Attualità
AUTOSTRADE: CHI PENSANO DI PRENDERE IN GIRO, a parte chi vuole esserlo, cioè Conte e Di Maio
Incredibile intervista dell’AD di ASPI su Il Fatto Quotidiano, che mette in luce il livello di presa in giro a cui sono sottoposti gli italiani da oltre 20 anni, cioè da quando il governo Prodi, per “Aiutare l’entrata dell’Italia nell’Euro” ed abbassare il debito, decise di privatizzarle.
Vediamo le sue parole:
“Abbiamo già avanzato le nostre proposte. Con importanti investimenti a carico della società e una serie di compensazioni, oltre alle risorse per Genova e alle esenzioni per ridurre i disagi di chi viaggia. Vogliamo realizzare investimenti per 13 miliardi di euro nei 18 anni rimasti della concessione”, dice Tomasi spiegando di comprendere la “diffidenza” nei confronti di Autostrade dopo quanto emerso dalle inchieste e in seguito al recente distacco di circa 200 chili di cemento dal soffitto della galleria Bertè lungo la A26 Genova-Gravellona Toce. “È innegabile che dobbiamo fare uno sforzo straordinario per riconquistare la fiducia degli italiani. Abbiamo attuato una forte rotazione del management”
Seriamente, chi vogliono prendere in giro? I soldi delle compensazioni e dei rimborsi sono qualcosa di dovuto e, sinceramente, mi auguro che le cifre che verranno decise dai tribunali siano molto più elevate di quanto volontariamente pagato da ASPI sinora per il disastro del Ponte Morandi. I morti non potranno essere ripagati con i soldi come difficile da quantificare è l’insieme dei danni all’Italia ed alla Liguria comportati dalla distruzione dell’infrastruttura. Il crollo parziale della galleria della A26, il Ponte Morandi, i crolli sulla A6 (che non è ASPI, e questo dovrebbe far ragionare sul totale delle concessioni…) ha riportato la viabilità di un’importante fetta del paese indietro agli anni trenta. Pensano veramente di poter cavarsela con gli spiccioli del ponte Morandi e con quattro soldi per la cancellazione di una parte delle tariffe liguri? Gli Italiani non in parlamento non hanno l’anello al naso.
Però le cose più divertenti devono ancora venire:
“Con la revoca e un indennizzo ridotto rischiamo il fallimento, visto che abbiamo linee di credito aperte per 10,5 miliardi. Con gravi conseguenze anche per decine di migliaia di risparmiatori, oltre che per 7mila dipendenti diretti e per i lavoratori nell’ indotto”
I dipendenti sarebbero riassorbiti da ANAS, anzi Autostrade, quando si trasformò in ASPI, licenziò numeroso personale. Quindi il problema dei dipendenti non si pone, se non per i manager che, sinceramente, è meglio si cerchino un altro lavoro. Per quanto riguarda gli azionisti di ASPI, questi sono costituiti come segue:
Silk Road Fund ed Appia, azionisti di minoranza, se ne faranno una ragione. Fondazione CRT (parte di Intesa) è già stata ampiamente compensata dal regalo fatto con le due banche venete, Sintonia sono i Benetton. Gli straordinari utili che Atlantia è riuscita a raccogliere negli ultimi anni grazie ad ASPI, prima , ma perfino dopo, la tragedia del ponte Morandi, come potete vedere in questo articolo, possono ben compensare la perdita della società. Parliamoci chiaro: i comportamenti criminali che porterebbero al fallimento della società non sono che da imputare ad un avido azionista di controllo (Atlantia e Sintonia/Benetton) ed ad un management eticamente ed aziendalmente non all’altezza. I governi italiani degli ultimi 20 anni hanno permesso ad Atlantia di fare quello che voleva, il tutto sulla pelle degli italiani.
Come abbiamo già scritto ASPI, per i suoi reiterati comportamenti, dovrebbe perdere domani la concessione autostradale e senza nessun compenso. Lo stesso dovrebbe accadere alle altre società concessionarie, anche a partecipazione pubblica, perchè la qualità del nostro sistema autostradale è, sinceramente, vergognosa ed inadeguata. Vogliamo parlare della Modena Brennero, perennemente intasata, stretta e pericolosa? Della Asti Cuneo, già soggetta a crolli? Delle autostrade abruzzesi? Chi nega questa evidenza è in malafede o non ha mai guidato un’auto.
Vedremo la cancellazione delle concessioni con l’attuale governo? NO. La norma del Milleproroghe è il classico “Specchietto per le allodole” un’arma di distrazione di massa. Le contromosse sono già in corso:
- Renzi è contrario, e mezzo M5s è facilmente convincibile, visto che cerca delle collocazioni post mandato elettorale;
- la proposta, risibile, di una riduzione del 5% dei pedaggi avanzata da Atlantia da ora alla fine della concessione è una mancetta che però darà degli strumenti politici agli oppositori della cancellazione della concessione;
- il tempo ed i contrasti politici della maggioranza porranno il tema in secondo piano e passerà, per il momento, nel dimenticatoio.
L’unico modo per togliere le concessioni ad Autostrade sarebbe un vero nuovo governo, forte, che volesse veramente mettere l’Italia ed il suo rilancio infrastrutturale ed economico al centro del proprio programma. Quindi sicuramente non un governo che imbarchi il PD.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.