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Analisi e studi

Calano gli indici previsionali PMI per l’Area Euro. Pessimismo massimo per manifattura e costruzioni

Gli imprenditori non hanno fiducia di ua ripresa della situazione economica

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Indici previsionali non buoni per l’Area Euro, soprattutto per quanto riguarda manifattura e costruzioni.  L‘indice PMI Flash pubblicato questo venerdì da S&P Global, calcolato sulla base di sondaggi aziendali, è scivolato a 50,8, il livello più basso da tre mesi, rispetto al 52,2 di maggio. Come promemoria, una cifra superiore a 50 indica una crescita dell’attività, mentre una cifra inferiore a 50 indica una contrazione. ecco il grafico Composite

L’attività manifatturiera registra il calo più netto degli ultimi sei mesi. L’indice che misura la produzione manifatturiera è sceso bruscamente a 46, rispetto ai 49,3 di maggio, riflettendo un improvviso peggioramento del declino dell’attività, sullo sfondo di un’accelerazione del calo dei nuovi ordini – il che fa ben sperare in una prolungata fiacchezza dell’economia. Quindi l’attesa è per una forte contrazione. Ecco il grafico

“I prezzi di vendita, in costante calo negli ultimi 14 mesi, potrebbero ricominciare a salire, dato che i costi dei produttori sono aumentati per la prima volta dal febbraio 2023”, ma in generale “l’inflazione dei prezzi pagati nel settore privato è al livello più basso dal dicembre 2023”, osserva anche Cyrus de la Rubia, economista presso Hamburg Commercial Bank (HCOB), partner di S&P Global.

La moderazione dell’inflazione nei servizi è diventata più pronunciata, “ma i prezzi in questo settore rimangono ben al di sopra della loro media a lungo termine, e l’indice ha persino ricominciato a salire in Germania, supportando l’idea che la Banca Centrale Europea (BCE) si fermerà a luglio” nei suoi tagli dei tassi di interesse, secondo Franziska Palmas di Capital Economics. A giugno, la crescita ha continuato ad essere guidata dal settore dei servizi, dove l’attività rimane solida nonostante un rallentamento (indice a 52,6, rispetto al 53,2 di maggio).

In un segno di persistente pessimismo la fiducia delle imprese nell’Eurozona è scesa al livello più basso da febbraio. La zona euro è uscita dalla recessione, ma di pochissimo,  nel primo trimestre, con una crescita del PIL trimestre su trimestre dello 0,3% nei 20 Paesi che condividono la moneta unica.

La situazione del settore delle Costruzioni è andato anche peggio, con un livello 42, anche in questo caso un territorio da contrazione secca del settore, soprattutto per  il calo della domanda di nuovi immobili.

Solo il settore Servizi viene a indicare un leggero stato di espansione, ma anch’esso in calo

Questo risultato è stato raggiunto nonostante le performance molto deboli di Germania e Francia, e in un contesto di domanda globale poco brillante. La crescita economica è destinata a rimanere moderata: la Commissione Europea prevede una crescita del PIL dello 0,8% per l’intero 2024 nella zona euro, poi dell’1,4% il prossimo anno.

Senza una secca ripresa della domanda in area euro non si potrà avere un miglioramento dell’attività economica, ma non c’è nessuna politica ora, fiscale o monetaria, che autorizzi a qualche forma di ottimismo.


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