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Apple si piega a Putin: in Russia il software preinstallato sarà russo. In Europa si dorme..

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Apple ha accettato di rispettare le disposizioni della legge sulla preinstallazione obbligatoria del software russo sui prodotti elettronici venduti in Russia: dal 1 aprile i dispositivi, una volta attivati ​​nella Federazione Russa, vedranno installate di base app “Made in Russia”.Questa scelta giunge alla fine di una lunga contrattazione fra la casa di Cupertino e il  Ministero degli affari digitali della Federazione Russa

Gli accordi prevedono che quando accendi per la prima volta un dispositivo Apple acquistato in Russia, durante l’installazione, l’utente vedrà una finestra di dialogo in cui gli verrà chiesto d’installare le applicazioni scelte in un elenco approvato dal governo che faranno parte dell’installazione di base predefinita. Non tutte le app saranno obbligatorie, ma sarà possibile e selezionarne o deselezionarne alcune. Tutto questo è stato confermato dalla Apple. 

Inoltre dal 1 aprile, attraverso le schermate per l’attivazione di nuovi dispositivi, agli utenti verrà offerta una scelta di applicazioni create dall’attività  di sviluppatori russi che potranno arricchire quindi  installazione sul proprio iPhone o iPad questo non dovrebbe inficiare la scelta degli utenti, ma solo dareloro la possibilità di preferire i software creati in Russia:  “Il Ministero non è affatto interessato alla posizione dominante dei programmi  inclusi in l’elenco per la preinstallazione obbligatoria. Se sul mercato compaiono offerte alternative interessanti per gli utenti e che stanno rapidamente guadagnando popolarità, verranno incluse in questa selezione e verranno offerte anche per la preinstallazione ” hanno affermato fonti ministeriali, facendo capire che la scelta delle App di preinstallate sarà flessibile e legata alle preferenze dei consumatori, purché le scelte siano russe. 

in questo modo si agevola lo sviluppo di software house russe e di tecnologia informatica russa. Nell’Unione Europea invece ci si lamenta dell’arretratezza nello sviluppo del settore e si buttano via miliardi nella creazione d’improbabili “Campioni nazionali”, che poi sopravvivono solo se sovvenzionati. Non sarebbe meglio invece una politica di questo genere, che obblighi chi esporta telefoni nell’unione a installare, di base, una quota di software sviluppati in Europa?

 

 


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