Economia
Adani guida l’espansione dell’India nel Sud Est Asiatico. Una BRI fatta di capitale, non di prestiti
Gautam Adani investe 10 miliardi di dollari in Vietnam, lanciando la sfida dell’India alla Via della Seta cinese. Un modello basato su capitale privato, non sulla trappola del debito, per ridisegnare gli equilibri economici e geopolitici in Asia.

Il magnate indiano Gautam Adani è pronto a investire la cifra monumentale di 10 miliardi di dollari in Vietnam. Una mossa che non rappresenta solo un’enorme opportunità di crescita in Asia, ma che si profila come la risposta indiana alla Belt and Road Initiative (BRI) cinese, basata però su una filosofia radicalmente diversa: la partecipazione del capitale privato e non la concessione di prestiti-cappio.
Questa offensiva strategica arriva in un momento cruciale per Adani. Il suo conglomerato, che spazia dai porti all’energia, sta cercando di riaffermare le proprie ambizioni globali dopo che un’inchiesta per corruzione negli Stati Uniti ne ha temporaneamente offuscato l’immagine e bloccato importanti accordi internazionali. La spinta verso nuovi mercati come il Vietnam segnala la volontà di voltare pagina, superando le controversie legali e le preoccupazioni sulla governance aziendale che hanno caratterizzato l’ultimo periodo.
L’inchiesta statunitense è costata ad Adani accordi per 2,6 miliardi di dollari in Kenya e ha indotto partner strategici, come la francese TotalEnergies, a sospendere nuovi investimenti in attesa di chiarimenti. In questo contesto, l’incontro di Adani con il capo del Partito Comunista del Vietnam, To Lam, per discutere di investimenti in infrastrutture, energia, rinnovabili e nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, assume un valore non solo economico, ma anche simbolico.
Un Nuovo Modello: Capitale Privato contro Trappola del Debito
Qui emerge la differenza fondamentale con il modello cinese. Mentre la BRI di Pechino ha spesso intrappolato le nazioni in via di sviluppo in una spirale di debiti insostenibili – con il porto di Hambantota in Sri Lanka come esempio più tristemente noto – l’approccio di Adani è diametralmente opposto. Non si tratta di prestiti con clausole capestro, ma di infrastrutture sostenute da capitale di rischio (equity). Il conglomerato indiano non agisce come un creditore, ma come un partner che condivide il rischio e punta a una crescita reciproca.
Il modello Adani si basa su un principio semplice ed efficace: creare valore, non dipendenza. È un approccio guidato dal mercato, trasparente e strategico, che punta a costruire partnership credibili e basate sull’esecuzione.
Il Vietnam, con un’economia da 491 miliardi di dollari e un tasso di crescita del PIL del 7%, rappresenta il partner ideale. Il paese è la stella nascente dell’ASEAN e gli investimenti proposti da Adani in porti, logistica, energie rinnovabili e infrastrutture per l’IA si allineano perfettamente con la visione di Hanoi per il 2045 e con l’obiettivo di raggiungere 56 GW di energia pulita entro il 2030. Il gruppo Adani, tramite la sua divisione Adani Ports, stava già considerando un investimento di oltre 2 miliardi di dollari per lo sviluppo del porto di Lien Chieu, nella città costiera di Danang, avendo già ottenuto un’approvazione di massima dal governo vietnamita.
Copertura Strategica e il Perno “Act East” dell’India
Per il Vietnam, l’accordo con Adani non è solo un affare economico, ma una mossa geopolitica magistrale. Rappresenta una copertura strategica contro l’eccessiva influenza cinese nella regione, diversificando i partner e rafforzando la propria autonomia. Non si tratta di coercizione geopolitica, ma di una collaborazione che porta benefici tangibili e allineati agli interessi nazionali.
Per l’India, questa operazione è un perno decisivo della sua politica “Act East”. Posizionare uno dei suoi più grandi conglomerati industriali al centro del futuro delle catene di approvvigionamento del Sud-est asiatico è una vittoria strategica. Dimostra la capacità dell’India di proiettare la propria influenza economica attraverso un modello di sviluppo più sostenibile e collaborativo, offrendo un’alternativa concreta al dominio infrastrutturale cinese.
L’investimento di Adani in Vietnam è molto più di un semplice accordo commerciale. È il manifesto di una nuova forma di diplomazia economica, che sfida apertamente il modello della BRI e propone una via basata sulla partnership privata, sulla trasparenza e sulla creazione di valore condiviso. Una mossa che potrebbe ridisegnare gli equilibri di potere nel cuore pulsante dell’economia asiatica.
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