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BONAFEDE NON HA NEANCHE IL CORAGGIO DI GUARDARE IN FACCIA PARAGONE. L’incredibile ipocrisia del M5Stelle sulla Giustiza

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Oggi la cadrega del ministro Bonafede è stata salvata dal voto del PD, dei Cinquestelle e, soprattutto, di Italia Viva. Ricordiamo che la mozione di sfiducia individuale era stata richiesta a causa delle accuse del Procuratore Di Matteo dell’antimafia che, contattato nel giugno 2018 per diventare capo del DPA, la direzione dei penitenziari, venne quindi scartato perché dava fastidio a qualcuno, forse all’interno delle stesse carceri, e non come lavoratore. Le accuse sono state sostanzialmente ribadite in altre occasioni e confermate in modo indiretto.

Nel suo intervento in Senato Gianluigi Paragone accusa Bonafede di non avere neppure il coraggio di guardarlo in faccia. Anche perché, oltre il caso Di Mattia, c’è il caso Scanzi di cui il M5s ha chiesto le dimissioni quando era solo sotto inchiesta, ma lo ha confermato alla guida dell’ENI quando era rinviato a giudizio…

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