Attualità
BORGHI: OGGI LA STORIA CI PASSA VICINO. ORA SAPETE TUTTI COSA E’ LA RIFORMA DEL MES, NON AVRETE PIU’ ALIBI (con testo da resoconto della Camera)
Orami siamo alla fine. Oggi nche il M5s firmerà il mandato a Conte per la Riforma dnel MES. Claudio Borghi, nel suo intervento, fa un riassunto dei passaggi del MES e del suo contenuto più scottante, articolo per articolo, perchè non esista un alibi per chi voterà “Si”, perchè nessuno possa dire, in futuro, “Non Sapevo”, “Non mi hanno spiegato”. Claudio Borghi è stato estremamente chiaro sui contenuti:
- la possibilità del MES di decidere, motu proprio, se un debito è “Solvibile” oppure no, mandando quindi u paese in default;
- sulla possibilità di richiedere il versamento di 110 miliardi in 7 giorni;
- l’assoluta superiorità a qualsiasi legge sia del MES sia di tutti i suoi funzionari;
- sulla possibilità che i nuovi titoli emessi possano essere ristrutturati, cioè mandati in default , con facilità;
- sul fatto che Francia e Germania si sono riservati un diritto di veto che invece è stato negato all’Italia.
Tutto questo, e molto altro è contenuto in quello che Conte firmerà al prossimo Consiglio. Un trattato incredibilmente svantaggioso per l’Italia, ma il Movimento Cinque Stelle ormai ha deciso di tradire, e deve portare fino in fondo la propria decisione.
Ringraziamo Inriverente. Sotto il Video il discorso con resoconto stenografico
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Signor Presidente, cercherò di essere il più chiaro e il più sintetico possibile, perché questa seduta non è una seduta del Parlamento normale. Questa è la prima volta in cui molti di noi avranno modo di votare qualcosa di significativo. Questa è una delle prime volte in cui la storia ci passa vicino e non è un discorso pieno di nulla, come quello che ha fatto il Presidente fino adesso, ad essere il punto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il punto è quello che verrà approvato in Consiglio europeo, quello di cui lui non ha parlato per la milionesima volta, vale a dire la riforma del MES. Allora ne parliamo qui, in modo tale che nessuno di quest’Aula poi potrà invocare il: “ma io non sapevo”. Nessuno dovrà avere questa giustificazione e mi perdoni Presidente, come premessa però del discorso che starò per fare, c’è un punto che deve essere chiarito una volta per tutte. Vale a dire, se noi oggi siamo qui per decidere che mandato dare al Presidente, c’è qualcuno che, in assenza di questo mandato, è andato in Unione europea e ha già dato l’assenso per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: Vergogna)! Piantiamola di prenderci in giro! Ma, e spero che da qui mi senta il Presidente Mattarella, è possibile che il Ministro dell’Economia su una questione così importante e così grave se ne sia andato in Unione Europea, all’Eurogruppo a dare l’assenso dell’Italia a una riforma come quella del MES senza nessun tipo di mandato parlamentare? Ma in un Paese normale questo può succedere? Ma scusate, non è che non c’era tempo prima per fare una riunione qui in Parlamento in cui discutere seriamente, seriamente, non con due parole, della riforma del MES in modo tale da dare un mandato compiuto al nostro Ministro, perché vi ricordo che, nelle tre settimane precedenti, una settimana si è parlato di omofobia e transfobia, un’altra settimana…
PRESIDENTE. Deputato Sasso…
CLAUDIO BORGHI (LEGA). … si è parlato di legge sui clandestini e un’altra si è fatto vacanza: quindi, il tempo probabilmente c’era, non si è parlato di nulla e il Ministro, ciò nonostante, ha preso ed è andato in Europa e ha dato l’assenso per l’Italia ad una riforma così fondamentale come quella del MES, su cui abbiamo imparato a leggere sui giornali che vi sono posizioni evidentemente non lineari e non complete in maggioranza, perché, se fino a ieri hanno fatto le discussioni per decidere che posizione prendere, il punto di caduta, forse questa posizione non c’era, non era delineata e quindi che diamine è andato a fare quel signore lì in Europa? Ricordate: l’infedeltà in affari di Stato, il tradimento, si prescrivono in quindici anni e in quindici anni cambiano tante cose. Abbiamo visto che è stato incriminato ieri il presidente Sarkozy, in quindici anni cambiano tante cose. Sinceramente, se bisognasse provare a rientrare negli alvei della normalità, le deleghe al Ministro Gualtieri dovrebbero essere tolte immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Inoltre, sgombriamo all’inizio, subito, un altro argomento, vale a dire la confusione fra l’attivazione del MES e la riforma, cosa particolarmente urticante quando sentita dire da persone come Di Maio che erano sempre state totalmente informate della questione, perché la riforma del MES non ha bisogno di alcuna attivazione, si attiva da sola. Se si approva la riforma del MES, le clausole sui titoli di Stato vengono stampigliate prima di qualsiasi voto, senza bisogno di qualsiasi voto del Parlamento e il common backstop bancario, quello di cui mena vanto il Presidente, non è un successo italiano: è una cosa chiesta dalla Germania; tant’è vero che qui qualcuno ha mai sentito parlare della grande posizione italiana o del desiderio di avere il common backstop sul sistema bancario? Ma quando mai, ma quando mai? Questa è una roba che era arrivata a dicembre dal cielo, senza che nessuno sapesse, perché? Non certo per la strenua battaglia dell’Italia ma perché lo vuole la Germania! E noi ci mettiamo su il cappello, lo vogliamo anche noi! Ah! Queste aule che hanno visto molto di meglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) di qualcuno che arriva a mettere il cappello su cose chieste da chi ha interessi opposti ai nostri!
Va bene, adesso mettiamoci a parlare in modo chiaro di questa riforma – almeno per tutti quelli che ci ascoltano da casa e quelli che in quest’Aula temo, nonostante ormai anni di dibattito, non hanno ancora capito di che si tratta – e poi vediamo se è possibile anche solo pensare di approvarla.
Ricordiamo, anche a beneficio di chi è intervenuto prima, la storia di questa riforma che – è vero – è iniziata con il Governo giallo-verde. La conoscenza da parte del Parlamento del testo di questa riforma è iniziata il 12 giugno 2019, vale a dire due giorni prima di un Eurogruppo, quello a cui andò il Ministro Tria. Ed è iniziata proprio in una maniera assolutamente pulita e lineare per un Parlamento occidentale. Vi ricordo cos’è successo – l’ho già detto una volta e non sono stato smentito, perché non è possibile smentirmi – ma ve lo ricordo, nel caso vi fosse sfuggito in passato.
Il 12 giugno 2019 il capo di gabinetto del Presidente Conte, dottor Goracci, chiamò in tutta segretezza quattro persone, nello specifico il deputato Garavaglia, il senatore Bagnai, il Vice Ministro Laura Castelli e un assistente del sottosegretario Fraccaro. Li chiamò a Palazzo Chigi in una stanza chiusa, intimando di non fare foto e non prendere appunti, facendo vedere il testo, peraltro in inglese, del nuovo trattato MES. “Potete guardarlo un po’ così, intanto mi raccomando non fate foto”. Ecco, con questo bellissimo e trasparente sistema si doveva dare mandato per l’Eurogruppo del 14, con un Ministro che, purtroppo, anche lui era refrattario a venire in Parlamento a parlare di queste cose: del resto, vedete un po’ voi le modalità. Notare: non si alza nessuno a dire che non è così, perché è così (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
Il 14, purtroppo, nonostante il preciso mandato che fu dato all’allora Ministro, che adesso ha delle crisi di smemoratezza – ossia il mandato a dire “questa cosa non è nell’interesse dell’Italia, questa riforma è assurda, divide in buoni e cattivi, noi siamo fra i cattivi”, quindi c’era il mandato di bloccarla subito – il Ministro non bloccò niente. Io ho ancora qui tutti i dialoghi fatti all’epoca con alti membri del Movimento 5 Stelle, che adesso vanno ad approvare questa manovra e, all’epoca, il commento a questo bellissimo risultato non ottenuto dal nostro Ministro dell’Economia – che era un altro, ma evidentemente quel posto azzera le capacità intellettive, non lo so (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) – fu il seguente. Questa persona, che oltretutto è lì seduta adesso su questi banchi, disse: “non sono mai stato così incazzato e deluso in vita mia perché, contro il nostro mandato, il Ministro non si è opposto”; ce l’ho qui.
E allora, a quel punto, parte fra noi e i vertici del Movimento 5 Stelle l’allarme, dicendo “non si è opposto, si deve opporre Conte: abbiamo tempo dall’Eurogruppo all’Euro Summit per bloccare questa riforma che non è nell’interesse dell’Italia”.
A quel punto venne approvata la risoluzione Molinari e D’Uva, quella che imponeva al Presidente di non approvare il Meccanismo europeo di stabilità e – guarda caso – anche il Presidente andò là e approvò tutto, inventandosi la logica di pacchetto e questa logica di pacchetto ovviamente fu recepita soltanto inserendo la parola “pacchetto” nel comunicato stampa finale, ma il testo non cambiò di una virgola; questo per dire con che tenacia e con che aggressività il nostro Presidente andava a difendere gli interessi dell’Italia, contro mandato preciso – questa volta – del Parlamento, perché per l’Eurogruppo avevamo dovuto comunicare con Tria per le brevi; per il Parlamento tutti voi e D’Uva, basta andare a sentire cosa fu l’intervento: “Con questa riforma non si deve procedere oltre”, disse l’onorevole D’Uva; ecco non si deve procedere oltre, e lui andò là e approvò (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, ricordiamolo il marchio del tradimento, perché va sempre ricordato; e vediamo un po’ che cosa approvò, perché – ripeto – in sanità di mente uno può approvare queste cose? Prendiamo il Trattato MES, leggiamolo. Punto 11 delle premesse: “Clausole di azione collettiva”, significa che ogni titolo del nostro debito verrà stampigliato con quella che io chiamo la “lettera scarlatta”, vale a dire la possibilità di poter essere ristrutturato – che sembra una bella parola, ma significa default – più facilmente. Ma, secondo voi, se si mettono delle clausole di azione per defaultare più facilmente è una bella cosa, è un bel risultato? Ho sentito qualcuno che dice: “Eh, da parte dei partiti della maggioranza è un ottimo risultato perché questo impedisce ai fondi speculativi di ottenere di bloccare la procedura”, ma meno male che un fondo speculativo potrebbe bloccare la procedura, perché non deve essere possibile ristrutturare il debito pubblico. Ma stiamo scherzando? Il debito pubblico deve essere privo di rischio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): qualsiasi regola, qualsiasi cosa che preveda anche solo la ristrutturazione del debito pubblico, vale a dire il default è una pistola puntata alla tempia dei risparmiatori, così come detto, non da me, non da un sovranista, ma dal professor Giampaolo Galli. Punto 12 a) delle premesse: “Il MES è quello che valuta la capacità di rimborso degli Stati”; quindi significa che il MES può decidere che uno Stato non è considerato sicuro, lo comunica e automaticamente quello Stato così diventerà, perché basta un segnale in questo senso ai mercati e, lo sapete, senza la rete di protezione della Banca centrale europea, le crisi si autoavverano, quindi noi diamo ad uno la possibilità di dire: “Il debito dell’Italia non è sostenibile, abbiamo messo le clausole per rendere ristrutturabile il debito” ed ecco che ci andiamo a sparare dentro nella crisi greca-bis per l’Italia. Punto 12 b) delle premesse: “forma adeguata di partecipazione nel settore privato”, vale a dire il default; viene previsto che chi ha i titoli di Stato possa subire perdite – è scritto nero su bianco -, e noi abbiamo l’80 per cento del nostro debito pubblico in mano nostra – la Germania ha il 20 per cento del debito pubblico in mano domestica -, quindi noi stiamo prevedendo che tutti i nostri risparmiatori, banche, assicurazioni e così via possano allegramente subire perdite perché, a un certo punto, può succedere qualcosa che non va al nostro debito pubblico; 3.000 miliardi di debito? Ma sì, con leggerezza, qui, in un discorsino, il mercoledì parliamo di queste cosucce. Punto 13 delle premesse: “Il MES è un creditore privilegiato”, così come il Fondo monetario internazionale. Articolo 1: “Il MES può valutare la sostenibilità del debito pubblico degli Stati membri” e qui torniamo al punto di prima, cioè si dà al MES la possibilità di andare a sindacare quali debiti sono sostenibili o no, e di annunciarlo. Articolo 5: “maggioranza qualificata”, la maggioranza qualificata è con l’80 per cento dei voti espressi, e qui io sono sicuro che l’Italia avrà la possibilità quindi di poter mettere il diritto di veto, perché insomma è un Paese importante, un Paese fondatore, abbiamo Presidenti così seri, Ministri così seri che vanno a combattere per noi.
Bene, sapete qual è la quota dell’Italia nel fondo MES? Peccato, è il 18 per cento. E, però, nel caso uno volesse avere dei dubbi, ricordate che il 20 per cento serve per bloccare la maggioranza qualificata, vi domandate qual è la quota della Francia? Dai, che ce la fate: 20,3 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, noi andiamo a firmare una cosa, dove il potere di veto ce l’hanno la Francia e la Germania e l’Italia no. Ma siamo furbi, abbiamo combattuto, è una cosa che ci viene nel nostro interesse. E come no! Il direttore generale e il personale del MES sono responsabili soltanto nei confronti di quest’ultimo? Beh, comodissimo, chi non vorrebbe? Articolo 8: 704 miliardi di capitale richiamabile. Quindi, la quota per l’Italia sono 125 miliardi (versati 15). Quindi, significa che ci sono ancora 110 miliardi di capitale, cui l’Italia si è impegnata e sono richiamabili. Ma richiamabili come? Ah, beh, a questo ci pensa l’articolo 9. Articolo 9: Il direttore può richiedere che le quote non versate – quindi sono 110 miliardi per l’Italia – possano essere versate entro sette giorni dalla richiesta. Quindi, noi ci impegniamo a versare incondizionatamente, irrevocabilmente, 110 miliardi, a sette giorni dalla telefonata di un signore che è responsabile solo verso se stesso. Ma siamo matti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?
Articolo 14: si stabiliscono due tipi di linee di credito, una per i buoni e una per i cattivi. Secondo voi, noi da che parte stiamo? Si ritorna sempre… Rientrano dalla finestra quelle regole del fiscal compact che erano uscite dalla porta, quelle contro cui i grillini si erano scagliati costantemente, e meritoriamente, perché io difendevo la loro battaglia. Ritornano le regole: deficit al 3 per cento, debito al 60 per cento del PIL oppure riduzione del differenziale dal 60 per cento di un ventesimo l’anno. Secondo voi, chi è quello più lontano da questo obiettivo? Quindi, chi è quello che dovrà prendere a tagli di tasse, a tagli delle pensioni… ?
PRESIDENTE. Concluda.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Sì, no, concludo? C’è ancora una bella lista. Comunque, sì, concludo. Articolo 18 a): backstop alle banche. Questo grande risultato! Ma, scusate, fatemi capire: un grande risultato? Ma perché? Ma le banche, in Italia, hanno qualche problema? A me sembra che le banche in Italia siano state pagate e sanate a furia di bail-in dei risparmiatori. E, invece, evidentemente qualcun altro, magari, questi problemi li ha e, quindi, potrebbe usare i soldi del MES – vale a dire i soldi nostri, quelli richiamabili a telefonata – per sanare le sue di banche.
Articolo 32: i beni e disponibilità di proprietà del MES godono dell’immunità da qualsiasi forma di giurisdizione! Ma voi vi immaginate? Immunità da qualsiasi forma di giurisdizione! Gli archivi sono inviolabili, il direttore generale e gli amministratori e tutto il personale godono dell’immunità di giurisdizione. Ma pensate che meraviglia! Noi diamo, a uno che gode dell’immunità da qualsiasi giurisdizione, la possibilità di richiamare 110 miliardi di soldi nostri, per pagare le banche tedesche oppure per azzerare il nostro debito pubblico? Ma che cosa stiamo facendo? Ma stiamo scherzando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?
PRESIDENTE. Deputato Claudio Borghi, deve concludere, è finito il tempo.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Sì, scusi, concludo, Presidente. Perché ricorderete che il direttore generale, che ha questi poteri e che può fare questo, era quello che ha detto dei greci: non mi importa se hanno fame, basta che paghino. È nelle intercettazioni di Varoufakis. È quello che dice: non pagate le pensioni e restituite i soldi. E sto sempre parlando di cosa aveva detto ai greci all’epoca. Ecco, noi lasciamo a questa persona, casualmente tedesco, la possibilità di fare quello che vuole del nostro Paese.
Amici, – e qui concludo veramente – la storia passa una volta. Siamo tutti entrati in questo Parlamento con la speranza di cambiare il mondo e – mi rivolgo a voi del MoVimento 5 Stelle -, una volta che avete la possibilità di fare una cosa veramente importante, che non sono gli emendamentini della legge di bilancio, una cosa contro cui voi, prima di tutti gli altri, e della Lega…
PRESIDENTE. Deputato Claudio Borghi, deve concludere.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). …perché – sì scusi, Presidente, concludo davvero – non fu votato all’epoca della Lega, quando fu approvato la prima volta. Adesso avete la possibilità di rimanere nella storia come qualcuno che ha difeso il proprio Paese, e cosa fate? Approvate questo scempio? Signori, da oggi rimangono due liste di nomi: rimangono i patrioti e rimangono quelli che, invece, verranno additati, nel tempo, come traditori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Dai banchi della Lega si grida: Traditori! Buffoni!).
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