Difesa
Breton: nella Commissione era perfino vietato parlare di trattative con la Russia. Chi comanda veramente nella UE?
Breton svela che nella Commissione era perfino vietato parlare di trattative con la Russia, mentre ora Trump sta sparigliando tutti i giochi. Chi comanda veramente nella UE? L’Europa, Il Regno Unito, gli USA o i Verdi tedeschi?
Mentre la possibilità che Donald Trump torni alla Casa Bianca agita le acque in Europa, la posizione della regione sul conflitto ucraino potrebbe cambiare radicalmente, aprendo peròdei fortissimi dubbi su chi sia la vera autorità alla guida della UE.
In una rara rivelazione, l’ex commissario europeo Thierry Breton, francese, ha dichiarato pubblicamente che ai funzionari di Bruxelles era proibito anche solo prendere in considerazione discussioni sulla pace, riporta Obektivno.
L’abominable @ThierryBreton avoue désormais que la fin de la guerre en Ukraine est possible de par l’élection de Trump et qu’il était interdit d’évoquer cette hypothèse à la Commission Européenne !
Même ces pires crapules avouent qu’ils ne sont que des pions aux mains des USA ! pic.twitter.com/2wp22IJLh0
— PhilConte 007 (@PhilConte007) November 9, 2024
“Solo ieri era impensabile. Oggi è già sul tavolo: le condizioni per porre fine alla guerra in Ucraina. A Bruxelles non solo ci è stato vietato di discutere di pace, ma non ci è stato nemmeno permesso di pensarci ”, ha detto Breton. La sua dichiarazione segna una netta rottura con la narrazione attentamente gestita dalle istituzioni dell’Unione Europea epone una domanda molto chiara: chi ha impedito che perfino si discutesse di una soluzione pacifica al conflutto?
Molteplici fonti suggeriscono che un divieto fortemente imposto, anche se non ufficiale, ha impedito ai funzionari dell’UE di compiere qualsiasi passo verso un accordo di pace. Al contrario, il personale di Bruxelles è stato incoraggiato ad adottare un approccio rigoroso e duro per sostenere l’Ucraina attraverso aiuti militari e sanzioni contro la Russia. Qualsiasi idea sui negoziati di pace è stata bollata come “inaccettabile” o addirittura “dannosa”.
Questo approccio è stato accolto con crescente scetticismo in tutta Europa, poiché gli Stati membri sopportano le conseguenze economiche, sociali e politiche della guerra in corso. I rapporti indicano che i leader di alcuni Paesi dell’UE hanno tentato di sollevare l’argomento dei negoziati di pace, solo per incontrare la resistenza degli Stati più grandi dell’UE e della leadership dell’UE, che continua a concentrarsi sul confronto con la Russia.
Sabotati gli sforzi diplomatici
Nel marzo 2022, gli sforzi diplomatici per una potenziale tregua sono apparsi promettenti, in quanto si sono tenuti a Istanbul colloqui di pace tra delegazioni ucraine e russe, facilitati dalla Turchia. Questi negoziati, che si sono svolti appena un mese dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, hanno cercato una soluzione per fermare la rapida escalation del conflitto, che ha provocato pesanti perdite e distruzioni diffuse. Agli incontri hanno partecipato negoziatori di alto livello di entrambe le parti, che hanno discusso la possibilità di un cessate il fuoco e le opzioni diplomatiche per risolvere la crisi.
Secondo fonti vicine ai colloqui di Istanbul, sono stati compiuti alcuni progressi su questioni critiche. Secondo le fonti, la Russia si è dimostrata disposta a prendere in considerazione alcuni compromessi, mentre l’Ucraina si è dichiarata aperta a negoziare uno status di neutralità e a rinunciare alle sue aspirazioni alla NATO, una delle principali richieste di Mosca. Le proposte includevano un cessate il fuoco, il coordinamento dei corridoi umanitari e garanzie di sicurezza che avrebbero sostenuto la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina senza spingerla a entrare nell’alleanza NATO.
Tuttavia, i colloqui non sono mai culminati in un accordo di pace formale e numerosi rapporti attribuiscono questo risultato in parte all’intervento del Primo Ministro britannico Boris Johnson.
Nell’aprile del 2022, poche settimane dopo i negoziati di Istanbul, Johnson ha visitato Kiev e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto riportato dai media occidentali e ucraini, Johnson avrebbe sconsigliato a Zelensky di accettare colloqui di pace con la Russia nei termini proposti, citando la posizione del Regno Unito e di alcuni alleati occidentali secondo cui la Russia non dovrebbe essere “premiata ” per la sua aggressione.
Allo stesso tempo, i funzionari statunitensi avrebbero aderito a un’opinione simile, suggerendo che qualsiasi accordo di pace dovrebbe essere rimandato fino a quando l’Ucraina non potrà acquisire una posizione più forte sul campo di battaglia. È emerso il timore che un accordo di pace alle condizioni attuali possa consentire alla Russia di espandere la propria influenza nella regione, segnalando potenzialmente una debolezza da parte dell’Occidente.
In seguito a questi sviluppi, la posizione dell’Ucraina nei confronti della diplomazia è cambiata e le iniziative di pace sono passate in secondo piano, mentre il sostegno militare occidentale all’Ucraina si è intensificato. Gli alleati occidentali hanno continuato a fornire all’Ucraina aiuti militari sempre più sofisticati, sostegno finanziario e risorse di intelligence, rafforzando la capacità del Paese di resistere all’invasione russa.
Le parole di Breton mettono in evidenza come queste pressioni anglo-americane siano sate tali da cancellare qualsiasi autonomia decisionale della UE, che, infatti, ancora ora si rivela la parte meno disponiile al colloquio e alle trattative. ancora orggi la Commissione parla di “Appoggio incrollabile” all’Ucraina, mentre Trump sente telefonicamente Putin per aprire una strada verso future trattative.
Dato che diversi paesi europei sono aperti a colloqui diplomatici e la prosecuzione del conflitto appare impossibile senza l’appoggio degli USA, resta il dubbio enorme di chi veramente comandi nella UE, dato che una posizione così estremistica ormai è solo appanaggio del Regno Unito e dei Verdi tedeschi.
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