Economia
Auto EV, Solare e batterie costituiscono 1000 miliardi di Yuan di esportazioni cinesi. Può durare questa situazione?
La Cina ha esportato, nel 2023, 1000 miliardi di Yuan di auto EV, batterie al litio e solare, ma questo ha indispettito i paesi Occidentali che mettono nel mirino le aziende cinesi sovvenzionate. Può questo eccesso d’ovverta andare avanti a lungo, o assisteremo a una crisi industriale?
Le esportazioni cinesi di veicoli elettrici, batterie al litio e celle solari, che ammontano a 1.000 miliardi di yuan (139 miliardi di dollari), potrebbero dover affrontare quest’anno una nuova serie di sfide: i paesi occidentali vedono questa espansione come una minaccia e cercheranno di reagire per cercare di limitare la penetrazione dei prodotti Made in China. Comunque esiste un limite a quello che questi paesi possono importare da Pechino.
Le azioni legali e gli aumenti dei dazi da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea contro la percezione di un’eccessiva offerta di prodotti a basso costo potrebbero frenare un segmento critico della seconda economia mondiale, a meno che la Cina non si diversifichi dall’Occidente e non incrementi la domanda interna, hanno affermato gli analisti.
“La domanda chiave è come queste industrie si battono contro questi crescenti venti contrari, che non sono solo legati alla ricerca di nuove opportunità commerciali, ma anche al bilanciamento con i rischi geopolitici e di politica commerciale”, ha affermato Nick Marro, analista capo del commercio globale presso l’Economist Intelligence Unit.
“Credo che per i politici occidentali non si tratterà tanto di una ‘scusa’ per fare del protezionismo, quanto piuttosto di un riflesso delle reali ansie legate alla possibilità che questi prodotti distorcano i loro mercati”.
Ha anche notato che c’è un “sentimento crescente” nelle capitali occidentali che si oppongono all’idea che i loro consumatori sovvenzionino il motore della crescita cinese. La Commissione Europea ha avviato indagini antisovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi e su un produttore di treni, mentre il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha imposto dazi all’importazione sui produttori di pannelli solari che rifiniscono i prodotti nel sud-est asiatico per evitare le tariffe sui prodotti made-in-China. Il governo degli Stati Uniti ha già bloccato i materiali per le batterie degli EV provenienti dalla Cina in quanto “entità straniera che desta preoccupazione”.
La guerra in Ucraina, di cui sabato ricorre il secondo anniversario, è un altro fattore che influisce sui legami della Cina con i mercati occidentali: giovedì il governo britannico ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia che include tre aziende elettroniche cinesi.
Le sovvenzioni industriali cinesi noon sono sotto esame solo nel settore della auto-EV. La società di materiale ferroviario CRRC Qingdao Sifang è sotto inchiesta in Europa per aver ricevuto sussidi statali di sviluppo.
Un grosso problema di sovrapproduzione
La Cina poi sta producendo molto di più di quanto possa assorbire il mercato mondiale in certi settori. La capacità di fornitura annuale di pannelli solari ha raggiunto tra gli 800 e i 1.100 gigawatt lo scorso anno, ben al di sopra della domanda globale prevista di circa 300 gigawatt, secondo l’Economist Intelligence Unit. Una situazione simile viene ad esservi nel settore delle batterie al lition, in cui i vlumi di produzione sono più elevati dell’assorbimento dal settore auto. In questa situazione i prezzi non possono che crollare, tranne che non si sviluppi ulteriormente la domanda interna cinese.
Chen Zhiwu, professore di finanza presso l’Università di Hong Kong, ha dichiarato che i governi locali forniscono capitale di rischio e agevolazioni fiscali sui terreni alle aziende di EV. “Pechino riconosce che l’insufficienza della domanda interna è una sfida economica fondamentale”, ha dichiarato Wang Zichen, ricercatore presso il Centre for China and Globalisation di Pechino.
“Tuttavia, l’espansione della domanda interna è un’impresa difficile che richiede tempo, sforzi e, cosa forse più importante, riforme interne”.
Mentre le voci sul “de-risking” Cina-UE si fanno sempre più insistenti, perché concentrarsi sulle auto elettriche? Che fine faranno i capitali investiti dai governi locali nelle auto EV?
Un problema di rischio dei capitali
Se non ci sarà uno sviluppo della domanda mondiale in questi settori di forte export sovvenzionato cinese il rischio è che le aziende debbano o chiudere direttamente o comunque ridurre gli impianti produttivi. Il risultato sarà una distruzione del capitale investito in quessti settori. Praticalmente l’eccesso di offerta potrerà a una distruzione del capitale, bruciato sulla pira degli investimenti sbagliati ed eccessivi.
Ci sono delle vie di riduzione del rischio, oltre allo sviluppo della domanda interna, ad esempio diversificando la vendita anche verso paesi non occidentali, ma questi da un lato hanno una domanda limitata, dall’altro, come l’India, comunque vogliono sviluppare la propria industria interna limitando le importazioni cinesi.
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