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Batterie: parte la battaglia per le “Batterie liquide”. Il futuro della grande accumulazione energetica sta sviluppandosi a Oriente

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C’è un tipo di batteria di cui poco si parla , ma che si rivela il più adatto per i grandi impianti di accumulazione legati alla produzione intermittente con fonti rinnovabili: le batterie a anodo catodo liquidit, o “Batterie a flusso” o “Batterie a flusso redox”.

Si tratta di batterie in cui il catodo e l’anodo sono liquidi e immagazzinati non vicino agli elettroliti, cioè al luogo dove reagiscono, tramite una membrana, per  creare il flusso di elettroni che genera energia. Il fatto di essere liquidi permette quindi di far scorrere anodo e catodo nelle quantità necessarie quando ve ne è bisogno, da cui il termine “Flow batteries” o batterie a flusso.

Non si tratta di batterie adatte, ovviamente, alle auto o a sistemi domestici perché richiedono di locali separati per lo stoccaggio di anodo e catodo, oltre che pompe per la generazione dei flussi, ma hanno il vantaggio della durata e del fatto che non sono necessari metalli rari come il litio. Si tratta di tecnologie più simili alle celle a combustibile, che utilizzano reazioni chimiche non di combustione. Il grande vantaggio di questo sistema di accumulo è che il costo relativo è di soli pochi decimi di centesimo a KW/h, molto meno rispetto alle soluzioni alternative che costano alcuni centesimi di Euro a KW/h

Due grandi società dell’estremo Oriente stanno accapigliandosi per controllare questo settore. La cinese Dalian Rongke Power è in competizione con la giapponese Sumitomo Electric Industries per accaparrarsi la domanda di questo tipo di batterie essenziale al settore delle rinnovabili.

Un progetto energetico nella città di Dalian è entrato in funzione di recente utilizzando un sistema di accumulo con batterie a flusso redox sviluppato da Rongke. Il sistema ha una capacità di 400 megawattora per contenere l’energia prodotta dalle turbine eoliche e da altre fonti. L’investimento nel progetto è stato di 1,9 miliardi di yuan (281 milioni di dollari). Solo ad agosto Rongke ha consegnato un totale di circa 560 MWh di batterie a flusso redox. Al progetto di Dalian si aggiungeranno altri 400 MWh di stoccaggio. La potenza di una piccola centrale elettrica.

La concorrente è anch’essa orientale, ma giapponese. Sumitomo Electric Industries è stata la prima a commercializzare le batterie a flusso redox nel 2001 e non intende cedere il campo a un rivale cinese. A marzo l’azienda ha consegnato a Hokkaido Electric Power un’unità da 51 MWh, la più grande del Giappone.

La capacità totale del portafoglio di Sumitomo Electric ha raggiunto i 159 MWh, comprese le unità consegnate a Stati Uniti, Taiwan e Marocco.

Una battaglia che vede in questo momento una maggiore capacità potenziale della Rongke, ma la Sumitomo non resterà a guardare, come invece fanno le aziende europee, dimostrando l’inutilità degli investimenti forzati “Verdi” voluti dalla commissione.


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