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ATR alla ri-conquista dell’America: l’aereo italo-francese che vuole ricollegare gli USA profondi
Un gigante italo-francese dell’aviazione si prepara a conquistare i cieli regionali americani. Con 300 jet da sostituire e un mercato potenziale enorme, ATR lancia un aereo su misura per salvare gli aeroporti minori e creare nuove rotte più efficienti.

E se fosse finalmente la volta buona per ATR negli Stati Uniti? Per il leader mondiale dell’aviazione regionale, la joint venture paritetica tra l’italiana Leonardo e la francese Airbus, il mercato nordamericano è sempre stato un po’ come una fortezza inespugnabile. In realtà l’ATR aveva già volato negli USA con American Eagle, ma l’avventura era finita assai male, ed ora vola ancora su rotte merci.
Ora, però, qualcosa di grosso si sta muovendo e, secondo studi di due autorevoli società di consulenza (Georgia Tech e Seabury), si sta per aprire una finestra di opportunità che potrebbe diffondere seriamente l’aereo europeo.
Il mercato americano, infatti, è a un punto di svolta. Una flotta di circa 300 jet regionali da 50 posti sta invecchiando e si avvicina rapidamente alla pensione. Se questi aerei non venissero sostituiti, il rischio, messo nero su bianco da ATR, è che quasi un aeroporto regionale statunitense su dieci possa perdere tutti i collegamenti aerei di linea. Una prospettiva che isolerebbe intere comunità, allungherebbe i tempi di viaggio e deprimerebbe le economie locali.
Come ha affermato il Dr. Cedric Justin di Georgia Tech, “il ritiro dei jet da 50 posti non è solo un problema per le compagnie aeree, è una sfida nazionale di connettività”. E qui entra in gioco la soluzione italo-francese.
Un mercato potenziale da 600 aerei
Il potenziale non si limita solo alla sostituzione dei vecchi jet. Le analisi di mercato hanno identificato un’enorme domanda insoddisfatta, che potrebbe generare un bisogno di centinaia di nuovi velivoli nei prossimi 20 anni, il tutto in un mercato in cui le forniture impiegano anni e le linee di produzione sono intasate. Vediamo i numeri in dettaglio:
- Sostituzione: 300 aerei per rimpiazzare i jet regionali obsoleti.
- Nuove rotte: Fino a 300 aerei aggiuntivi per collegare città che oggi non hanno voli diretti, specialmente su tratte inferiori ai 740 km (400 miglia nautiche).
- Domanda latente: Si stima un potenziale di 130 nuove rotte che attualmente sono servite solo dal trasporto via terra, ma dove esiste una forte domanda per un’alternativa aerea.
“Le linee chiudono ma la domanda non scompare. Abbiamo identificato un potenziale di mercato fino a 130 rotte, e tutto ciò che manca è l’aereo giusto”, ha commentato Rich Scheff, direttore di Seabury ASG.
La carta vincente: l’efficienza del turboelica
Perché l’ATR sarebbe “l’aereo giusto”? La risposta sta nell’efficienza. In un’epoca di costi energetici volatili e di attenzione alla sostenibilità, i moderni turboelica di ATR offrono vantaggi schiaccianti rispetto ai jet regionali. Si parla di:
- Risparmi annuali fino a 2 milioni di dollari per aereo, non poco in un mercato in cui la lotta è al dollaro per biglietto aereo;
- Costi operativi e di carburante inferiori del 30%.
Questi non sono spiccioli, ma argomenti solidi che stanno già convincendo alcuni operatori statunitensi. La compagnia Aleutian Airways ha annunciato l’intenzione di usare ATR per i suoi collegamenti in Alaska, mentre l’operatore texano JSX ha firmato un accordo per una versione premium da 30 posti, con una lettera d’intenti che arriva fino a 25 velivoli.
Un’offerta su misura per gli USA
Consapevole delle specificità del mercato americano, ATR non si presenta a mani vuote. Ha sviluppato un’offerta specifica, un prodotto da 50 posti pensato per rispondere direttamente alle esigenze locali, con caratteristiche che lo rendono molto più appetibile dei vecchi turboelica e che lo rende invece simile ai jet più moderni. SI parla di:
- Nuova cabina a tre classi con un comfort paragonabile a quello dei jet a corridoio singolo, con una bsiness che è una vera business, non un’economica mascherata, come avviene in Europa;
- Porta anteriore compatibile con i pontili d’imbarco standard degli aeroporti USA, per un rapido imbarco/sbarco dai finger aeroportuali.
- Connettività Wi-Fi a banda larga a bordo, un tema che ora tira molto sugli aerei regionali USA
- Più spazio per i bagagli a mano.
- Cockpit modernissimo e predisposto per le procedure di navigazione più avanzate.
Mentre si prepara a questa offensiva commerciale, ATR guarda anche al futuro con il programma europeo Clean Aviation, che punta a far volare il primo aereo regionale ibrido-elettrico entro il 2030, e con il concept EVO, che promette un’ulteriore rivoluzione in termini di efficienza e sostenibilità entro la metà del prossimo decennio. La sfida ai cieli d’America è lanciata.
Domande e Risposte
1) Cosa sta facendo ATR?
ATR vuole rientrare potentemente nel mercato USA, il più ricco del mondo. Sfruttando l’invecchiamento della flotta di jet regionali da 50 posti e una domanda di connettività locale insoddisfatta, ATR propone i suoi moderni ed efficienti aerei turboelica come soluzione ideale. Ha sviluppato un’offerta specifica per gli USA, con una nuova configurazione dell’aereo, per superare le resistenze passate e cogliere un’opportunità di mercato stimata in centinaia di velivoli.
2) Cosa significa per noi, per l’Italia?
Questa notizia è importante per diverse ragioni. A livello industriale, rappresenta un’enorme potenziale opportunità commerciale per un campione europeo in cui l’Italia, tramite Leonardo, ha un ruolo paritetico con Airbus in ATR. Un successo negli USA consoliderebbe la leadership globale di ATR. A livello sociale ed economico per gli Stati Uniti, offre una soluzione concreta per evitare l’isolamento di decine di comunità regionali, garantendo connettività a costi operativi inferiori e con un minore impatto ambientale rispetto ai vecchi jet che andrebbe a sostituire.
3) Quali potrebbero essere le ricadute concrete di questa operazione?
Le ricadute sarebbero significative. Per ATR (e quindi per Leonardo e Airbus), si tradurrebbe in centinaia di ordini, con un impatto positivo su produzione e occupazione. Per le compagnie aeree regionali statunitensi, significherebbe poter operare rotte oggi non profittevoli, con aerei più economici e moderni. Per i passeggeri, comporterebbe la salvaguardia e la creazione di nuovi collegamenti aerei diretti, riducendo i tempi di viaggio. Infine, per l’ambiente, la sostituzione di vecchi jet con moderni turboelica porterebbe a una notevole riduzione delle emissioni di CO2.

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