Economia
Balzo del Pil pro capite Italiano, che raggiunge quello francese

I dati che la Commissione europea ha rilasciato ieri sulla crescita nell’Eurozona, non sono proprio esaltanti, un pò per tutti, a cominciare proprio dalla locomotiva d’Europa Germania. La crescita del PIL reale dell’1,1% nel 2025 nell’UE e dello 0,9% nella zona euro, sostanzialmente allo stesso ritmo registrato nel 2024. Nel 2026 la crescita dovrebbe accelerare fino a raggiungere l’1,5% nell’UE e l’1,4% nella zona euro. L’inflazione complessiva nella zona euro dovrebbe rallentare, passando dal 2,4% nel 2024 a una media del 2,1% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026. Nell’UE l’inflazione dovrebbe seguire dinamiche analoghe al 2024, seppur a un livello leggermente più elevato, scendendo appena al di sotto del 2% nel 2026. Ma per il nostro paese un dato è certamente confortante e riguarda quello relativo al dato del Pil pro capite.
Nel 2025, il PIL pro capite italiano ha raggiunto quello francese, segnando un importante traguardo per l’economia italiana. Questo risultato rappresenta un’inversione di tendenza rispetto a decenni di gap economico, e dimostra la capacità dell’Italia di reagire meglio agli shock economici rispetto ad altri paesi europei Su questo terreno, l’Italia è arrivata ora a pareggiare i conti con la Francia, cancellando una distanza nel prodotto per abitante che era del 10,1% nel 2020 e dell’8,8% nel 2015, ha quasi dimezzato lo “spread” con la Germania, passato in cinque anni dal 24,3% al 13,9%, e ha ricucito i rapporti con la media dell’area Euro, da cui la separa un 5,9% invece del 10,7% del 2020 e del 9,4% registrato nel 2015 (il tutto ovviamente misurato sui confini attuali della moneta unica). Dati non banali, anche se frutto del confronto con un’area che, a partire proprio dalla Germania, non spicca certo per la vivacità della crescita. Ma si tratta di un dato importante che rappresenta una importante inversione di tendenza rispetto agli ultimi dieci anni.
Per capire meglio questo dato occorre fare un piccolo excursus sul significato di pil pro capite. Il Pil in generale è un numero che indica quanto vale tutto quello che viene prodotto in un Paese in un certo periodo di tempo, di solito un anno. Quindi comprende sia i beni (come automobili, vestiti, cibo), sia i servizi che, una volta realizzati all’interno dei confini di uno Stato, sono venduti sul mercato. Il Pil pro capite parte dal numero generale e lo suddivide per il numero di cittadini, in modo da calcolare la ricchezza media. Tornando allo studio della Commissione Ue, dunque, oggi un italiano in media ha un livello di benessere materiale comparabile a quello di un francese. Nel 2020, il gap era del 10,1%, nel 2015 dell’8,8%.Dunque non c’è che da essere soddisfatti. Si tratta di un risultato rilevante, che testimonia una lenta ma costante ricostruzione del tessuto economico nazionale dopo la pandemia. Alla base di questi progressi si colloca una spinta occupazionale importante, con livelli record toccati negli ultimi due anni. Spinta occupazione che non accenna a diminuire, che parla di un numero complessivo di occupati che ha ormai raggiunto il record storico di 24 milioni e 222 mila persone, con un tasso di occupazione che ha raggiunto il 62,8%. Questo risultato ha portato anche a una riduzione di disoccupati (-9 mila) e inattivi (-146 mila), segno di un recupero importante nella partecipazione al mercato del lavoro. E l’aumento degli occupati riguarda anche giovani e donne, in controtendenza anche questo dato, con quanto accaduto in passato.
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