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Anche Qatarenergy decide di non far passare il gas liquefatto per il Canale di Suez

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Nave cisterna per GNL

Le campagne di bombardamento statunitensi e britanniche contro gli Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen segnano un’intensificazione significativa della crisi mediorientale. Questo sviluppo arriva mentre la regione è già alle prese con l’inasprimento delle tensioni dovute alla guerra di tre mesi tra Israele e Hamas a Gaza, suggerendo un’evoluzione verso un conflitto regionale più ampio.

Le interruzioni del trasporto marittimo nel Mar Rosso minacciano il commercio globale dopo che le principali società armatoriali, come Maersk e altre, hanno deviato le navi verso il Capo di Buona Speranza a seguito di una serie di attacchi con droni e missili alle navi commerciali da parte dei ribelli Houthi. Gli attacchi e le conseguenti interruzioni della catena di approvvigionamento hanno costretto gli Stati Uniti e gli alleati a lanciare la scorsa settimana dei raid di bombardamento contro gli obiettivi degli Houthi, per la verità, sinora, senza grosso successo.

Con le marine statunitensi e britanniche presenti nel Mar Rosso che consigliano alle navi commerciali di evitare l’area, un altro importante trasportatore ha abbandonato la critica via d’acqua: Il secondo esportatore di GNL al mondo, QatarEnergy, secondo quanto riportato da Reuters.

I dati di tracciamento navale di LSEG hanno mostrato che le navi Al Ghariya, Al Huwaila e Al Nuaman del Qatar avevano caricato GNL a Ras Laffan e si stavano dirigendo verso il Canale di Suez prima di fare scalo in Oman il 14 gennaio. La Al Rekayyat, che stava tornando in Qatar, si è fermata lungo la sua rotta il 13 gennaio nel Mar Rosso.

“Si tratta di una pausa per ricevere consigli sulla sicurezza, se il passaggio (attraverso il) Mar Rosso rimane insicuro passeremo per il Capo”, ha detto la fonte a Reuters lunedì riguardo a QatarEnergy. -Reuters

Il Qatar è uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto per l’Europa, dopo gli Stati Uniti, e le interruzioni delle spedizioni, o perlomeno i ritardi, dovuti agli sforzi di riorganizzazione intorno al Capo di Buona Speranza potrebbero minacciare la sicurezza energetica del continente. Si calcola che ci vogliano almeno una quindicina di giorni in più passando a sud dell’Africa. Però far passare una vera e propria bomba, quale è una nave che trasporta LNG, in ‘unarea in cui possono volare dei missili è una mossa un po’ troppo rischiosa.

La buona notizia per ora è che le scorte di gas naturale in Europa sono circa il 79,74%, ben al di sopra della media decennale grazie all’inizio caldo dell’inverno dell’emisfero settentrionale. Tuttavia, se il freddo dovesse persistere, anche queste scorte verrebbero a calare.


I prezzi del gas europeo di riferimento per il mese anteriore sull‘hub olandese TTF sono scesi fino all’8,5% lunedì sotto i 30 euro per megawattora (MWh) a causa della diminuzione della domanda, mentre le preoccupazioni sull’offerta si affievoliscono.

Possibili ritardi o interruzioni delle spedizioni di GNL dal Qatar non preoccupano gli operatori europei (beh, non ancora).


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