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Altro scandalo in Austria, ma Kurz si incolla alla sedia

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Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, CDU, è, per l’ennesima volta, al centro di uno scandalo di corruzione che coinvolge i dipendenti del ministero delle finanze, ma, da politico esperto di colle, si attacca alla sedia e rifiuta di accettare qualsiasi responsabilità nella vicenda.

Tutto nasce da un’indagine della WKStA, l’ufficio per le indagini anti corruzione austriaco. Questi avrebbe effettuato intercettazioni di telefoni e messaggi di una serie di persone coinvolte, per poi effettuare diverse perquisizioni, fra cui alla sede del partito al governo OVP (parte del PPE). le accuse sono molto interessanti e dicono molto della situazione della politica moderna non sono in Austria, ma in tutto il mondo occidentale: i fondi del ministero destinati ai sondaggi indipendenti per i partiti sarebbero stati utilizzati per predisporre sondaggi teleguidati e fare quindi una comunicazione di partito. Le accuse per la OVP sono di concussione e corruzione e coinvolgono il gruppo medi Osterreich. Praticamente fra il 2016 e il 2018 la OVP avrebbe commissionato al quotidiano Osterreich almeno 30 sondaggi, molti dei quali inutili o guidati, pagando in modo surrettiziamente la comunicazione favorevole del quotidiano.

In TV Kurz, indagato, ha negato completamente le accuse, facendole ricadere sui dipendenti del ministero delle finanze. Non è il primo scandalo per corruzione o uso distorto dei fondi pubblici che coinvolge il giovane cancelliere che, finora è riuscito a scansarla, anzi ora accusa il WKStA di compiere delle indagini. Il problema è proprio la OVP: qualsiasi sia la coalizione di cui fa parte riesce comunque a portarsi dietro un carico di voci e di accuse di malaffare.

 

 


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