Attualità
Barbanera, il demone dei Caraibi
Tratto dal nuovo video targato God Save the Vintage:
L’epoca d’oro della pirateria ebbe i suoi fasti tra il ‘500 e il ‘700 grazie ai frequenti scambi commerciali tra Europa e Americhe, mentre le rivalità tra potenze marittime europee fecero da sfondo a sanguinolente battaglia tra navi in mare aperto. Prima di allora la pirateria, sebbene improntata da popoli di indubbio valore quali Berberi e Vichinghi, non raggiunse mai un livello di diffusione tale da dominare letteralmente un epoca, arrivando a costituire l’immaginario collettivo che tutt’oggi vede la figura del pirata con gamba di legno, benda sull’occhio e litri di rum mentre assale all’arma bianca qualche mercantile malcapitato; proprio tra 1600 e 1700, grazie alle nuove rotte commerciali ed ai numerosi velieri traboccanti d’oro e materie preziose che le percorrevano, resero il pirata l’avventuriero indomito che abbiamo imparato a conoscere tramite i grandi racconti della nostra infanzia, su tutti “L’isola del tesoro” di Stevenson. Nonostante il numero ridotto che imperversava sulle pricipali rotte questi ultimi posero una serie minaccia ai commerci, visto che erano soliti appropriarsi delle imbarcazioni per armarle e rendersi ancora più pericolosi. Va detto che spesso si crea confusione tra pirati e corsari, a differenza dei primi questi ultimi, infatti, ricevevano una speciale patente direttamente dai governi che approfittavano dei loro servigi per danneggiare gli stati nemici, e questa norma consuetudinaria accomunava tanto gli Inglesi quanto i Francesi e gli Spagnoli. Questo, oltre alla suddivisione dei possedimenti tra le varie potenze, rese la zona del Mar dei Caraibi la zona più affollata dai jolly roger.
In mezzo ai possedimenti europei organizzarono addirittura una base di appoggio sulla terraferma, la famosa isola della Tortuga situata tra i moderni stati di Haiti e della Repubblica Dominicana, base principale dei corsari francesi e inglesi. Fantasie o meno ipotizzare uno Stato pirata in quell’isolotto ha il suo fascino poiché vigeva già sulle navi di detti uomini un codice d’onore che imponeva l’elezione del comandate tra i membri della ciurma e la suddivisione in parti uguali di ogni bottino, una collaborazione paritetica che avrebbe potuto mutarsi in un nuovo ordine giuridico se non ci fossero state le pericolose navi monarchiche pronte a cannoneggiare una deviazione dal seminato che in fondo nessuno voleva. D’altronde la stessa Repubblica di Libertalia fù più che un semplice mito e diventa un esempio di come sarebbe stato un governo retto dai pirati e chissà che un giorno non ne parleremo. Tuttavia quel gruppo di scalmanati difettava di una comunanza di obiettivi, in barba a certi romanticismi i pirati spesso erano mossi soltanto dall’avidità e quasi mai da nobili ideali; e quando le monarchie europee decisero di togliere le patenti speciali ai corsari, nel 1721, anche i corsari si diedero alla pirateria andando incontro a quel destino rimandato finché furono utili, cioè la loro pressoché totale soppressione. Nonostante la tragica fine diverse figure si imposero e scrissero con il sangue il loro nome in quel mare cristallino, e oggi voglio raccontarvi le gesta del più conosciuto, temuto, sanguinario figlio di buona donna tra di essi: Edward Teach, meglio conosciuto come Barbanera.
Buona visione.
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