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Baby gang provoca un rogo a Firenze (di Francesco Perretta)

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Gioventù bruciata… o per meglio dire adolescenza bruciata. Avevano meno di 14 anni i ragazzini che ieri hanno appiccato il fuoco a una lunga fila di motorini in pieno centro di Firenze, davanti a tutti, in una delle vie più affollate per lo “struscio” del sabato pomeriggio. Maglia nera e tanica di benzina, un modo diverso per sentirsi più fighi, o forse un’idea delinquenziale per uscire dalla noia o per farsi notare da tutta la città, procurando un danno anche agli storici palazzi circostanti.

Ero appena sceso dalla terrazza del palazzo di proprietà della storica famiglia Gondi, una delle dimore storiche più antiche della città, dove avevo accompagnato Vittorio Sgarbi a godere della vista più bella di Firenze. Un luogo incantevole, inaccessibile, un meraviglioso affaccio sui tetti di Firenze, con vista su tutti i monumenti cittadini. Chi lo visita si sente un privilegiato e non può dimenticare tra le altre cose, un tesoro di superba bellezza: una finestrella che si apre rivelando, incorniciata come un in quadro, la Cupola del Brunelleschi, simbolo della vostra cultura, del nostro ingegno e della nostra identità.

L’azzurro intenso del cielo di ieri e l’aria settembrina che facevano risaltare Firenze in tutto il suo splendore non sono bastati a far desistere dal loro folle gesto questo piccoli barbari, figli dell’insensibilità, dell’apatia e della noia che sfociano in comportamenti assurdi e violenti. Bisognava proprio ammorbarlo quel cielo terso, bisognava offendere un’intera città, adombrandola con una nuvola fetida e malsana?
Ha fatto bene una madre a denunciare il proprio figlio. Adesso punizioni esemplari.


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