Euro crisis
La Germania, per sua ammissione, si accaparra l’unico settore in crescita in Grecia, il turismo: espropriazione, come 75 anni fa?
German-foreign-policy.com, sito specializzato nella trattazione della politica estera tedesca, enfatizza il grande successo dell’investimento negli aeroporti greci da parte di Fraport, il più grande operatore germanico del settore. In particolare la fonte cita il turismo come l’unico settore in crescita in Grecia, non dopo aver puntualizzato che i consumi greci per i beni tedeschi si sono dimezzati a causa della perdurante crisi [causata dall’inflessibile austerità imposta da Berlino, ndr] e dunque quasi a giustificare l’investimento di Fraport come mezzo per compensare la riduzione delle importazioni greche per i beni germanici. Anzi, viene enunciato l’aumento del 41% delle prenotazioni verso la penisola ellenica da parte dei turisti teutonici, evidentemente un posto a basso costo dove svernare, via infrastrutture germaniche.
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/59000
Da notare anche come l’investimento di Fraport rappresenti il maggiore investimento tedesco nel paese, essendosi potuto accaparrare di fatto il maggiore operatore turistico locale.
Una parola sui cosiddetti oligarchi greci: essi sono “della partita”, co-azionisti con Fraport delle infrastrutture aeroportuali che il governo ha dovuto (s)vendere a causa delle politiche austere imposte dalla Troika, dove le privatizzazioni sono state importanti.
Tutto documentato nell’articolo che vi propongo sopra, la fonte è citata.
Qui termina la cronaca dei fatti; se fossi tedesco potrei anche applaudire per l’ “acume imprenditoriale germanico” nel cogliere questa fantastica opportunità di investimento in un paese in pesante crisi.
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La verità è molto più complessa, come sempre i nostri colleghi di oltre Gottardo sono maestri nella visione selettiva dei fatti.
La Grecia è andata in crisi – devastante a partire dal 2012 – per mille ragioni che si possono condensare in cattiva gestione del bene pubblico. In particolare la classe politica locale è da sempre avvezza a dissipare valore anche e soprattutto prendendo le famose “mazzette”: le più grandi documentate furono quelle pagate ai politici greci da Siemens per le Olimpiadi di Atene e dalle industrie belliche tedesche per sommergibili e carri armati.
Alla fine il corrotto è stato punito a sangue – se volete anche giustamente – e la miseria è arrivata nel suo paese. Invece il corruttore (tedesco, in moltissimi casi) ne è uscito indenne anche perchè fino al 2000-2005 [in dipendenza dei casi] di fatto non era reato per le aziende teutoniche pagare le tangenti all’estero (forse così si spiega l’enorme ammontare di capitali “neri” di possessori germanici depositati in Svizzera fino al 2013.
[elaborazione di G. Zucman, http://www.amazon.fr/La-richesse-cach%C3%A9e-nations-Enqu%C3%AAte/dp/2021114317/]
Ma non finisce qui. La Troika che arrivò ad Atene per mettere a posto i conti impose misure lacrime e sangue. Giuste o no – ai posteri l’ardua sentenza -, possiamo solo dire nel caso in esame ed in altri simili (ad es. ROSCO) che le misure di austerità imposte ad Atene soprattutto per volere di Berlino/Schauble hanno fatto ulteriormente crollare il PIL ellenico richiedendo successive misure ancora più severe a così via per quasi 10 anni in una tragica spirale recessiva.
Si noti che per arrivare all’epilogo attuale si giunse – lato straniero – addirittura a taroccare la lista di evasori [lista Lagarde] portata ad Atene da Mme Lagarde, francese e membro della Troika, espungendo dalla lista proprio quei politici ellenici che poi hanno dovuto approvare le misure lacrime e sangue volute dalla Troika stessa che hanno finito per uccidere il paese. Permettetemi, un capolavoro degno della Gestapo (il giornalista del giornale greco HOTSPOT che cercò di pubblicizzare lo scandalo della lista taroccata venne messo in galera a meditare per una settimana o giù di lì; parimenti, per screditare il ministro greco Varoufakis che non si piegava ai detami austeri si arrivò a far ricostruire la famosa immagine del suo dito medio rivolto alla Germania con intercessione dei servizi segreti tedeschi che Schauble aveva comandato in passato, un falso di Stato [tedesco] per togliere di mezzo l’ex ministro dell’economia ellenico).
Dunque, giunti al quasi fallimento ellenico, si è arrivati lato Troika a chiedere la privatizzazione di praticamente tutti i beni vendibili. Tra questi c’erano guarda caso gli aeroporti greci, della serie prima li affami, poi li costringi a privatizzare e finalmente li compri per un tozzo di pane.
E qui arriviamo agli applausi per Fraport di german-foreign-policy.com, azienda che ha fatto un “grande ed ardito” investimento, grazie alla Troika. Ci tocca anche ascoltare la celebrazione dell’acume imprenditoriale tedesco che ha investito in un paese al disastro…
Ma non finisce qui, la cose peggiore in tutto questo è la conclusione. Ossia, senza dire che – prima di arrivare a Fraport che compra agli aeroporti greci all’incanto e per un tozzo di pane – abbiamo dovuto far finta di non vedere, noi veri europei figli del Trattato di Roma, le porcherie fatte nel durante, ad esempio costringere via Troika la sanità ellenica a tagliare i costi allo spasimo fino a far decollare la mortalità infantile ormai a livello di terzo mondo. O a tagliare i medicinali salvavita, sempre per risparmiare. O a prolungare la data della scadenza del latte greco – tradizionalmente ottimo – per permettere alle aziende bavaresi di entrare coni i loro prodotti nel mercato ellenico prima chiuso agli stranieri a causa di una durata – ossia di un altissima qualità – inarrivabile per i produttori non locali. Questo, per chi non l’avesse capito, si chiama neocolonialismo (celato dietro al termine mercantilismo, ndr).
E dovremmo anche far finta di non rilevare che la Germania applica la stessa ricetta neocoloniale in tutta Europa, leggasi usare i locali per il lavoro sporco, nel caso Fraport sono gli oligarchi che hanno coinvestito negli aeroporti, da noi i Mario Monti della situazione che ci hanno fracassati inutilmente di tasse (anzi, le tasse sono servite per innescare la spirale recessiva anche da noi, ndr).
Ma la cosa veramente inaccettabile è che Fraport, l’azienda secondo la fonte citata quasi da applaudire per l’acume nel fare l’investimento turistico in Grecia, è una azienda statale tedesca.
Ora, alla fine della dissertazione mi chiedo, che differenza c’è tra l’epoca nazista ed oggi, al di fuori di una propaganda non più limitata alla Germania ma divenuta addirittura paneuropea?
Indovinate chi sarà la prossima vittima…
Mitt Dolcino
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