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Boris Johnson si dimette. Chi se ne importa: non cambierà nulla nella politica britannica

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Boris Johnson ha annunciato che si dimetterà entro oggi. Nonostante avesse sottilmente minacciato le elezioni anticipate, ha preferito alla fine piegarsi alla sempre più evidente volontà del partito e, entro le prossime 24-48 ore , non sarà più primo ministro.

Non si sa esattamente ancora chi prenderà il suo posto, ci sono diversi contendenti per la scottante poltrona di primo ministro. Nel frattempo lui potrebbe continuare a restare al suo posto, periodo di transizione che potrebbe anche durare mesi, se la lotta fra i conservatori fosse veramente incerta. Molti vorrebbero che la sua sedia fosse subito presa dal suo vice, Dominic Raab, proprio a segnare la fine della breve era Johnson. Se invece Johnson restasse temporaneamente, ad interim, al suo posto gestirebbe una serie di misure fiscali ed economiche già annunciate, e questo non è gradito ai suoi nemici interni ed esterni.

Cambierà qualcosa? NO. Nessuno dei leader Tories che lo sostituirà cambierà qualcosa di profondo nella politica del Regno Unito. Probabilmente alleggerirà la tensione con la UE, anche se nessuno può ora pensare ad un ritorno, ma per il resto non ci saranno profondi cambiamenti di politica. Avremo semplicemente dei personaggi meno estrosi, pazzi, e più attenti di quanto non fosse Johnson, politici più grigi, ma il cambiamento politico sarà solo nelle persone, non in quello che faranno. Del resto chiamare le elezioni anticipate ora sarebbe suicida per i conservatori, che devono almeno sperare di superare la crisi energetica prima di poter, anche vagamente, pensare a nuove elezioni.

Si fanno diverse voci su chi potrebbe succedergli, sono almeno otto i contendenti, ma, francamente, è una discussione non particolarmente interessante, al di fuori dei giochi di potere britannici. anzi potrebbe perfino rafforzare quell’ala di Bruxelles più lontana dal popolo e in gradi di perfino peggiorare la situazione attuale.

 

 

 


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