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Bonomi: il 30% delle aziende chiuderà presto. Stanno guidando l’Italia al disastro economico

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L’Italia sta per affrontare una vera e propria guerra dichiarata al proprio sistema economico che, se il governo non cambierà nettamente rotta, o non se ne andrà a casa lasciando spazio a qualcuno migliore, rischia di non lasciare che macerie, povertà e disoccupazione.

Oggi a Torino perfino il filogovernativo, di natura, presidente di Confindustria ha detto che  “Produrre è diventato antieconomico”, con il 16% delle aziende italiane che ha già ridotto o addirittura interrotto le produzioni: “Se continuiamo così si aggiungerà un altro 30% nei prossimi mesi. Se andiamo a scartamento ridotto è un problema per il Paese”, ha affermato davanti alla Fondazione San Paolo.

Per coloro che non amano particolarmente la matematica ricordo che il 16%+30% fa il 48%, praticamente la metà delle aziende italiane. Questo fatto è confermato dall’andamento dei consumi di gas , che sono calati del  -9,3% a febbraio, e del 10,3% a marzo. Pensate che le aziende producano senza gas? No, semplicemente hanno smesso di produrre, esattamente come, alla fine, ha ammesso anche Confidustria

Quando queste avranno licenziato i dipendenti e chiuso, o si saranno ridotte ai minimi termini, che faremo? Chi pagherà le tasse per i dipendenti pubblici? Chi darà stipendi e salari?

La principale causa attuale di questa morìa è nota: gli enormi prezzi dell’energia causati dal combinarsi di tre cause:

  • le tasse sul carbonio legate al “Green Deal” ed alla sua folle applicazione;
  • per l’esplosione dei prezzi dovuta al taglio degli investimenti energetici tradizionali PRECEDENTE la guerra in Ucraina;
  • per la guerra in Ucraina e le sanzioni che stiamo imponendo alla Russia, che si tramutano in un enorme boomerang. Ad esempio oggi il taglio alle forniture di carbone alla UE ha portato subito ad un forte aumento subìto del prezzo dello stesso, e questo si rifletterà sul costo dell’energia in EU e quindi in Italia.

La situazione è tragica e si prepara un futuro di povertà. I nostri figli NON avranno nessun futuro nel nostro paese, né nel settore privato nè in quello pubblico, eppure sembra che la cosa non interessi a nessuno. Ho quasi la sensazione che la chiusura sia desiderata da una parte della politica, dal PD e da una fetta del M5S, che si sentono estranei e superiori all’economia e alla vita del paese. Non è così, anche loro lo pagheranno e anche regioni solidamente del PD, come l’Emilia Romagna, lo sentiranno duramente.

Confindustria ha delle colpe enormi. Ha sempre leccato il potere, senza mai una seria critica. Ha adorato come il Vitello d’Oro l’idolo del Recovery Fund, senza riconoscere che era solo FUFFA. Ora anche loro, di fronte al disastro, devono ammettere che bisogna cambiare strada. Quale? Non sicuramente i pannicelli caldi del governo Draghi, che non ha né appoggio nel paese né una vera maggioranza politica. Ci vuole un vero governo che sia in grado di conciliare NON i parlamentari, ma tutti gli italiani, e fare scelte forti, anche mandando a quel paese poteri che non ci amano e che non sono in grado di risolvere i nostri problemi. O facciamo questa scelta o tutto andrà in rovina, pubblico e privato. 

 


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