Crisi
Ad Atene la prima fase del negoziato si è conclusa e la seconda riguarderà le privatizzazioni e le ricapitalizzazione delle banche. (di Felice di Maro)
Si tratta di ottimismo eccessivo? Olga Gerovasili, portavoce del governo greco ha dichiarato:
“Se rispetteremo i termini del vertice europeo penso che raggiungeremo l’accordo i 18 agosto“.
Prima però i ministri greci dell’Economia e delle Finanze si devono incontrare con le delegazioni dell’ex Troika per almeno iniziare a discutere di privatizzazioni e ricapitalizzazione delle banche che è un capitolo importante per il protocollo d’intesa approvato dallEurosummit del 12 luglio. Al riguardo a p.4 si legge:
“sviluppare un programma di privatizzazione significativamente intensificato con una migliore governance; le attività greche di valore saranno trasferite a un fondo indipendente che monetizzerà le attività attraverso privatizzazioni e altri mezzi. La monetizzazione delle attività sarà una fonte del piano di rimborso del nuovo prestito del MES e nel corso della durata del nuovo prestito genererà un importo obiettivo complessivo pari a 50 miliardi di EUR, dei quali 25 miliardi saranno usati per il rimborso della ricapitalizzazione delle banche e altre attività, mentre il 50% di ogni euro restante (ossia il 50% di 25 miliardi di EUR) sarà usato per ridurre il debito in rapporto al PIL e il restante 50% sarà usato per gli investimenti”.
Naturalmente dovrà anche essere votato dal parlamento greco e non è scontato che verrà poi approvato. Tale fondo sarebbe, come si legge, “stabilito in Grecia e gestito dalle autorità greche sotto la sorveglianza delle pertinenti istituzioni europee”. E continua: “Di concerto con le istituzioni e sulla scorta delle migliori prassi internazionali, dovrebbe essere adottato un quadro legislativo per garantire procedure trasparenti e la determinazione di prezzi adeguati per la vendita delle attività, conformemente ai principi e alle norme dell’OCSE sulla gestione delle imprese statali”. Tutto ok secondo la dichiarazione che tutti i ministri dell’Eurogruppo hanno sottoscritto ma che significa per il futuro della Grecia?
Com’è noto il debito greco è insostenibile e non perché i governi greci non abbiano fatto riforme ma semplicemente perché buona parte dei prestiti ricevuti progressivamente sono serviti a pagare gli interessi e si tenga conto che sia i vertici Ue e sia la Bce e il Fondo Salva Stati hanno sempre imposto che non si deve fare nessuna cancellazione o riduzione del debito.
La borsa di Atene continua a chiudere in negativo. L’indice Bs Ase ha ceduto l’1,22% ed è a 659 punti, ossia al di sopra dei minimi raggiunti nel corso della seduta. Le banche, Piraeus (-30%), Eurobank (-29,70%), Alpha (-29,65%) e National Bank of Greece (-28,45%) chiaramente hanno il valore dei loro titoli in continua diminuzione. La borsa di Atene in riapertura dopo cinque settimane ha realizzate -16% e il secondo giorno -2.6%. Perché prevalgono nettamente le vendite?
Una ragione è che ci sono migliaia di miliardi di titoli in derivati collegati direttamente al debito greco .Su una marea mondiali di circa 1,2 milioni di miliardi di contratti derivati, detenuti presso le banche di tutto il mondo, ma in quantità rilevante presso le banche inglesi, tedesche e francesi, i derivati collegati al debito greco ammontano a circa 4000 miliardi. Il debito greco è una parte infinitesimale se comparato con l’entità di questi strumenti finanziari, che già sono sotto tensione a causa delle sofferenze legate al settore immobiliare, pari a 2000 miliardi.
Felice Di Maro
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