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Batterie alla soda caustica per risolvere il problema dell’energia rinnovabile?
Una delle maggiori difficoltà con l’energia eolica o solare è trovare un buon modo per immagazzinarla. Le batterie agli ioni di litio sono troppo costose e necessitano di frequenti sostituzioni, avendo un decadimento relativamente rapido. Una soluzione potrebbe essere stoccare l’energia sotto forma di energia termica tramite sali fusi, ma sinora soluzioni simili erano solo teoriche.
Seaborg, una piccola startup nucleare di nuova generazione con sede a Copenaghen, ha scoperto una migliore soluzione di stoccaggio del sale fuso utilizzando l’idrossido di sodio, NaOH, sale noto altrimenti come Soda Caustica. Gli idrossidi possono contenere più calore per unità di sale riseptto alle altre formulazioni, rendendolo più efficiente e riducendo la quantità di sale necessaria. Derivando poi dal cloruro di sodio è anche facilmente producibile.
“Possiamo più della metà del costo dell’accumulo di energia termica in una volta sola. E questo ci consente di arrivare a una fase in cui pensiamo che [la nostra attività] possa essere competitiva senza alcun sussidio “, afferma Ask Emil Løvschall-Jensen, cofondatore di Seaborg.
“Se riempissimo di sale un edificio delle dimensioni del Colosseo a Roma e lo riscaldassimo a 700 gradi, saremmo effettivamente in grado di fornire calore ed elettricità a tutta la popolazione italiana per 10 ore”, afferma Løvschall-Jensen, anche se pensare al Colosseo riempito di soda caustica fa un po’ impressione.
La scoperta è arrivata come un prodotto inaspettato del lavoro che Seaborg stava facendo sulla creazione di piccoli reattori nucleari modulari. La startup nasce nel 2014 per realizzare reattori nucleari compatti su chiatte, utilizzando il sale come componente per renderli più sicuri rispetto alle centrali nucleari tradizionali ma anche per immagazzinare l’energia.
Il problema con il sale è che è corrosivo e consuma i tubi d’acciaio e i serbatoi utilizzati per trattenerlo. Riscaldato a temperature molto elevate, le reazioni di corrosione vengono ulteriormente accelerate. L’idrossido di sodio non viene generalmente utilizzato per i reattori nucleari a sali fusi proprio perché è molto corrosivo, ma Seaborg ha sviluppato un metodo per controllare questa caratteristica estremante pericolosa.
L’elemento chiave della tecnologia qui è il controllo chimico che limita la corrosione dei materiali strutturali a contatto con il sale fuso, e questa caratteristica particolare è la parte essenziale del Know How della Seaborg. Però, dopo le prime fasi legate al nucleare, si sono resi conto che la loro soluzione era ottimale per lo stoccaggio legato alle incostanti fonti energetiche alternative e hanno deciso di creare la consociate Hyme, con Løvschall-Jensen per sviluppare questo settore. Entro 18 mesi dovrebbe essere attivo il primo impianto dimostrativo di stoccaggio dell’energia elettriche tramite scambiatore termico.
L’idea di per se è molto interessante, ma presenta un problema: quanto sarà la dispersione energetica legata alla trasformazione dell’energia elettrica in termica e viceversa? Su questo aspetto fisico si gioca tutta l’efficienza del progetto.
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