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Ancona: cancellazione delle multe per i non vaccinati. Quando verranno tutte cancellate dal governo anche se emessi?

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La Giustizia, quando parte dalle basi e non è manovrata dai giochi politici, può funzionare. Vittoria storica per due 65enne fanesi che erano stati multati di 100 euro dall’Agenzia delle entrate per non essersi vaccinati., anzi  Benché fossero over 50 non avevano né iniziato né concluso il ciclo vaccinale anti Covid-19 violando le norme contenute nel decreto del Governo emanato durante la pandemia.

Quando sono arrivate le multe si sono rivolti al loro legale, l’avvocato Alessandro Angeletti, di Senigallia, e hanno fatto ricorso al giudice di Pace di Fano, Pericle Tajariol, che ha accolto il ricorso annullando la sanzione e condannato l’Agenzia delle Entrate riscossione di Pesaro a pagare le spese processuali sostenute dai ricorrenti (250 euro per ciascuno più 43 euro). Le multe, previste per legge, riguardano i cittadini che hanno compiuto 50 anni alla data del 15 giugno 2022 e che non hanno né iniziato e né completato il ciclo vaccinale anti Covid-19 con tre dosi.

Nelle sole Marche dovevano essere inviate 100.000 sanzioni per la cifra di 10 milioni di euro da incassare. Questo primo annullamento apre presumibilmente la strada a una valanga di cancellazioni.

Nelle motivazioni dei ricorrenti sono state pienamente accolte nelle motivazioni della sentenza:

«È notorio che i vaccini che sono in commercio non sono idonei ad impedire il contagio e di contagiare -motiva il giudice nella sentenza – non appaiono strumenti di prevenzione, rivelandosi percentualmente idonei in misura né pari ne vicina al 100% ma di fatto prossima allo zero. L’efficacia vaccinale non può quindi ritenersi provata quale strumento di prevenzione tenuto conto del fatto notorio che soggetti vaccinati possono contrarre e trasmettere il contagio, quindi sia i vaccinati che i non vaccinati debbono essere trattati come soggetti tra loro equivalenti».

Il giudice di Pace Tajariol ha sottolineato l’importanza dell’art. 32 della Costituzione che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e soltanto successivamente come interesse della collettività. Per questi motivi un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute dell’individuo che si è assoggettato, salvo che per le sole conseguenze temporanee e di scarsa entità e per questo tollerabili. In una situazione in cui possono esservi effetti avversi gravi, e talvolta perfino fatali, la valutazione del rapporto fra i rischi viene a ricadere nella sfera delle libertà del paziente, o potenziale tale.

Quando il governo cancellerà anche le multe già emesse, o darà alle Agenzie delle Entrate istruzione? Troppo tardi. Intanto opponetevi davanti ai giudici di pace.


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