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Bitcow: ovvero quando anche la mucca va su blockchain

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Il termine “Pecunia”, ricchezza, deriva da “Pecus”, bestiame. Dl resto per millenni il bestiame è stato indicatore di ricchezza. In Argentina, paese dove l’export di bovini pesa per 2,34 miliardi di dollari, hanno deciso di riportare il collegamento fra Bestiame e denaro, o meglio Token, e hanno deciso di tentare la ventura con Bitcow.

Bitcow non è che un asset backed token, un token con un retrostante a garanzia di carattere, reale, dove questo “Reale” non è altro che il bestiame, o meglio un bovino femmina pregno. In questo modo, almeno in teoria, si può diventare allevatori di bestiame, anche se a distanza.

“Il nostro obiettivo è democratizzare gli investimenti”, ha detto Guillermo Villagra, uno dei fondatori della criptovaluta. “Ci sono molte persone che vorrebbero partecipare all’attività agricola, ma poiché si tratta di un’attività di scala, vengono escluse. Apriamo il gioco, dando la possibilità di partecipare fino a un decimo di un vero patrimonio, che in questo caso sono i capi di bestiame».

Ad oggi, l’impresa ha già tokenizzato 2.000 mucche, una quantità marginale rispetto ai 52 milioni di capi che si calcola siano allevati in Argentina. Quindi c’è spazio per crescere. La società funge da intermediario, garantendo il collegamento tra l’investitore e il detentore del bene nel mondo reale, funzione importantissima, perchè senza questo collegamento chi  garantisce che effettivamente alla vacca corrisponda il token? Una volta immessa nel circuito il ciclo di produzione viene quantificato e seguito con smart contract, contratti automatici su blockchain.

Per ora, il servizio è disponibile solo in Argentina, ma è previsto lo sviluppo  in  altri importanti paesi dell’allevamento, tra cui Brasile, Uruguay, Australia e Nuova Zelanda. “Nel tempo in cui operiamo, abbiamo già raggiunto le 10.000 persone che operano attraverso la nostra piattaforma”, ha aggiunto Villagra. Il valore del singolo token è garantito dal fatto di essere parte di un allevamento, il che fa presumere (ma non è chiaro) che, in caso di morte di un capo, un altro simile lo viene a sostituire.

Il prezzo della criptovaluta si basa su un indice che tiene conto delle stesse variabili che si applicano al mercato tradizionale, dal prezzo del bestiame vivo ai costi di manutenzione. Il valore attuale è pari a circa 180.000 pesos argentini, circa 1.770 dollari statunitensi.

Un token di questo genere ha i seguenti punti deboli.

  • prima di tutto è essenziale il momento di certificazione, cioè d’immissione del token collegato al capo di bestiame. L’ideale sarebbe che a certificare fosse un ente esterno;
  • inoltre il token non è trattato se non nella piattaforma di Bitcow. Il che rende il tutto legato alla singola società

Comunque in’iniziativa interessante, soprattutto in un paese come l’Argentina ad alta inflazione.

 


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