EconomiaFinanza
Arabia Saudita, piccolo stop alle riforme: la Borsa (Tadawul) reagisce con nervosismo
La borsa saudita frena dopo che il regolatore ha rinviato al 2026 le riforme sulla proprietà estera. Un intoppo tecnico o un cambio di rotta? L’analisi.

La borsa dell’Arabia Saudita, il Tadawul All Share Index, ha registrato domenica un calo dell’1%, la flessione più marcata dalla fine di settembre. Un piccolo inciampo causato da un annuncio dell’autorità di regolamentazione dei mercati (CMA) che ha raffreddato gli entusiasmi degli investitori.
Il motivo del nervosismo è presto detto: le attese riforme per consentire agli investitori stranieri di possedere la maggioranza delle società quotate (superando l’attuale limite del 49%) non arriveranno entro il 2025, come previsto, ma slitteranno probabilmente al 2026. Quindi un
A pagare il prezzo maggiore di questa cautela sono stati i titoli bancari. L’Al Rajhi Bank, ad esempio, è scivolata ai minimi delle ultime cinque settimane. Proprio il settore bancario, insieme ad altre grandi aziende, aveva beneficiato negli ultimi mesi delle aspettative di un’apertura imminente.
Giovedì, però, il presidente della Capital Market Authority (CMA), Mohammed El-Kuwaiz, ha precisato i tempi. Sebbene l’Arabia Saudita sia fermamente intenzionata ad aprire i suoi mercati, le regole sulla proprietà straniera saranno aggiornate nel 2026. Non è ancora chiaro, ha aggiunto El-Kuwaiz, se il limite verrà eliminato del tutto o semplicemente alzato gradualmente. Insomma, un rinvio tecnico, non un cambio di strategia.
Il mercato azionario saudita, che vale 2.6oo miliardi di dollari, è al centro di un profondo processo di trasformazione. L’obiettivo di Riyadh è chiaro: attirare massicci capitali stranieri per diversificare un’economia ancora molto legata al petrolio. Negli ultimi anni, la CMA ha già aperto le porte a tutte le categorie di investitori stranieri e ha lanciato depositary receipts locali per le aziende estere, cioè conti depositi dei titoli presso le ance locali. Il regno è, infatti, una delle “storie di riforma” più seguite nei mercati emergenti, specialmente in un momento in cui gli investitori globali cercano alternative agli asset statunitensi.
Gli analisti, comunque, non sembrano eccessivamente preoccupati. “Si tratta di tecnicismi e gli investitori vogliono solo più chiarezza”, ha commentato Fadi Arbid, Chief Investment Officer di Amwal Capital Partners. “La cosa buona è che la CMA è stata chiara sulla direzione. Non è una questione di ‘se’, ma di ‘quando’ e ‘come'”.
E i dati sembrano confermare l’interesse di fondo: nonostante un 2025 fiacco per le azioni saudite (complici anche i prezzi del petrolio più bassi), gli acquisti netti da parte di investitori stranieri hanno toccato un record mensile del 40% a settembre, secondo i dati di Bloomberg Intelligence. Un segnale che, al di là dei piccoli inciampi burocratici, gli investitori vedono nelle riforme un motore fondamentale per la crescita del mercato nel lungo termine.
Domande e risposte
- Perché la borsa saudita è scesa per un rinvio così breve? Il mercato reagisce alle aspettative. Gli investitori avevano già “prezzato” l’arrivo delle riforme sul superamento del limite di proprietà estera (49%) entro il 2025. Il rinvio al 2026, pur essendo breve, costringe gli operatori a ricalibrare le proprie strategie e posticipa l’afflusso di nuovi capitali. Il calo, specialmente nel settore bancario che era cresciuto molto su questa attesa, è una reazione tecnica a questo cambiamento di tempistica, più che a un dubbio sulla volontà di riforma del Paese.
- Perché l’Arabia Saudita vuole attirare investitori stranieri? L’obiettivo è strategico e fa parte del piano “Vision 2030”: diversificare l’economia saudita e ridurre la sua dipendenza storica dal petrolio. Per farlo, Riyadh ha bisogno di capitali esteri per finanziare nuovi settori e far crescere le proprie aziende. Consentire agli stranieri di possedere quote maggiori delle società locali rende il mercato (da 2,6 trilioni di dollari) più attraente, liquido e trasparente, con l’obiettivo di trasformare il Paese in un hub finanziario chiave nei mercati emergenti.
- Questo calo significa che gli stranieri stanno perdendo interesse? Assolutamente no. Gli analisti interpretano il calo come una reazione tecnica e temporanea. La direzione delle riforme è confermata. I dati, infatti, mostrano un trend opposto: nonostante un anno difficile per le quotazioni azionarie, gli acquisti netti da parte di investitori stranieri hanno raggiunto un record mensile a settembre, toccando il 40% del totale scambiato. Questo indica che l’interesse globale per il mercato saudita è solido e guarda al lungo termine, oltre i piccoli ritardi burocratici.









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