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Bolsonaro condannato, rischia 43 anni: la sentenza che scuote il Brasile e allarma Trump
La Corte Suprema brasiliana ha giudicato l’ex presidente colpevole di aver guidato un’organizzazione criminale finalizzata al colpo di Stato. Ora cresce la tensione con gli USA, pronti a reagire dopo le pesanti tariffe già imposte.

La Prima Sezione della Corte Suprema Federale (STF) ha raggiunto giovedì la maggioranza per condannare Jair Bolsonaro, con l’accusa di aver guidato un’organizzazione criminale al fine di rimanere al potere.
Il risultato parziale di tre voti a uno è stato raggiunto con la giudice Cármen Lúcia. Nella sua dichiarazione, si è allineata al relatore Alexandre de Moraes, ha indicato Bolsonaro come leader della trama e si è opposta alla posizione del collega Luiz Fux, che ha votato per l’assoluzione di Bolsonaro e ha minimizzato la gravità delle accuse. Cármen ha anche formato una maggioranza per condannare gli altri sette imputati del nucleo centrale della trama.
La giudice sta ancora analizzando l’accusa contro Bolsonaro e gli altri sette imputati per quattro reati: colpo di Stato, abolizione dello Stato democratico di diritto, danno qualificato al patrimonio pubblico e deterioramento del patrimonio storico.
La pena massima per queste accuse, con l’aggravante del ruolo di leadership attribuito a Bolsonaro, può arrivare a 43 anni di reclusione. Venerdì 12, i ministri discuteranno ancora l’entità della pena applicata a ciascuno degli imputati.
L’ex presidente dovrebbe essere arrestato solo al termine del processo, quando la difesa di Bolsonaro non avrà più ricorsi da presentare alla Corte Suprema. La giurisprudenza della corte stabilisce che la pena deve essere scontata solo dopo il rigetto dei primi due ricorsi.
La sua condanna arriva in un momento di forte pressione da parte degli alleati per un’amnistia in Congresso e si inserisce in un contesto di polarizzazione politica con implicazioni per le elezioni presidenziali del prossimo anno. I giudici della Corte Suprema si sono schierati contro questo perdono e a favore della punizione degli imputati condannati.
La Corte Suprema ha raggiunto il quorum per condannare Bolsonaro e altri imputati il giorno dopo che Luiz Fux ha espresso un parere divergente e ha condannato solo due di loro, per accuse più lievi di quelle presentate dalla Procura Generale della Repubblica (PGR).
L’ira di Trump
Si prevede una reazione negativa da parte dell’amministrazione Trump , amico personale e politicamente vicino a Bolsonaro. Oltre a questo la condanna potrebbe provocare disordini nelle strade una volta che il verdetto sarà formalmente emesso.
Il processo dovrebbe concludersi formalmente venerdì, con la pronuncia della sentenza. Se la sentenza sarà severa, la Casa Bianca potrebbe reagire con forza dopo che quest’estate è stata imposta una tariffa complessiva del 50%, che ha avuto un impatto sulla maggior parte delle importazioni brasiliane, tra cui caffè, cacao, canna da zucchero, carne bovina, tabacco, frutti di mare e minerali rari.
Mercoledì è stato espresso un unico voto dissenziente: il giudice Luiz Fux ha votato per assolvere Bolsonaro. “La posizione di Fux ha anche incoraggiato i legislatori conservatori a spingere per un ampio disegno di legge di amnistia che proteggerebbe Bolsonaro”, scrive Bloomberg. Un simile risultato aiuterebbe sicuramente le relazioni tra Brasile e Stati Uniti in un momento delicato, anche se molti brasiliani potrebbero esitare a piegarsi a Washington.
Fux ha infatti chiesto l’annullamento dell’intero processo. “Mentre la Camera bassa ha segnalato che potrebbe sottoporre la misura al voto, il Senato ha mostrato scarso sostegno e la Corte Suprema potrebbe ancora dichiararla incostituzionale”, osserva Bloomberg.
“Le autorità hanno definito il caso come un momento storico per la democrazia in una nazione che ha subito più di una dozzina di tentativi di colpo di Stato nella sua storia, ma che non ha mai perseguito un alto funzionario per avervi preso parte”, aggiunge il rapporto.
A Bolsonaro è già stato vietato di candidarsi alle future elezioni e un lungo processo di appello potrebbe avvicinare il procedimento alla campagna presidenziale del 2026, mentre Bolsonaro ha insistito che sarà candidato.
La Casa Bianca di Trump ha criticato aspramente la sua messa agli arresti domiciliari e ha ripetutamente denunciato pubblicamente il governo Lula per una “caccia alle streghe” da parte dello Stato.
Nel frattempo, un nuovo sondaggio riportato da Bloomberg rivela che “l’approvazione del governo del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva è salita al 33%, rispetto al 29% di luglio, secondo il sondaggio Datafolha, pubblicato da Folha de S.Paulo”, ma in brasile il popolo è volubile e potrebbe cambiare presto idea

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