Seguici su

Attualità

Big Oil torna a perforare, ma in silenzio

Pubblicato

il

 

Big Oil, cioè l’insieme delle grandi società petrolifere mondiali,  sta perforando e sta tornando a cercare nuovi campi petroliferi. Però lo fa in silenzio, senza farsi notare…

“Le major stanno ancora esplorando e ne parlano molto meno di prima”, ha detto questo mese a Wilson del FT Andrew Latham, vicepresidente per l’esplorazione di Wood Mackenzie. “Però devi essere uno specialista del settore per conoscere questo tipo di cose [perché] non ne parlano”.

Secondo la società di consulenza, l’anno scorso sono stati perforati un totale di 798 pozzi di valutazione ed esplorazione, circa lo stesso di un anno prima. È stato anche sostanzialmente inferiore a quanto perforato nel 2019, a 1.256 pozzi, ma il calo è stato, secondo Latham, collegato alla pandemia.

Ciò significa che la tabella di marcia dell’AIE, l’Agenzie Internazionale per l’Energia,  verso il “Net Zero”, la fine dell’uso delle fonti al carbonio, sta andando in  malora, e che  quest’anno si potrebbe assistere a un aumento delle nuove perforazioni, soprattutto per  la forza della domanda di petrolio, come ammesso dalla stessa AIE.

Secondo i rapporti, la Shell sta perforando un deposito potenzialmente importante in Namibia all’inizio del mese. Non è stata la società ad annunciare la scoperta. È stata Reuters, citando fonti anonime a conoscenza, a dire che il governo del Paese dell’Africa meridionale avrebbe fatto un annuncio ufficiale questa settimana. La Shell, che è britannico – olandese, sta zitta…

Exxon continua a fare scoperte dopo aver trovato al largo della Guyana. L’ultimo aggiornamento è arrivato all’inizio di questo mese e riguardava i piani per iniziare a pompare da una seconda piattaforma nel blocco di Stabroek, che aumenterebbe tre volte la produzione di petrolio del paese. Nel frattempo, la supermajor ha anche annunciato l’intenzione di diventare una società a zero emissioni entro il 2050.

La francese TotalEnergies, precedentemente solo Total, è stata particolarmente attiva nella perforazione di nuovi pozzi petroliferi, anche se ha anche accelerato l’espansione delle energie rinnovabili. La società francese ha perforato la maggior parte dei nuovi pozzi esplorativi l’anno scorso, secondo i dati di Wood Mac citati dal Financial Times, precedendo sia Exxon, che era seconda, sia la norvegese Equinor, che era terza.

Exxon non ha cambiato strategia perforativa.  Nonostante gli “Azionisti green” va avanti con il petrolio anche perchè, al contrario di Shell,  nessuna sentenza del tribunale la obbliga a ridurre la sua produzione di petrolio. È forse questo fatto che rende particolarmente interessante il caso Shell. Alla supermajor è stato ordinato da un tribunale olandese di ridurre la sua impronta di emissioni del 45% entro dieci anni l’anno scorso, e ha affermato che la sua produzione aveva comunque raggiunto il picco nel 2019.  Questo ha portato a decisioni strategiche per la società, che ha deciso di trasferire la sede nel Regno Unito e continua a perforare.

Perchè si continua a perforare, anzi si aumentano i pozzi:

  • nessuna azienda rinuncia la proprio core business con leggerezza;
  • bisogna sostituire i pozzi in esaurimento, perché comunque c’è domanda. Le rinnovabili saranno il futuro, ma il presente va ancora a benzina;
  • i prezzi elevati legati alla crisi energetica, con il Brent oltre 91 dollari, spingono fortemente verso nuove trivellazioni che risultano sempre più convenienti.

La società di consulenza attivista verde Carbon Tracker, all’inizio di questo mese, ha pubblicato un rapporto in cui avverte che le nuove esplorazioni di petrolio e gas potrebbero comportare perdite di investimento per un valore di 500 miliardi di dollari per l’esaurimento a lungo termine della domanda di petrolio. Eppure la stessa organizzazione l’anno scorso prevedeva un continuo calo dei costi dell’energia eolica e solare, e questo non si è verificato, anzi sono aumentati, e poi, come diceva giustamente Keynes “Nel lungo termine saremo tutti morti”.

Big Oil, ma anche i produttori medi e piccoli, fanno quello che farebbe chiunque a prezzi crescenti, sfrutta il momento, ma lo fanno in silenzio, comunicando i loro investimenti Green, perché più “Fighi”. Però senza l’oro nero non ci sarebbero generatori eolici, ricordiamocelo.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito