Economia
Anche la Francia andrà in esercizio provvisorio di bilancio?
Sul governo Barnier e sulle sue norme di legge, compresa la legge di bilancio, viene a pendere il rischio di censura da parte del Parlamento francese., con il rischio di mancata approvazione del bilancio e di dover ricorrere a una legislazione d’emergenza speciale, esattamente come in Germania. Il problema è l’inadeguatezza del governo europeo
La Francia avrà un bilancio entro Natale? Anche Parigi, come Berlino, andrà in esercizio provvisorio? La minaccia di una mozione di censura contro il governo di Michel Barnier si fa sempre più pressante e avrebbe, sulla carta, i numeri per riuscire.
Mercoledì sera deputati e senatori sono riusciti a raggiungere un accordo in seno alla commissione mista sul bilancio della previdenza sociale. Ma senza una maggioranza all’Assemblea Nazionale, il Primo Ministro potrebbe brandire l’arma costituzionale del 49-3 da lunedì prossimo, una norma che gli permette di emettere una norma di legge senza l’approvazione del Parlamento, che potrebbe, però otare per cancellare la norma stessa. E, ricordiamolo, il governo non ha la maggioranza e si appoggia sull’astensione del RN dall’appoggio alla censura.
Inoltre in caso di mozione di sfiducia, il governo potrebbe cadere immediatamente. Se si dimette, potrebbe ricorrere all‘articolo 47 della Costituzione in attesa della nomina di un governo tecnico. Questo strumento consente a un esecutivo in carica di chiedere una legge speciale di emergenza per rinnovare il bilancio dell’anno precedente, entrando in un equivalente dell’esercizio provvisiorio di bilancio italiano
Questa procedura di bilancio d’emergenza permette di “affrontare i problemi più urgenti, ma ciò non farebbe che rimandare gli aggiustamenti e aggravare l’incertezza economica e finanziaria”, afferma Bruno Cavalier, capo economista di ODDO BHF. Questa situazione senza precedenti avrebbe un effetto a cascata sulle finanze pubbliche e sulla tassazione delle famiglie e delle imprese. Vediamo cosa potrebbe succedere ai francesi.
Deficit: l’obiettivo del 5% è altamente improbabile
Sul fronte del deficit, l’estensione del bilancio 2024 al 2025 renderebbe l’obiettivo del 5% di deficit ancora più difficile da raggiungere, e parliamo di un obiettivo che è superiore a quello teorico vincolante del 3% per i paesi UE. Questo perché le entrate e le spese del bilancio pubblico sono indicizzate all’indice dei prezzi al consumo. Tuttavia, il potenziale congelamento del bilancio statale nel 2025 consentirebbe alla Francia di risparmiare circa 10 miliardi di euro.
Questo è quanto aveva calcolato il governo Attal prima di consegnare le chiavi di Matignon a Michel Barnier. “ Il rinnovo di un bilancio tecnico avrà un effetto restrittivo in termini nominali ”, sottolinea Mathieu Plane, economista dell’Observatoire français des conjonctures économiques (OFCE). “Questo congelamento potrebbe esercitare un vincolo piuttosto forte sui bilanci dei ministeri e dei dipendenti pubblici ”, continua l’economista. Secondo i calcoli dell’OFCE, questa situazione comporterebbe “un risparmio di bilancio di 15-20 miliardi di euro”. Oltre a questi tagli alle entrate statali, ci saranno anche potenziali riduzioni delle entrate e delle spese per l’assistenza sociale e le amministrazioni locali. Tutto ciò aumenta l’incertezza sull’obiettivo del 5% di deficit per il prossimo anno.
Fiscalità: verso un aumento dell’imposta sul reddito
Sul fronte fiscale, l’applicazione dell’articolo 47 della Costituzione comporterebbe un aumento delle imposte su famiglie e imprese. “Uno degli scopi di un bilancio è quello di aggiornare un certo numero di meccanismi fiscali e tributari in linea con l’inflazione. Se le basi imponibili non vengono aggiornate, ciò può portare a un aumento della tassazione o a una vera e propria riduzione (nel caso delle imposte sulla proprietà) ”, spiega Olivier Redoules, direttore della ricerca di Rexecode.
In autunno, il governo ha proposto di congelare l’indicizzazione della scala delle imposte sul reddito per ridurre il deficit pubblico. L’OFCE ha calcolato che questo congelamento porterebbe allo Stato circa 3 miliardi di euro. In Francia, 380.000 famiglie diventerebbero soggette all’imposta sul reddito in caso di congelamento della scala fiscale. Per quanto riguarda l’imposta sugli immobili, “ il congelamento rappresenterebbe un guadagno per le famiglie ma un minor gettito per le autorità locali ”, spiega Mathieu Plane.
Per quanto riguarda l’imposta sulle società (IS), “ non cambierebbe perché è un’aliquota fissa ”, aggiunge. D’altra parte, il congelamento dei meccanismi di indicizzazione delle prestazioni sociali potrebbe spingere le famiglie già fragili in difficoltà ancora maggiori. Per quanto riguarda le pensioni, anche gli anziani potrebbero vedersi congelare la pensione per alcuni mesi, poiché i meccanismi di indicizzazione automatica non sono necessariamente garantiti in caso di governo tecnico. Una prospettiva che potrebbe mettere a dura prova i bilanci delle famiglie più modeste.
Uno smacco politico
Comunque il ricorso a queste forme speciali di bilancia, come per la Germania, viene a esere uno smaacco fortissimo per i governi che, fino a ieri, pensavano di dominare in modo assoluto l’Unione Europea. Ricordate i sorrisetti della Merkel con Sarzozy ? Oggi invece l’Italia ha approvato il proprio bilancio, nel bene o nel male, per tempo, e rispetterà i limiti europei meglio di quanto farà la Francia.
Comunque su tutte le economie pesa un masso sempre più insostenibile: politiche comuni europee calate dall’alto, insiesibili alle specificità nazionali, che recentmente si sono anche ammantate di una supposta politica estera confusa e velleitaria, totalmente fuori dalla realtà degli equilibri economici e politici attuali. Politici seri farebbero un bagno di umiltà e realismo.
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