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Economia

Barcellona Contro l'”Overtourism”: meno crociere per una città sostenibile?

Barcellona riduce i terminal crociere per combattere l’overtourism. Scopri le nuove strategie e l’impatto economico di questa scelta radicale per un turismo più sostenibile.

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La lotta contro l'”Overturism”, cioè l’eccesso percepito di turisti in alcune località famose, sta assumendo proporzioni paradossali.

La città di Barcellona intende ridurre il numero di terminal portuali per le navi da crociera nell’ultimo tentativo della città di limitare il numero di visite turistiche.

Il terzo porto più grande della Spagna ridurrà il numero di terminal utilizzati dalle navi da crociera da sette a cinque, con l’obiettivo di rendere l’arrivo delle navi “più controllato e sostenibile”, ha dichiarato giovedì il consiglio comunale di Barcellona in un comunicato.

“Per la prima volta in assoluto, vengono imposti limiti alla crescita delle crociere nella città”, ha dichiarato il sindaco di Barcellona Jaume Collboni nel comunicato. Il numero di crocieristi è aumentato del 20% dal 2018 al 2024.

Barcellona è da anni alle prese con il fenomeno del sovraffollamento turistico. L’anno scorso, l’amministrazione comunale ha annunciato che entro il 2029 avrebbe vietato tutti gli affitti a breve termine nel tentativo di alleviare la crisi abitativa.

Porta di Barcellona

Nel corso degli anni a Barcellona si sono svolte proteste contro il turismo, poiché la popolazione locale lamentava i disagi causati dalle visite dei turisti. I turisti delle navi da crociera, ad esempio, possono arrivare in grandi gruppi che causano picchi di congestione in città, fenomeno già conosciuto, ad esempio, nelle isole caraibiche.

Secondo il governo, nel 2024 i porti spagnoli hanno accolto 12,8 milioni di crocieristi, di cui 3,7 milioni a Barcellona, che si è classificata come la prima destinazione del Paese.

I lavori di ristrutturazione del porto di Barcellona dovrebbero iniziare il prossimo anno e comprendono la demolizione di tre vecchi terminal, la costruzione di un nuovo terminal pubblico con una capacità di 7.000 passeggeri e la creazione di un “corridoio di mobilità” costiero per i trasporti pubblici, i taxi, le biciclette e i pedoni.

I lavori previsti comporteranno un investimento pubblico-privato di 185 milioni di euro (216 milioni di dollari), ha dichiarato Jose Alberto Carbonell, presidente del porto di Barcellona.

L’industria crocieristica in Catalogna contribuisce con 562 milioni di euro all’economia della regione, secondo i dati raccolti dall’autorità portuale di Barcellona. I crocieristi spendono in media circa 230 euro al giorno,  70 euro in più rispetto ai turisti regolari a Barcellona.

“Questo protocollo riconosce il valore economico del turismo marittimo, sottolineando al contempo la necessità di una regolamentazione e di una pianificazione, analogamente a quanto avviene per la gestione degli alloggi, degli spazi pubblici, dei trasporti e della fiscalità”, ha dichiarato il Comune di Barcellona in un comunicato stampa.

Altri porti spagnoli, come Palma di Maiorca, hanno già adottato misure per limitare il numero di navi che possono arrivare ogni giorno.

Nello stesso tempo la limitazione degli accessi limiterà gli afflussi economici, nella migliore delle ipotesi, oppure, semplicemente, sposterà le modalità di accesso alla città, secondo le peggiori. Invece che croceristi, mediamente benestanti, giungeranno turisti mordi e fuggi in treno o in pulman. A meno che la Città catalana non desideri rinchiudersi nelle mura come nel Medioevo.


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