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Energia

Aggiornamento dal fronte occidentale. Il crollo del petrolio, pilotato in chiave geopolitica dagli USA, distruggerà i conti italiani: se continua così mancheranno almeno 7 mld di euro di gettito

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Eh si, a non saper far di conto ci si fa fregare anche al supermercato, pensate dai politici… Ora, uno penserebbe che il crollo del petrolio possa essere utile all’economia riducendo i costi energetici. Vero in generale ma sbagliato nei dettagli, o meglio l’effetto sarà lieve per i prodotti petroliferi e per l’energia, probabilmente è corretto pensare ad una riduzione per gli intermedi industriali, non per i prodotti dove ci sono tasse ed accise aggiunte. In generale dubito che per l’economia in generale sia un grande vantaggio, come dimostra la reazione delle borse di questi giorni.

Ad esempio, per la benzina alla pompa la quota di materia prima è circa il 25%, il resto sono tasse: se il prezzo del petrolio scendesse della metà si otterrebbe al netto dei tentativi delle compagnie di tenere su il prezzo al dettaglio, significherebbe al massimo un 10% di riduzione, poca cosa. Quello dell’energia elettrica idem: il 35% dell’energia residenziale è materia prima, il resto tasse e quote fisse o quasi. Per altro l’energia elettrica dipende in gran parte dal prezzo del gas che invece è rimasto relativamente stabile, le compagnie europee grazie ai sapienti consigli dei consulenti USA (…) hanno rinegoziato negli scorsi due anni il prezzo del gas naturale togliendo l’indicizzazione al petrolio e mettendo quella legata al prezzo del gas europeo, ossia il gas non è sceso se non marginalmente e così l’energia elettrica… bella cretinata, vista oggi. A pensar male verrebbe da dire che sembra quasi che ci sia una comunione di intenti con l’amministrazione Obama nel creare scombussolamenti in Europa…

L’unico settore veramente agevolato da un crollo dell’oil – in quanto essendo transfrontaliero non subisce un’imposizione diretta delle tasse sui fuel – è quello dell’aerotrasporto, lì infatti vediamo incremento di competitività delle compagnie ma per il resto poco o nulla. Anzi, per lo Stato le cose sono molto diverse: visto che molte tasse sono proporzionali ai prezzi del combustibile è da immaginare una riduzione di gettito data dalla riduzione dei costi del petrolio, soprattutto sui combustibili da autotrazione.

E, altro fatto importante per l’Italia, sembrerebbe che – sorpresone – ENI a questi prezzi dell’oil faccia zero utili se il livello di 50-60 USD/bbl perdurerà per più di 6 mesi. Avete capito, ENI che fa zero utili! Descalzi ha affermato tre giorni fa che il breakeven di ENI è 45 USD/bbl ma non ci dice che quello è il livello applicabile all’Exploration & Production, se consideriamo le perdite degli altri settori, boom, il breakeven probabimente  è almeno 10 USD/bbl più alto. Conti della serva, ENI probabilmente ha perso da 110 USD/bbl che era il prezzo del petrolio a Luglio 2014 agli attuali 60 USD/bbl circa 20/25 miliardi di dollari di margine!!! Appunto, utile zero se il prezzo si mantiene dove è. Ma utile zero per ENI significherebbe anche un’altra cosa, drammatica per l’Italia: l’Italia potrà perdere circa 7 miliardi di euro tra tassazione e dividendi nel 2015, perdita che dovrà essere sommata a quella delle tasse sui combustibili…. Ossia, un altro buco, a cui bisognerà sommare anche i licenziamenti ed il taglio di costi in ENI, senza contare gli effetti sull’indotto.

E qui abbiamo chiarito un problema enorme in divenire, nuove tasse in arrivo….

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Ora, perchè il prezzo del grezzo cala? Prima di tutto chiariamo chi lo fa calare, l’Arabia Saudita, l’unico paese tra i grandi produttori che consuma solo circa il 10% di quello che produce e che guarda caso non vuole tagliare la produzione OPEC, apparentemente strano. Ma non così strano direi. Seguitemi. Obama ha perso le Midterm in gran malo modo, perdendo una sfilza di senatori – al Senato si fa la politica estera USA –, fatto che non gli permetterà un bel nulla fuori dai propri confini da Gennaio in avanti (anche alla Camera ha la rappresentanza peggiore in termini numerici dalla fine dell’ultima guerra mondiale). Per reazione sta cercando di sostituire C. Hagel (Rep) con un nuovo Defense Secretary – Ashton Carter (Dem) – molto nemico dei repubblicani – ed degli oriundi -, per inciso A. Carter sarebbe colui che 5 anni or sono tagliò i contratti della difesa firmati da Bush jr. incluso quello di Agusta Westland per gli elicotteri presidenziali, – ndr– quello siglato dal referente di Di Gregorio alla camera di Commercio Italo Usa di Philadelphia: vedremo se la nomina proposta da Obama verrà accettata, ho molti dubbi.

E magari per alzare la posta con i Repubblicani – sta giocando il tutto per tutto, ben difficilmente un democratico potrà andare a Washington nel 2016 con il livello di approvazione attuale del primo e probabilmente ultimo presidente nero degli States – ha forse fatto un atto sotto certi versi, pensando da americano e non da europeo, anti-patriottico buttando sterco sulla CIA che torturava persone legate all’attacco delle Torri Gemelle. Non sta a me giudicare l’aspetto etico (…), dico solo che visto che tale report del Senato USA era pronto da anni, perchè Obama non l’ha pubblicato prima potendo a quel punto incidere e cambiare le cose quando aveva la maggioranza di Camera e Senato? Invece lo fa oggi quando non ha il potere di cambiare un bel nulla, questa è una mossa obiettivamente biasimevole e fine a se stessa, parrebbe quasi per soli interessi politici (Obama non ha nemmeno chiuso Guantanamo, cosa che aveva promesso di fare, per inciso la base USA a Cuba è probabilmente il luogo dove si sono perpetrate le peggiori torture citate nel report del Senato USA conto la CIA).

Ma non è finita qui: visto che la politica economica USA è stata un disastro in casa e fuori, visto che l’economia USA sta su solo con il QE, visto che gli occupati americani sono aumentati solo a livello statistico – la disoccupazione è scesa perchè si sono depennati dalle liste dei disoccupati quelli che il lavoro non lo trovano più da anni – è necessario un rimescolamento di carte per far passare il disastro obamiano al dimenticatoio, diciamo anche una guerra stile Roosevelt pre-Pearl Harbour. E per fare questo bisogna provocare.

Dunque, se ricordo bene il default russo arrivò nel 1998 quando l’oil arrivò a 35 USD/bbl o giù di lì [equivalenti sulla curva forward +12months, fatte le proporzioni col prezzo attuale], sebbene stando ai minimi per poco tempo: oggi gli Usa stanno molto probabilmente chiedendo ai fidatissimi alleati medio orientali – la cui difesa militare dipende dagli USA – di fare il favore, di creare il caso del default russo causato da un crollo dell’oil in modo di spingere la Russia sull’orlo del baratro e costringerla alla reazione in Ucraina, poco importa che assieme a loro se ne andranno a ramengo anche paesi alleati come l’Italia – e che gliene frega? -, i texani – tanto sono tutti repubblicani o quasi -, e fin anche i poveri ucraini usati come strumento. Il problema che l’amministrazione di Obama probabilmente non ha colto è che non basta far toccare il petrolio i 35 USD/bbl ma bisogna tenerlo attorno ai 50 USD/bbl livello per almeno un annetto: salterà prima la Russia o metà dell’industria estrattiva USA? Vedasi grafico successivo:

I tedeschi stanno zitti e chiosano, sanno che se la Russia alzerà la testa con una anche dovuta reazione all’invasione della propria sfera di influenza in Ucraina otterranno l’implicita autorizzazione al proprio riarmo, completando il quadro dell’egemonia tedesca in Europa, saldando la contingenza attuale al progetto del Reich.

Ca va sans dire che in questo scenario l’Italia con un eventuale sempliciotto come primo ministro – e lo dico con un po’ di dispiacere per coloro che almeno han cercato di fare qualcosa per il Paese ed invece molto probabilmente si sono solo fatti prendere in giro dai tedeschi durante il semestre italiano di presidenza europea –  è letteralmente fottuta; e qui spieghiamo una volta per tutte perchè il Cavaliere – con il suo network, i suoi contatti, il suo potere – possa essere ancora di aiuto per questo paese di ipocriti.

Io ritengo che la reazione a tutto questo eccesso – che sembra servire solo ai fini politici democratici in USA, la borsa americana sta parlando al portafoglio della middle class americana con la sua debolezza attuale – debba arrivare dall’interno dei propri confini e dunque ritengo che la reazione a gennaio del Senato americano sarà rabbiosa.

Bisogna tenere duro ancora per qualche settimana e poi vedremo, sperando che Putin sia quell’intelligentissima persona che tutti conosciamo. Per Obama, beh, lo giudicherà la storia.

Io tifo per la pace.

Mitt Dolcino


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