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“Voleva rovesciare il governo”: Golpe in Armenia, l’Arcivescovo a capo dei ribelli. Sequestrate armi e piani segreti.

Tensione altissima in Armenia: l’arcivescovo Bagrat Galstanyan è stato arrestato con l’accusa di aver guidato un complotto per rovesciare il governo. Le autorità hanno sequestrato armi, droni e documenti dettagliati del presunto golpe.

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In Armenia, le autorità hanno arrestato l’arcivescovo Bagrat Galstanyan, figura di spicco della Chiesa Apostolica Armena, insieme a 13 altre persone, con l’accusa di aver orchestrato un piano per rovesciare il governo del primo ministro Nikol Pashinyan. L’operazione, annunciata mercoledì, segue un’indagine che ha portato al sequestro di armi da fuoco, munizioni, droni, granate fumogene, dispositivi di comunicazione e documenti dettagliati su un presunto colpo di stato.

Secondo il Comitato Investigativo armeno, sono stati perquisiti oltre 90 indirizzi, trovando prove di un complotto ben pianificato, inclusi elenchi di persone reclutate, uniformi militari e una lista di futuri nominati governativi in caso di successo del golpe. Sedici persone sono state incriminate, di cui 14 arrestate. Le autorità affermano che il gruppo, guidato da Galstanyan, aveva reclutato oltre 1.000 individui, principalmente ex soldati e poliziotti, per bloccare strade, paralizzare il traffico, incitare alla violenza e interrompere internet, con l’obiettivo di destabilizzare il governo.

L'arcivescovo Galstanyan

Il primo ministro Pashinyan, su Telegram, ha definito il piano un “sinistro progetto del clero criminale-oligarchico” per usurpare il potere in Armenia, ex repubblica sovietica del Caucaso meridionale. L’arresto di Galstanyan si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Pashinyan e la potente Chiesa armena, che ha intensificato le critiche al governo, anche per le sconfitte militari contro l’Azerbaigian, culminate nella perdita del Nagorno-Karabakh nel 2023.

Galstanyan, che l’estate scorsa aveva guidato proteste di piazza contro Pashinyan, è accusato di aver pianificato un attacco terroristico per prendere il potere. Il suo avvocato, Sergei Arutyunyan, ha denunciato una “criminalizzazione ingiusta” da parte del governo, accusato di creare una cortina fumogena per screditare l’opposizione. Audio e immagini di armi, pubblicati dalle autorità, sarebbero prove delle discussioni sul presunto golpe.

Armi trovate nella perquisizione

Nel frattempo, la settimana scorsa, il miliardario russo-armeno Samvel Karapetyan è stato detenuto per accuse simili, dopo aver criticato il governo per la sua campagna contro la Chiesa. I suoi legali negano ogni illecito.

Pashinyan, salito al potere nel 2018 grazie a proteste popolari, affronta crescenti pressioni interne in vista delle elezioni parlamentari del 2026. Nonostante i suoi sforzi per negoziare un trattato di pace con l’Azerbaigian, le tensioni tra i due paesi restano alte, con un aumento delle violazioni del cessate il fuoco.

L’arresto di Galstanyan segna un punto di svolta nella crisi politica armena, alimentando il dibattito su libertà religiosa e repressione dell’opposizione. Resta da vedere come questa vicenda influenzerà il futuro del paese, già segnato da conflitti e instabilità regionale.


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