Attualità
Bello lo scherzo di Jerome Powell e della FED: esplodono gli interessi sul debito USA
Jerome Powell ha parlato di inflazione in modo duro e vuole chiaramente lasciare un’eredità simile a quella di Volcker. Peccato che gli Stati Uniti siano oggi molto diversi oggi da quelli degli anni ’80. Il recente rapporto sul debito pubblico del terzo trimestre degli Stati Uniti potrebbe mettere in crisi i suoi piani. Il sottostante grafico spiega la non secondaria differenza con il 1980:
I costi del servizio del debito degli Stati Uniti sono saliti alle stelle nel terzo trimestre, poiché lo shock dei tassi si è propagato ai 31.000 miliardi di dollari di debito federale, un numero che continua a crescere a un ritmo di 1.500 miliardi di dollari all’anno. A causa dell’elevata base del debito, ogni piccola variazione del tasso medio di finanziamento ha un impatto enorme sui costi finali del debito per il governo.
Questo numero non potrà che peggiorare anche perché il debito più vecchio viene a scadere e viene e rinnovato con un debito più costoso. Se l’attuale tasso medio della curva dei rendimenti, pari al 4,5%, si propagasse a tutti i 31.000 miliardi di dollari di debito, ci troveremmo di fronte a 1.400 miliardi di dollari all’anno solo di interessi. Si tratta del 29% del totale delle entrate fiscali federali dell’anno 2022. Del resto il peso degli interessi sul PIl è crescito dello 0,7% in meno di un anno, non proprio poco.
Il governo degli Stati Uniti potrebbe diventare l’attore più esposto e vulnerabile agli shock dei tassi. Quando si accumula il tipo di debito che ha il nostro governo, si può perdere il lusso di contenere rapidamente l’inflazione, come fece Volcker negli anni ’80. Non mi sorprenderebbe se la Yellen, insieme al resto del mercato, chiedessero a Powell dietro le quinte di rallentare, magari in contraccambio con una stretta di bilancio.
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