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Boris Johnson vicino a saltare. Nulla è peggio di un leader aggrappato al potere

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Boris Johnson è sempre più in crisi, e tutto per suoi errori o leggerezze. Dopo aver perso l’appoggio di una parte dei deputati, pronti a votargli la sfiducia, ieri c’è stato l’ennesimo colpo di scena: quattro dei suoi più fidati e stretti consiglieri hanno dato le dimissioni. A dimettersi sono stati  il direttore delle comunicazioni Jack Doyle, il capo della politica Munira Mirza il capo dello staff Dan Rosenfield e dall’alto funzionario Martin Reynolds, segretario privato di Johnson.

Le dimissioni più dolorose sono state quelle di Mirza, uno dei suoi alleati di lunga data, che si è dimessa da capo dell’unità politica di Johnson per protestare contro un’osservazione “scurrile” fatta dal primo ministro sul rivale dell’opposizione Keir Starmer, quando il Primo Ministro ha accusato Starmer di non aver perseguito il famigerato pedofilo Jimmy Saville.

Penso che tu abbia sbagliato a insinuare questa settimana che Keir Starmer fosse personalmente responsabile per aver permesso a Jimmy Savile di sfuggire alla giustizia“, ​​ha scritto Mirza nella sua lettera, pubblicata per la prima volta da Spectator. “Non è stato il solito taglio e spinta della politica; era un riferimento inappropriato e di parte a un orribile caso di abusi sessuali su minori. Hai cercato di chiarire la tua posizione oggi ma, nonostante la mia insistenza, non ti sei scusato per l’impressione ingannevole che hai dato.” Per capire la mossa bisogna comprendere che questi funzionari sono dei professionisti politici e non vogliono vedere le proprie carriere future distrutte dall’aver collaborato con un leader inadeguato.

Non è però finita. Il governo scricchiola a causa del “Partygate”, cioè delle feste fatte a Downing  Street quando vi era il lockdown, ora oggetto di un’inchiesta anche da parte della polizia. Il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak ha preso le distanze da Johnson, facendo intravvedere una pericolosa rottura nel governo che potrebbe portarlo alla crisi. Ormai fonti ministeriali interne danno al 50% le probabilità che l’attuale governo sopravviva, il tutto comunque con pesantissime ricadute politiche ed elettorali sul partito. Politicamente nulla è più devastante di un leader cocciuto che non capisca quando è il momento di passare la mano ad un altro, ma persegue nella propria politica di auto distruzione. Boris Johnson è su questa strada, non comprendendo che un politico di razza esce di scena proprio per mantenere il controllo sulla situazione politica, lasciando che nel frattempo qualcun altro gli tolga le castagne dal fuoco.


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