Economia
Arabia Saudita: Aramco crea Joint Venture per estrarre litio
Aramco e Ma’aden, società mineraria e metallurgica multi-commodity, hanno firmato un accordo per la formazione di una joint venture (JV) per l’esplorazione e l’estrazione di minerali in Arabia Saudita, fra cui, in primis, il Litio. Una polizza assicurativa per Aramco
L’azienda integrata di energia Aramco e Ma’aden, società mineraria e metallurgica multi-commodity, hanno firmato un accordo non vincolante per la potenziale formazione di una joint venture (JV) per l’esplorazione e l’estrazione di minerali in Arabia Saudita.
La joint venture proposta si concentrerà sull’estrazione del litio da giacimenti ad alta concentrazione e sull’avanzamento delle tecnologie di estrazione diretta del litio (DLE) a costi contenuti. La produzione di litio potrebbe iniziare entro il 2027.
Le industrie manifatturiere di tutti i tipi richiedono una pronta disponibilità di cassa per garantire l’agilità e mitigare i rischi. Dalle automobili agli aeroplani, dai computer all’abbigliamento, è fondamentale un approccio che abbia al centro l’innovazione della catena di approvvigionamento.
Questa mossa è destinata ad ampliare la portata di Aramco in un settore succedaneo a quello petrolifero, dove principalmente viene ad operare. In questo modo la società saudita vuole assicurarsi un futuro anche post fonti energetiche fossili.
La joint venture mira a sfruttare le risorse minerarie del Paese, rispondendo alla crescente domanda di litio e di altri minerali di transizione su scala nazionale e globale e anche seguendo le direttive del governo del Paese.
La prevista joint venture, che è soggetta alle consuete condizioni di chiusura, tra cui le approvazioni normative, è stata annunciata durante il Future Minerals Forum di Riyadh.
Litio nella Penisola Arabica
Aramco ha scoperto diverse aree in cui le concentrazioni di litio raggiungono i 400 ppm. Non solo: Aramco ha anche utilizzato le acque salmastre che spesso accompagnano l’estrazione di petrolio come fonte di litio, per cui, in realtà, non ha neanche bsogno di aprire nuove miniere, perché i pozzi petroliferi già ne sono una fonte sufficiente.
L’impresa comune è destinata a capitalizzare l’esperienza e le operazioni di Aramco, attingendo alle sue infrastrutture consolidate, alle capacità di perforazione e a oltre 90 anni di dati geologici nella regione.
Negli ultimi cinque anni, la domanda globale di litio è triplicata, con un tasso di crescita annuale composto che si prevede supererà il 15% annuo fino al 2035.
Darryl Clark, vicepresidente senior di Ma’aden per l’esplorazione, ha dichiarato: “Ma’aden ha intrapreso uno dei più vasti programmi di esplorazione a livello mondiale in una singola giurisdizione dell’Arabian Shield, per portare alla luce un patrimonio minerario stimato in 2,5 trilioni di dollari.
“Questa proposta di joint venture ci permetterebbe di accelerare l’esplorazione della Piattaforma Araba, combinando la vasta conoscenza di Aramco dell’area con l’ampia esperienza mineraria e di esplorazione di Ma’aden”.
L’impresa comune potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel soddisfare la prevista domanda di litio del Paese, che si prevede aumenterà di venti volte tra il 2024 e il 2030.
Questa crescita sosterrebbe la produzione di 500.000 batterie per veicoli elettrici e l’espansione di 110 GW di capacità di energia rinnovabile.
Nel frattempo, Ma’aden ha annunciato la scoperta di depositi “promettenti” di oro e rame a Wadi Al Jaww e Shayban, nella regione dell’Arabian Shield.
Uno studio del 2022 del Ministero dell’Industria e delle Risorse Minerarie ha rivelato che l’Arabia Saudita ospita più di 5.300 siti minerari, per un valore di circa 1,3 trilioni di dollari (4,88 trilioni di dollari), contenenti minerali come bauxite, rame, oro, calcare, fosfato, argento e zinco, ha riferito il National.
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