Attualità
BREXIT , OPERAZIONE TERRORE (di Caterina Betti)
Questo recente articolo de ‘Il Sole 24 ore’ datato 10 maggio ben esplicita la fase di terrorismo mediatico in cui già da tempo è precipitata l’Inghilterra alla luce del referendum del 23 giugno.
Gli atteggiamenti mediatici sono quelli ai quali siamo abituati da tempo. Anche solo l’ipotetica uscita dai trattati UE (ricordiamo infatti che l’Inghilterra non ha l’€uro) scatena la bagarre eurista giornalistica che arranca tentando disperatamente di dissuadere dal pensare a questo evento come positivo, di rilancio per il paese. Infatti ciò che viene prospettato, alla stregua di Frate Indovino, sono le peggiori tragedie economiche: svalutazione fulminante “immediatamente dopo il voto”, contrazione del PIL fino al 3,7% (secondo l’Ocse addirittura la Brexit brucerebbe il 6% del PIL inglese) mentre la permanenza porterebbe ad un incremento del 2%, balzo pirotecnico della famigerata inflazione con un aumento dei prezzi al 4%, posti di lavoro in fumo secondo George Osborne (cancelliere dello Scacchiere avvezzo ai salotti del gruppo Bilderberg) e infine l’allarme del Tesoro britannico di povertà perenne. Peccato, si sono dimenticati l’elenco delle svariate ed inevitabili catastrofi naturali che accompagnerebbero la Brexit: l’invasione delle cavallette, gli tsunami, valanghe, nonché un’apocalisse zombie, la vendetta di Shakespeare e il ritorno assassino del mostro di Loch Ness.
Ma la cosa ancor più grave, per tornar seri, è la minaccia da parte della NATO verso la possibile uscita, di non esser più partner dell’Inghilterra, di non appoggiarla più, politicamente e militarmente. Ciò ha ovviamente portato allo scatenarsi delle reazioni dei politici inglesi che spingono fortemente per far votare a favore della permanenza in UE.
Per fortuna oltre alle drastiche posizioni come quelle di Osborne e Cameron che annuncia un’imminente guerra, si oppongono quelle di altri personaggi come Anthony Bamford, presidente della JCB che afferma il fatto che una potenza economica come quella britannica, al quinto posto al mondo, può benissimo vivere serena anche se indipendente, contando sulle proprie forze. Egli aggiunge inoltre che l’uscita potrebbe liberare l’Inghilterra dagli accordi supportando i commerci anche all’interno del paese stesso.
Infine, mentre il nuovo sindaco di Londra Sadiq Khan stringe un accordo informale con il primo ministro per collaborare alla campagna “Stay” (restare nell’UE), l’ex primo cittadino Johnson rilascia queste dichiarazioni sulla preoccupazione di Cameron riguardo la pace
“se pensasse veramente (Cameron) che uscire dall’Ue porterebbe ad una guerra, allora quando è andato a negoziare condizioni migliori a Bruxelles non avrebbe minacciato la nostra uscita […] Questa Ue non è democratica, credete che un greco si senta vicino ad un tedesco? Si sentono una comunità? Non credo proprio”
Ora le domande da porsi sono: per quale motivo gli USA sono così preoccupati per un’eventuale uscita?
Cosa importa a loro e perché si arrogano il diritto di minacciare così pesantemente un paese e di metter bocca su decisioni che spettano al popolo britannico ?
Ma soprattutto, il popolo britannico, avrà il coraggio dopo tutte queste indecenti minacce infondate e criminali di saltare giù dalla giostra europea, in tempo, prima che imploda su sé stessa?
Eccoti un fresco esempio del perché un referendum sull’uscita dall’euro è IMPOSSIBILE, caro Di Maio.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.