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Bankitalia: “tutti in pensione a 70 anni”. Tutti=(Tutti-Bankitalia)

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In seguito alla segnalazione di un gentile lettore, rettifichiamo l’informazione sull’applicazione del TQP: il contratto sotto descritto si applica agli assunti fino al 24 aprile 1993. Per gli assunti successivamente a tale data è entrato in vigore un accordo del 2008 che riduce i benefit e allinea l’età pensionabile a quella prevista dalla legge, pur concedendo una generosissima pensione integrativa.

Rimangono intatti tutti i privilegi degli assunti ante-1993, gli stipendi faraonici e la spesa di un miliardo all’anno per 7.000 dipendenti e un numero imprecisato di pensionati.

 

Continuando la nostra serie “Le pensioni della Troika” ci dedichiamo oggi a Banca d’Italia, la gloriosa e ossimorica istituzione pubblica di proprietà privata che ha così efficacemente controllato i bilanci delle banche venete e toscane.

Pochi giorni fa Bankitalia-Eurosistema ha lanciato il suo diktat: tutti in pensione a 70 anni!

Andiamo a vedere come razzolano quelli che esigono tanto rigore e austerità per noi:

Hmmm … Costo di un miliardo all’anno, per fare che? Retribuzione di Visco il doppio di Draghi e il triplo della Yellen della Fed, Fed che ricordiamolo ha un bilancio di 4.500 milardi di dollari, circa 300x quello di Bankitalia?  Dirigenti che prendono 251.000 euro all’anno, più di Obama e Macron? Costo medio dei dipendenti di 140.000 euro all’anno? Iniziamo bene!

Vediamo sul fronte pensionistico come si comportano i virtuosi controllori di Banca d’Italia-Eurosistema. Consultiamo il Regolamento per il Trattamento di Quiescenza del Personale del 1992, applicabile solo agli assunti fino all’aprile 1993.

Studiamoci il documento. I punti cardine del principesco sistema pensionistico speciale per i dipendenti di Banca d’Italia assunti ante-1993:

  • Pensione a 60 anni
  • Pensione fruibile subito in caso di dimissioni dopo 21 anni di servizio, capitalizzata al 50% e pagata cash ogni 30 giorni per l’altro 50%
  • Pensione calcolata con metodo retributivo, calcolato sull’ultimo stipendio ed emolumenti vari e maggiorato dal 19,25% (segretari operai etc) al 28,75% (quadri superiori)
  • Pensione pari all’81% dell’ULTIMO STIPENDIO con 36 anni di anzianità, stipendio inclusivo di premi e maggiorazioni di cui sopra: vedi tabella
  • Versamenti previdenziali integrativi interamente pagati dalla Banca d’Italia: nulla è a carico dei dipendenti …
  • Riscatto della laurea con 4/5 anni di anzianità convenzionale, con versamenti di appena un quarto di quelli dovuti
  • maturazione del diritto alla pensione Bankitalia con 21 anni di anzianità
  • Reversibilità per coniuge superstite e figli minorenni o anche genitori over 65
  • Privilegi vari ed eventuali che noi tutti ci sognamo da un pezzo, tipo liquidazione interamente versata e non trattenuta come pensione integrativa etc

Buon per loro, non abbiamo invidia ma solo un forte senso di ingiustizia: come può Bankitalia chiedere 70 anni per noi col contributivo e mantenere i 60 anni per loro col retributivo? Le pensioni d’oro esistono ancora, e sono quelle di chi chiede a noi di stringere la cinghia e magari morire sul posto di lavoro.

Tabella delle misure percentuali delle pensioni di Bankitalia in funzione dell’anzianità

Ma come funziona il generosissimo, sardapanalesco e semisegreto fondo integrativo delle pensioni di Bankitalia? Ce lo disse Repubblica nell’87:

“Il TQP è organismo tanto sofisticato e importante per l’ istituto di emissione da essere gestito in prima persona dal Direttorio e cioè dal governatore Ciampi, dal direttore generale Dini e dai due vicedirettori Fazio e Padoa Schioppa, coadiuvati da una commissione consultiva”

Padoa Schioppa, quello della “durezza del vivere” (per gli altri, e Dini, quello della riforma delle pensioni (per gli altri). E ancora:

“Tqp è l’ abbreviazione usata per indicare il fondo pensioni della Banca centrale, un colosso da 3 mila miliardi di lire, che distribuisce indennità d’ oro, smuove centinaia di miliardi sul mercato mobiliare, investe in obbligazioni, titoli di stato, immobili e di cui poco, se non pochissimo, si parla. Un tempo semplice cassa pensioni creata con i contributi della Banca e dei dipendenti, a metà degli anni 60, per opera di Antonino Occhiuto, il Tqp è stato rivoluzionato da cima a fondo: niente più versamenti di contributi da parte del personale e suo integrale trasferimento alla Banca che lo ha inserito nel bilancio utilizzando gli accantonamenti per gli investimenti.”

Il TQP vale oggi 9 miliardi di euro, quindi nel tempo Bankitalia ci ha messo 7,5 miliardi di suo, più o meno, a fronte di impegni pensionistici attualizzati di 6,7 miliardi. Che previdenza, vero?

Come previsto, l’ennesimo caso di DUE PESI E DUE MISURE DELLE ÉLITES.

PS: Ricordiamo che quando il governo Renzi cercò, timidamente, di chiedere a Visco di limitare i compensi suoi e dei dirigenti e rispettare il tetto di 240.000 euro il Visco s’inalberò peggio del cavallino Ferrari, e si scomodò Draghi per difendere il collega con un bel “le banche centrali sono indipendenti dal governo”. Circolare, non c’è niente da vedere.

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