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Ai francesi mancano “solo” 588 euro al mese per vivere decentemente

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Secondo un recente studio realizzato dal barometro CSA Research per Cofidis e riportato da Le Figaro questo mercoledì 20 settembre, più della metà dei francesi prevede un calo del proprio potere d’acquisto nei prossimi dodici mesi. Questa preoccupazione per il potere d’acquisto è costante e crescente, con i francesi che stimano che gli manchino in media 588 euro al mese per vivere comodamente senza dover monitorare ogni centesimo speso.

Questa stima è un record per dodici anni, mentre negli anni precedenti gli intervistati stimavano che mancassero 510 euro nel 2022 e 467 euro nel 2021. I francesi spenderebbero questa somma aggiuntiva principalmente incibo, tempo libero ed energia.

Inoltre, il 62% dei francesi prevede di limitare le proprie spese essenziali, come cibo ed energia. Questa proporzione è in aumento rispetto all’anno precedente. Il potere d’acquisto resta quindi una delle principali preoccupazioni per i francesi, soprattutto tra i giovani e le famiglie più povere.

Lo studio evidenzia inoltre che solo il 17% dei francesi si dichiara soddisfatto del proprio budget attuale, una realtà direttamente collegata all’inflazione. Il 76% dei francesi ritiene infatti che l’inflazione sia la causa principale delle proprie difficoltà finanziarie, con aumenti dei prezzi particolarmente avvertiti nei settori alimentare, energetico e dei trasporti.

Riduzione delle spese non essenziali

Di conseguenza, molte famiglie sono costrette a ridurre le spese, soprattutto quelle non essenziali come il tempo libero e l’abbigliamento. Inoltre, sono sempre più attenti ai prezzi dei prodotti quando fanno acquisti, ricercando i prezzi più bassi. Inoltre, questa inflazione diffusa crea tensioni, poiché molti francesi considerano ingiustificati gli aumenti dei prezzi. Esprimono la loro insoddisfazione, soprattutto per quanto riguarda gli affitti e le telecomunicazioni.

Per combattere l’inflazione, le famiglie si affidano soprattutto allo Stato, considerato l’attore più idoneo a regolare i prezzi, seguito dalle grandi imprese. Più della metà degli intervistati ritiene che lo Stato e le grandi imprese debbano svolgere un ruolo decisivo nella lotta contro l’inflazione e le sue conseguenze.

Ovviamente questa situazione di scontento avrà delle pesanti ricadute politiche e sociali: il fatto che i partiti governativi siano ormai in minoranza nel paese, e il fatto che le rivolte sociali siano all’ordine del giorno è figlio proprio dell’incapacità del governo di far crescere la capacità di acquisto dei cittadini in modo adeguato. 

Fino a quando i cittadini francesi potranno tollerare?

 


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