Analisi e studi
Calano le immatricolazioni di auto nella UE. Germania la colpevole

Il settore auto europeo inizia a rallentare e non solo per la produzione, ma anche per le immatricolazioni, e questo non è un buon segnale. Il colpevole del calo ha come capitale Berlino.
Le immatricolazioni di autovetture nell’Unione Europea sono scese del 3,3% a/a a 867,1 mila unità nel dicembre 2023, segnando il primo calo in 17 mesi a causa di un elevato effetto base nel dicembre dello scorso anno.
La Germania ha registrato una contrazione a due cifre, con un crollo del 23% rispetto all’anno precedente. La fine dei contributi alle auto elettriche ha convinto i tedeschi a non comprarne. Si vede che l’auto elettrica non attrae a sufficienza. Al contrario, sono stati osservati notevoli aumenti nei mercati più importanti come la Francia (+14,5%) e la Spagna (+10,6%).
Nel frattempo, le immatricolazioni di auto elettriche a batteria nell’UE sono diminuite per la prima volta da aprile 2020, con un calo del 16,9% a 160,7 mila unità, pari al 18,5% del mercato. Il calo può essere attribuito a una performance relativamente robusta nel dicembre 2022 e a una significativa flessione in Germania (-47,6%), il mercato più grande per questa fonte di energia. Praticamente le vendite in Germania si sono dimezzate.
Per l’intero anno 2023, le immatricolazioni di auto nell’UE sono cresciute del 13,9% rispetto al 2022, raggiungendo i 10,5 milioni di unità. Sono stati registrati aumenti a due cifre nella maggior parte dei mercati, compresi tre dei più grandi: Italia (+18,9%), Spagna (+16,7%) e Francia (+16,1%).
Ecco il relativo grafico:
Possiamo trarre alcuni semplici insegnamenti:
- le vendite tengono dove ci sono contributi per l’immatricolazione di auto nuove, come in Francia, Spagna e Italia. In Spagna e in Italia il governo paga 5 mila euro per auto elettrica, in Francia la cifra arriva addirittura a 7 mila euro. Qui le vendite tengono, proprio per i contributi;
- in Germania la vendita delle auto elettrichee si è letteralmente dimezzata con la fine dei contributi. Vedremo se questa è la fine di una storia d’amore a gennaio. Se così fosse sarebbe un disastro per le case automobilistiche che hanno investito cifre enormi ne settore.

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