Shale Gas (che non arriverà dalla Russia)
Specialisti dagli Stati Uniti si uniranno agli esperti dell’Uzbekistan per cercare giacimenti di petrolio e gas negli strati argillosi con la tecnica del shale gas, mentre Tashkent si sta attivando per aumentare la produzione per affrontare la carenza di energia e fornire materia prima per l’industria di lavorazione del gas.
Gli esperti dello United States Geological Survey, o USGS, un’agenzia scientifica governativa, si uniranno agli scienziati del Comitato geologico statale dell’Uzbekistan per cercare riserve di nelle rocce di scisto a partire da maggio, ha riferito Dunyo, l’agenzia di stampa del ministero degli Esteri.
La missione di prospezione, che si svolge nell’ambito di un accordo di cooperazione esistente da 2,3 milioni di dollari, cercherà riserve in tre regioni: Samarcanda, Jizzakh nell’Uzbekistan centrale e Surkhandarya nel sud.
Un altro team cercherà risorse minerarie, compresi i metalli, in giacimenti già identificati nell’area Amantazau–Kuljuktau del deserto del Kyzylkum nell’Uzbekistan centrale.
La dimensione delle riserve accertate di gas dell’Uzbekistan è oggetto di dibattito. Il governo afferma di vantare 1,8 trilioni di metri cubi, mentre la BP Statistical Review of World Energy, la Bibbia del settore per tali questioni, li valuta a circa 800 miliardi di metri cubi. Molti meno, ma comunque non secondari.
Il governo spera che le missioni uzbeko-americane portino avanti il suo obiettivo di aumentare le riserve potenziali (che non sono provate ma hanno buone possibilità di estrazione commerciale) di 35 miliardi di metri cubi di gas e 1 milione di tonnellate di idrocarburi liquidi quest’anno, attraverso la prospezione e esplorazione in 20 nuovi campi.
Queste riserve possono poi essere estratte con tecniche complesse, con l’immissione di acqua e sabbia che quindi facilita la fuoriuscita degli idrocarburi. Si tratta di una tecnologia in cui sono estremamente esperti gli americani che la usano già su ampia scala in Nord America.
Secondo i dati ufficiali, lo scorso anno l’Uzbekistan ha prodotto 53,8 miliardi di metri cubi di gas. Questo era in aumento rispetto ai 47,1 miliardi di metri cubi prodotti nel 2020, quando la pandemia ha soffocato la domanda e il governo ha ridotto la produzione, ma in calo rispetto ai 57,4 miliardi di metri cubi estratti nel 2019. Quest’anno Tashkent punta a un aumento del 4% della produzione di gas, per 56,3 miliardi di metri cubi.
A gennaio, Tashkent ha sospeso le esportazioni, quasi tutte destinate alla Cina, per reindirizzare il gas per generare energia per far fronte alla carenza di energia che attanaglia l’Uzbekistan ogni inverno. Non ha dichiarato quando o se prevede di riprenderli. anche a fronte di questo aumento si prevede che la maggior parte del gas andrà all’uso interno che, altrimenti, avrebbe dovuto essere alimentato da importazioni, probabilmente dalla Russia. Invece si prevede che questo nuovo gas sarà trasformato in Diesel e carburante per aerei, oltre che direttamente bruciato per generare energia elettrica. Questo è interessante dal punto di vista strategico perché viene a far calare la dipendenza delle repubbliche centrasiatiche dalla Russia.
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