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Argento, ritorno al futuro: prezzi ai massimi dal 1980. La corsa è appena agli inizi?

Il metallo prezioso supera l’oro con un rally del 75%. Dietro la corsa non c’è solo la speculazione, ma una tempesta perfetta tra domanda industriale, sfiducia nelle valute e una crisi di offerta a Londra.

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L’argento torna a ruggire e lo fa con una forza che non si vedeva da decenni. I prezzi spot del metallo grigio hanno toccato i 51,23 dollari l’oncia, un livello che rievoca le epiche speculazioni dei fratelli Hunt nel lontano 1980. Una performance, quella di giovedì, che porta il guadagno da inizio anno a un impressionante +75%, facendo impallidire persino il cugino nobile, l’oro, e il suo pur notevole rally.

Ma cosa sta succedendo su un mercato spesso considerato secondario? Siamo di fronte a una tempesta perfetta, un mix di sfiducia macroeconomica e strozzature tecniche che sta spingendo gli investitori a cercare rifugio in asset reali.

Ecco il grafico dei prezzi:

Prezzi argento all’oncia: Tradineconomics

La grande fuga dalle valute Fiat

Il motore principale di questa corsa è quello che gli anglosassoni chiamano “debasement trade“, ovvero la crescente sfiducia verso le valute fiat, a partire dal dollaro USA, gravato da deficit fiscali che definire “insostenibili” suona quasi come un eufemismo. Gli investitori, grandi e piccoli, temono che l’inflazione e la gestione allegra dei conti pubblici possano erodere il valore dei loro risparmi.

I fattori che alimentano questa ricerca di beni rifugio sono chiari:

  • Rischi fiscali statunitensi: Un debito pubblico fuori controllo che prima o poi presenterà il conto.
  • Mercati azionari surriscaldati: Valutazioni tirate che spingono a diversificare il rischio.
  • Indipendenza della Federal Reserve: Minacce politiche che mettono in dubbio la credibilità futura della banca centrale.

In questo contesto, asset come Bitcoin, oro e, appunto, argento, diventano i porti sicuri dove ancorare la propria ricchezza, allontanandosi dalle sabbie mobili delle valute tradizionali.

Una tempesta perfetta sul mercato di Londra

Se la sfiducia macroeconomica è la benzina, la scintilla è scoccata sul mercato fisico, in particolare sulla piazza di Londra, il cuore globale del commercio di lingotti. Qui si sta verificando una carenza di argento disponibile che ha quasi del paradossale, con conseguenze dirette sui prezzi.

Il mercato londinese è sotto pressione per due motivi principali:

  1. Corsa alle scorte USA: I timori, circolati quest’anno, di possibili dazi americani sull’import di argento hanno scatenato una vera e propria corsa a spedire il metallo oltreoceano, prosciugando le scorte disponibili a Londra.
  2. Il ruolo degli ETF: Gran parte dell’argento fisico presente nei caveau londinesi non è “libero”, ma è detenuto come collaterale per fondi negoziati in borsa (ETF). Questo metallo è bloccato e non può essere usato per compravendite o prestiti sul mercato spot.

Il risultato? Il costo per prendere in prestito l’argento a Londra è salito alle stelle, mentre, in un’anomalia rarissima, i future sul Comex di New York vengono scambiati a un prezzo inferiore rispetto a quello spot londinese.

FattoreDescrizioneImpatto sul Prezzo
Domanda da InvestimentoRicerca di beni rifugio contro inflazione e deficit.Positivo
Domanda IndustrialeUso in pannelli solari, turbine eoliche, elettronica.Positivo (strutturale)
Offerta Fisica (Londra)Scorte ridotte a causa di spedizioni in USA e blocco da ETF.Fortemente Positivo
Costo del PrestitoSchizzato alle stelle a causa della scarsità di metallo libero.Positivo

A differenza dell’oro, l’argento ha una doppia anima: bene rifugio e metallo industriale insostituibile. Oltre la metà della domanda globale proviene dall’industria, in particolare dai settori della transizione energetica come pannelli solari e turbine eoliche. Le previsioni indicano che, per il 2025, la domanda supererà l’offerta per il quinto anno consecutivo. Un deficit strutturale che fornisce una solida base fondamentale al rialzo dei prezzi, al di là delle fiammate speculative.

Insomma, una corsa spettacolare, ma che, è bene ricordarlo, in termini reali (cioè corretti per l’inflazione) ha ancora molta strada da fare per eguagliare le follie del passato. Il picco del 1980, se rivalutato oggi, sarebbe enormemente più alto. Ma forse, proprio per questo, la corsa è appena iniziata.

Lingotti d’argento

Domande & Risposte per il Lettore

1) Perché il prezzo dell’argento sta salendo così tanto e più dell’oro? Il rialzo dell’argento è dovuto a una “tempesta perfetta”. Da un lato, condivide con l’oro la natura di bene rifugio in un periodo di sfiducia verso le valute tradizionali, a causa degli enormi deficit pubblici (soprattutto USA). Dall’altro, soffre di una forte carenza di metallo fisico disponibile sul mercato di Londra, che ne sta facendo impennare i costi. In più, a differenza dell’oro, ha una domanda industriale robusta e crescente (es. pannelli solari) che supera l’offerta da anni, creando una base solida per l’aumento dei prezzi.

2) Cosa significa che l’argento nei caveau di Londra è “bloccato”? Significa che una quota molto ampia delle scorte fisiche di argento depositate nei caveau di Londra è di proprietà di fondi di investimento come gli ETF (Exchange Traded Funds). Questi fondi emettono quote acquistabili in borsa che replicano il prezzo del metallo, ma per farlo devono detenere l’argento fisico come garanzia (collaterale). Questo argento, pur essendo fisicamente a Londra, non è disponibile per la vendita o il prestito sul mercato spot, riducendo drasticamente la quantità di metallo “libero” per le transazioni quotidiane e creando una stretta sull’offerta.

3) Il rally attuale è simile a quello dei fratelli Hunt nel 1980? Ci sono somiglianze e differenze. La somiglianza è nel contesto di alta inflazione e sfiducia economica che spinge a cercare beni rifugio. La grande differenza è che nel 1980 il rialzo fu guidato dal tentativo di due speculatori, i fratelli Hunt, di monopolizzare il mercato accumulando quantità enormi di metallo. Oggi, invece, il rialzo sembra più diffuso: è spinto da una moltitudine di investitori (anche piccoli), da una solida domanda industriale e da problemi strutturali nell’offerta fisica, piuttosto che da un singolo attore che tenta di “mettere all’angolo” il mercato.

E tu cosa ne pensi?

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