Attualità
Britannia delenda est… O forse no. La UE, UK e la Teoria dei Giochi
E adesso come la metteranno i nostri Catoni europei?
Dopo aver minacciato e preconizzato sciagure e maledizioni in caso di Brexit, alcune anche francamente ridicole, adesso cosa faranno i politici europei ed i burocrati di Bruxelles?
L’Unione Europea boicotterà gli scambi con l’Inghilterra, pur essendo noi esportatori netti verso di lei? Le impedirà di avere accesso libero al mercato europeo?
Vedete, questi geni strategici si sono messi in un discreto cul-de-sac da soli, ignorando evidentemente le basi della Teoria dei Giochi, ponendosi in una situazione sintetizzabile in lose/lose, infatti esistono solo due possibilità:
1. Le minacce vengono attuate. A parte l’esame di chi realmente ci perde in un braccio di ferro e quanto siano legali, attuare minacce di ritorsioni, esclusioni e dazi su un Paese che ha semplicemente utilizzato una possibilità espressamente prevista nel TFUE (art. 50) sigenificherebbe dimostrare a tutti i Paesi che l’Unione è una gabbia, che la procedura di uscita, messa con estrema riluttanza, solo per evitare un recesso libero ad nutum (che sarebbe legittimo nel caso non fosse stato previsto un meccanismo di uscita, secondo le regole generali del diritto pattizio) è in effetti solo un falso diritto che non si deve osare di esercitare e che pertanto la UE è una trappola e, in alcuni casi, una vera e propria tonnara. Questo porterebbe a maggiori ribellioni nei Paesi che soffrono economicamente ed a una reazione contro i burocrati europei che perderebbero quel poco di considerazione che ancora hanno e quindi il potere di farsi rispettare.
2. Le minacce non vengono attuate. Prevale la ragionevolezza (come le ultime dichiarazioni di Juncker sembrano mostrare) e si procede ad un rapido negoziato per rimodulare i rapporti. Tutto bene? No, perché se minacci sfracelli e sanzioni e poi non le applichi come minimo perdi di credibilità, come massimo ti dimostri un orco di cartapesta, buono a spaventare i bambini, ma che alla fine non può fare nulla. E allora crollano tutte le deterrenze che sono poste ai Paesi in crisi dentro l’euro, e comincia a circolare la consapevolezza, assolutamente corretta, che in caso di uscita dall’euro, con dei provvedimenti che revocano l’indipendenza della Banca Centrale e l’applicazione ragionata della Lex monetae e con l’introduzione di un minimo di controllo sui movimenti di capitale (sacrosanta), uno Stato sovrano non può essere attaccato e soprattutto non ci sarebbe la volontà di farlo. E quindi anche qui i burocrati europei perderebbero il potere dato dalla paura e la presa sulla popolazione.
Ecco, questo è lo scenario che si prospetta e, per i toni che sono stati usati e la faccia feroce mostrata da alcuni (Schäuble in testa), non possono neanche provare con un “abbiamo scherzato”: adesso vedremo come se la caveranno, ma certo, nonostante il supporto addirittura isterico delle televisioni e dei mezzi di informazione, quello che appare evidente è che alle autoproclamate élite europee non si dovrebbe affidare neanche la gestione di un baretto.
Specie se al banco ci mettono i bravi Juncker o Schäuble…
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