Economia
UE-USA: la promessa impossibile di von der Leyen a Trump su 750 miliardi di energia
L’UE ha promesso agli USA acquisti energetici per 750 miliardi di dollari in tre anni per un accordo con Trump. Una cifra enorme, tre volte superiore alle importazioni attuali, che solleva dubbi sulla sua fattibilità e sulle reali intenzioni della Commissione.

La promessa dell’Unione Europea di acquistare 750 miliardi di dollari di importazioni energetiche americane in tre anni è stata fondamentale per garantire un accordo commerciale con il presidente Donald Trump, ma è un impegno che avrà difficoltà a mantenere. Si tratta di una grande quantità di energia, ma , come nota Bloomberg, forse è perfino troppa.
L’accordo richiederebbe acquisti annuali per 250 miliardi di dollari di gas naturale, petrolio e tecnologia nucleare, compresi i piccoli reattori modulari. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che le stime dell’Unione si basano sul piano esistente per abbandonare le restanti forniture di combustibili fossili russi e acquistare gas naturale liquefatto “più conveniente e migliore” dai produttori statunitensi.
Il problema è che Le importazioni totali di energia dagli Stati Uniti hanno rappresentato meno di 80 miliardi di dollari l’anno scorso, un terzo rispetto alla promessa fatta dalla von der Leyen. . C’è anche incertezza sul ruolo potenziale degli investimenti europei nel settore energetico statunitense.
L’UE non ha ancora fornito un dettaglio delle cifre e non è chiaro come si possano convincere le aziende private ad acquistare o vendere petrolio e gas statunitensi.
“L’accordo UE-USA sull’aumento degli acquisti di energia, compreso il GNL, non avrà alcun effetto sull’equilibrio del mercato a meno che l’amministrazione statunitense non decida di vendere il GNL direttamente o che l’UE non decida di acquistarlo a un prezzo più alto rispetto agli altri operatori del mercato asiatico”, ha affermato Florence Schmit, stratega energetica di Rabobank.
Se studiamo le importazioni UE di prodotti energetici nel 2024, la quota promessa dalla Presidente della Commissione sarebbe possibile praticamente solo interrompendo le forniture non solo dalla Russia, ma anche dai principali partner commerciali, come la Norvegia o il Kazakistan, con i quali vi sono dei contratti a lungo termine.
I funzionari dell’UE considerano da tempo gli acquisti di energia come un modo per ingraziarsi l’amministrazione Trump, e non è la prima volta che l’UE e gli Stati Uniti assumono un impegno di questo tipo. Durante il picco della crisi energetica dell’UE nel 2022, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, von der Leyen ha concordato con l’ex presidente Joe Biden di aumentare le forniture a breve termine di GNL di 15 miliardi di metri cubi.
La cifra sarebbe un problema anche per gli USA, che anno esportato 330 miliardi di dollari di prodotti energetici lo scorso anno e che si legherebbero alle esportazioni verso gli USA. Siamo sicuri che questo sia nell’interesse delle imprese americane?
“750 miliardi di dollari sono una cifra enorme per tre anni e non mi è chiaro cosa comporterà oltre al GNL e ad altri combustibili”, ha affermato Maximo Miccinilli, responsabile per l’energia e il clima presso la società di consulenza FleishmanHillard EU. “Sospetto che questo debba essere negoziato a più lungo termine, in linea con le esigenze dell’UE per i prossimi 10 inverni”.
Gli USa, con gli investimenti americani, potrebbero anche aumentare la propria produzione energetica, ma questo richiederebbe tempo, e difficilmente potrebbe accadere nel solo periodo della presidenza Trump. Inoltre sarà molto divertente vedere la von der Leyen e la propria commissione, strettamente legati a politiche anti CO2 dover incentivare importazioni di petrolio, gas e magari anche carbone, apposta per superare il limite dei 250 miliardi.
Questa cifra viene poi a comprendere anche le importazioni energetiche nucleari, e in particolar modo i reattori SMR, ma questi prodotti tecnologici, potenzialmente molto promettenti, non esistono e non saranno prodotti in grandi quantità nel prossimo triennio.
Sembra proprio che l’accordo UE-USA nasca da un inganno o quanto meno da una benevola interpretazione dei dati, però poco realistica. Sarebbe meglio convertire l’acquisto di prodotti energetici in quello di una serie più complessa di materie prime, magari non presenti in Europa, come le terre rare, o altre materie prime minerarie come il rame. Avrebbe più senso che far finta che gli USA possano esportare tutto il loro gas solo nella UE.
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