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Algeria Prima Cliente Straniera per il Su-57: Una Boccata d’Ossigeno per il Caccia Stealth Russo

Media algerini confermano che questo apese sarà il primo destinatario dei caccia russi di quinta generazione Su-57E. Un successo commerciale per la Sukhoi e un notevole potenziamento per l’aviazione algerina

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In un annuncio che ha sorpreso gli analisti del settore aerospaziale e rappresentato una boccata d’ossigeno per un programma in difficoltà, l’Algeria è stata indicata dai media nazionali, più precisamente dalla TV,  come il primo cliente export per il caccia di quinta generazione russo Su-57 Felon.

La notizia giunge in seguito ad una dichiarazione russa all’inizio di questa settimana, in cui si accennava ad una consegna di Su-57 ad un cliente straniero non specificato entro la fine dell’anno.

Questa manifestazione di fiducia internazionale potrebbe rappresentare una svolta per il Su-57, un velivolo che finora ha faticato ad affermarsi commercialmente, complice una partnership fallita con l’India e un numero limitato di ordini e consegne da parte della stessa Russia.

Secondo quanto riportato dalla televisione di stato algerina, piloti algerini sarebbero già in fase di addestramento in Russia sul nuovo caccia. Le consegne sono previste iniziare nel corso di quest’anno, anche se rimangono avvolti nel mistero il numero di velivoli ordinati e l’ammontare del contratto.

Lunedì scorso, l’agenzia russa per l’esportazione di armamenti Rosoboronexport aveva accennato alla consegna imminente di Su-57 ad un cliente estero, senza però rivelarne l’identità, durante l’inaugurazione dell’airshow Aero India 2025.

Simili dichiarazioni erano state rilasciate già a novembre 2024 durante l’Airshow China, dove veniva annunciata la firma dei “primi contratti per la vendita di aerei Su-57” ad un paese straniero, mantenendo però il riserbo sull’acquirente e sui tempi di consegna.

 

Le prime indiscrezioni suggeriscono che l’Algeria potrebbe aver inizialmente ordinato solo sei Su-57. Se confermato, questo lotto iniziale potrebbe essere destinato a valutazioni operative, oppure rappresentare la capacità produttiva attuale della Russia, con la possibilità di ulteriori consegne in futuro.

Resta comunque dubbia la promessa russa di avviare le consegne già quest’anno, considerando la lentezza della produzione del Su-57, ma è anche possibile che, se la situazione si dovesse normalizzare con gli USA, qualche esemplare venga preso da quelli in servizio con l’aviazione russa.

La produzione a rilento del Su-57 rappresenta infatti un ostacolo significativo per le ambizioni di export del velivolo, soprattutto in caso di ordini consistenti. Nonostante il primo volo del prototipo T-50 risalga al 2010, il programma ha fatto progressi lenti, frenato dalla mancanza di investimenti esteri.

Un duro colpo è stato l’abbandono del programma da parte dell’India, il cui investimento era considerato cruciale per accelerare lo sviluppo. Un precedente analogo si era verificato alla fine degli anni ’90, quando l’acquisto da parte dell’India del Su-30MKI Flanker aveva di fatto garantito lo sviluppo della versione multiruolo di questo caccia, successivamente acquisita anche dalla Russia.

Le stesse forze aerospaziali russe hanno iniziato a ricevere i Su-57 di serie solo nel 2022, anche se quesi erano stati consegnati nel 2020,  nell’ambito di un ordine per 76 velivoli, un numero di produzione relativamente contenuto. Mentre nel 2022 sono stati consegnati almeno sei aerei all’aeronautica russa, più di dieci sono stati consegnati nel 2023, per poi rallentare nuovamente nel 2024 con la consegna probabile di soli due o tre esemplari.

L’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni internazionali hanno certamente contribuito al rallentamento delle consegne, senza prospettive di miglioramento a breve termine. Le sanzioni e l’isolamento internazionale della Russia hanno ulteriormente ridotto le possibilità di successo sul mercato export. Nel tentativo di suscitare interesse estero, la Russia ha offerto anche la produzione locale del Su-57, in particolare per attrarre India ed Emirati Arabi Uniti.

Mosca ha anche cercato di promuovere il Su-57 enfatizzandone le presunte prestazioni in combattimento in Siria e Ucraina. Tuttavia, la valutazione operativa in Siria sembra essere stata di portata limitata, e poche informazioni concrete sono emerse sull’impiego del Su-57 nel conflitto in Ucraina. È noto che almeno uno, forse due, Su-57 sono stati colpiti da droni ucraini in una base aerea in profondità nel territorio russo.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal fatto che la versione export del Felon, il Su-57E, non è ancora stata realizzata concretamente. Sebbene il “Su-57E” sia stato presentato in precedenza a vari airshow, si trattava in realtà del quarto prototipo T-50. La versione export, Su-57E, dovrebbe essere in parte depotenziata, dotata di un diverso sistema IFF e display della cabina di pilotaggio calibrati in unità imperiali e in lingua inglese. In passato è stata ipotizzata anche l’integrazione di armamenti non russi su richiesta del cliente.

In questo contesto, il Su-57E risulta certamente più realizzabile della più avanzata versione Su-57M, promessa da tempo ma con pochi progressi tangibili. Elemento centrale del Su-57M è il nuovo motore turbofan AL-51F-1 (izdeliye 30), in sostituzione dell’attuale AL-41F-1, con maggiore spinta, peso inferiore e minori costi operativi. Anche questo sviluppo procede a rilento, non favorito dallo scarso interesse russo e men che meno dal mercato export.

Un grosso passo avanti per l’Algeria

Per l’aeronautica algerina, tuttavia, il Su-57E rappresenterebbe un significativo salto qualitativo, rafforzando il suo status di forza aerea più potente della regione.

Con la sua ridotta segnatura radar, la velocità di crociera supersonica, l’elevata agilità e la suite di sensori avanzata, il Su-57 offre una combinazione di capacità non presenti in nessun’altra forza aerea africana. La spina dorsale dell’aeronautica algerina è da tempo costituita da equipaggiamenti di fabbricazione russa, tra cui 63 caccia multiruolo Su-30MKA e 40 MiG-29S/M/M2, 42 aerei da attacco/ricognizione Su-24MK2 e 16 addestratori da combattimento Yak-130. Opera inoltre 33 elicotteri d’attacco russi Mi-24 Mk III e 42 Mi-28NE.

Tutto ciò è reso possibile dalle più elevate spese per la difesa in Africa, sostenute da una delle economie più grandi del continente, grazie soprattutto alle sue ingenti riserve di petrolio e gas.

Tradizionalmente, l’aeronautica algerina è stata potenziata per affrontare la potenziale minaccia del Marocco, con cui l’Algeria è entrata in guerra per la contesa regione del Sahara Occidentale nel 1976. Negli anni ’90, l’Algeria è stata coinvolta in una guerra civile, che ha visto contrapporsi le forze armate a diversi gruppi ribelli islamisti. A partire dagli anni 2000, le forze armate hanno combattuto contro Al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM), un’organizzazione militante islamista che mira a rovesciare il governo algerino e istituire uno stato islamico.

L’acquisto del Su-57 rafforza le capacità dell’aeronautica algerina nei confronti del Marocco, che ha recentemente concluso un contratto per l’acquisto di 25 nuovi F-16 Block 72, oltre ad un pacchetto di aggiornamento per portare la flotta di caccia F 16 esistente allo standard del modello V. Inoltre il Marocco è in corsa per diventare il primo paese africano ad ottenere i caccia di quinta generazione F-35.

Per curiosità, ora l’ex colonia Algeria ha un’aviazione più avanzata della madrepatria Francia, che non ha in servizio caccia di quinta generazione e non li avrà per diversi anni.

Al contempo, l’accordo sottolinea ulteriormente i legami di difesa dell’Algeria con la Russia

Resta da vedere quanti Su-57 acquisirà l’Algeria e quando verranno consegnati. Ma anche un piccolo numero rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per il programma Su-57, che finora ha faticato ad affermarsi sul mercato export, complici la lentezza del programma e la riluttanza della Russia ad ordinarlo in numeri più significativi.


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