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Bill Gates e la “Svolta Climatica”: meno allarmismo, proprio mentre l’IA chiede più energia

Bill Gates ridimensiona l’apocalisse climatica. Una “coincidenza” fortunata, proprio ora che l’Intelligenza Artificiale ha fame di energia (e combustibili fossili)? L’analisi della svolta che fa esultare Trump.

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Viviamo tempi interessanti per la “narrativa” (come si usa dire oggi) sul cambiamento climatico. Dopo decenni in cui qualsiasi evento meteorologico è stato letto come un presagio dell’imminente apocalisse, qualcosa sembra muoversi.

Ricordiamo tutti la “macchina” ben oliata—composta, secondo alcuni, da ONG generosamente finanziate, media mainstream, e un robusto apparato di fact-checking—che ha spinto una visione quasi escatologica del riscaldamento globale. Questa visione ha giustificato una serie di proposte e imposizioni, alcune delle quali piuttosto singolari:

  • La messa al bando di auto a benzina e motori a due tempi.
  • L’imposizione di cucine solo elettriche.
  • La promozione di concetti come le “città da 15 minuti”, una limitazione della libertà personale incredibile.
  • La demonizzazione degli allevamenti (il famoso “metano dalle mucche”).
  • La promozione di diete alternative (il famoso “eat the bugs”).

Un impianto ideologico e normativo che puntava a un decoupling forzato dai combustibili fossili, dipinti come il male assoluto.

La “Coincidenza” dei Data Center

Ora, però, assistiamo a un colpo di scena. Proprio mentre i data center necessari per alimentare la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale (IA) si rivelano incredibilmente energivori—con proiezioni di consumo elettrico da record—Bill Gates, uno dei principali alfieri della transizione verde, sembra aver cambiato tono.

Gates, infatti, avrebbe recentemente ridimensionato la portata della crisi, arrivando a sostenere che il cambiamento climatico “non porterà alla fine dell’umanità”.

Un’affermazione che, detta da lui, suona quasi eretica rispetto al vangelo catastrofista predicato fino a ieri. Si tratta di una notevole “correzione di rotta” rispetto ai toni da “inferno sulla Terra” che hanno dominato il dibattito pubblico per anni.

La narrativa climatica come “Leva”?

Questa “svolta” di Gates solleva interrogativi, specialmente riguardo al tempismo. È difficile non notare la coincidenza: proprio quando Big Tech (di cui Gates è padre nobile) ha un bisogno disperato di enormi quantità di energia—energia che, realisticamente, nel breve termine può venire solo dai combustibili fossili—la narrazione del “climate doom” viene messa in pausa.

Previsione consumi energetici dai data center AI, fonte ReserchGate

Questo alimenta il sospetto, avanzato da alcuni osservatori, che l’intera impalcatura dell’allarmismo climatico fosse, in realtà, qualcosa di diverso. Non tanto una battaglia per il pianeta, quanto una gigantesca operazione di trasferimento di ricchezza, un “colpo” (come l’ha definito un ex funzionario) ai danni del Tesoro americano, perpetrato tramite propaganda che ha permesso il facile passaggio di “virtuose” leggi sul clima.

In quest’ottica, le leggi “verdi” sarebbero servite principalmente a incanalare fondi dei contribuenti verso alleati politici e ONG “amiche”, silenziando chiunque osasse mettere in dubbio la narrativa ufficiale. 

La peazione Politica

Come prevedibile, la politica ha fiutato l’occasione. Donald Trump ha immediatamente rivendicato la “vittoria” su Truth Social: “Ho (NOI!) appena vinto la Guerra alla Bufala del Cambiamento Climatico. Bill Gates ha finalmente ammesso che si sbagliava completamente sulla questione. Ci è voluto coraggio per farlo, e per questo gli siamo grati. MAGA!!!”.

Al di là delle esultanze, la questione rimane. Assistiamo a una guerra per le menti (e per i portafogli) dei cittadini. Se gli ultimi cinque anni di “fake climate doom”, come li definisce la fonte, sono stati solo una mossa per arricchire gli alleati dei Democratici, la “conversione” di Gates alla moderazione, proprio ora che l’IA ha fame di energia, è quantomeno una coincidenza che merita un’analisi tecnica ed economica approfondita.

Domande e risposte

Bill Gates ha davvero cambiato idea sul cambiamento climatico?

Non ha rinnegato il fenomeno, ma ne ha drasticamente ridimensionato i toni. Affermare che “non porterà alla fine dell’umanità” è un netto distacco dalla retorica catastrofista usata da molti attivisti e media. È un cambiamento di tono e priorità che suggerisce che altre questioni (come lo sviluppo dell’IA) stiano prendendo il sopravvento nell’agenda dei “poteri forti”.

Perché l’Intelligenza Artificiale ha bisogno di combustibili fossili?

L’IA richiede enormi data center per l’addestramento e il funzionamento. Questi centri consumano quantità colossali di elettricità, 24 ore su 24. Le fonti rinnovabili come solare ed eolico sono, per natura, intermittenti e non possono (attualmente) garantire l’alimentazione stabile necessaria. Per questo, la domanda di energia dell’IA si traduce, di fatto, in una maggiore domanda di fonti affidabili come gas naturale, nucleare o, dove inevitabile, carbone.

In che senso l’allarmismo climatico era un “furto ai danni del Tesoro”?

Questa è un’accusa molto forte. L’idea è che, creando un clima di panico morale (la “fine del mondo”), sia stato facile far approvare leggi che stanziavano miliardi di dollari pubblici. Questi fondi, invece di risolvere un problema, sarebbero stati dirottati verso specifiche aziende “verdi” (spesso inefficienti ma politicamente connesse), ONG e consulenti, creando un vasto giro d’affari per gli “amici” del sistema.

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